Raccolta
e brevi commenti di articoli di Genetica Medica e Umana e di interesse generale
del mese di Giugno 2012 che hanno
attirato la mia attenzione o curiosità, pubblicati nelle seguenti riviste:
Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature Medicine, Nature
Reviews Genetics, Nature Reviews Neurosciences, NEJM, PNAS, Science, Cell.
***
Mining electronic health records: towards better
research applications and clinical care. Nature
Reviews Genetics 2012;13:395. Questo argomento di genetica traslazionale parte da una
considerazione pratica: le descrizioni fenotipiche cliniche e i trattamenti
delle malattie sono una miniera di informazioni spesso sottousata nella pratica
clinica e nella ricerca. Le cartelle cliniche elettroniche (EHR) danno la
possibilità di includere tutti i dati, sia clinici che di laboratorio inclusi i
dati genetici, e stratificare i pz secondo nuovi criteri, rivelare correlazioni
cliniche sinora non individuate e correlare uno specifico dato (genetico ad
es.) con un segno o corredo di segni clinici (fenotipo). Al letto del malato
questa trasformazione (dalla versione cartacea all’elettronica integrata)
consentirà di favorire una decisione clinica informata migliorando l’assistenza
e la sicurezza del pz. Non ultimo diventa molto più semplice il reclutamento
dei pz omogenei per sperimentazioni cliniche mirate a sottogruppi di patologie.
Gli ostacoli alla sua diffusione sono di tipo tecnico (come mettere insieme
dati eterogenei e parcellizzati), etici e legali che limitano l’accesso a
questi dati. Nella review viene presentato il tipico contenuto di un sistema
EHR (in tabella più di 20 siti per gli standard di interoperabilità e di CI
europei e USA), il contributo della EHR integrata nella decisione clinica e le
opportunità che offre, studiando coorti di casi ben classificati, di
comprensione del rapporto genotipo/fenotipo, le sfide strutturali e di politica
sanitaria adottando il sistema EHR e i futuri sviluppi e le prospettive di tale
sistema.***
L’apprendimento tramite il premio e la punizione (sottotitolo: gli schiaffoni servono?).
Si può descrivere il significato dell’esperienza e dell’apprendimento meglio di così? “When a new cafe opens, how do we decide to stop for a cup of coffee? Absent any pre-existing knowledge, we have to taste a coffee or two and use that information to guide our morning routine. One hallmark of adaptive behavior is the ability to learn from the outcomes of actions, whether those results are positive or negative”.
Il premio o la punizione sono processi fondamentali che modulano l’apprendimento. Il premio mantiene o aumenta la probabilità di specifici comportamenti, mentre la punizione la riduce. La disfunzione di questi processi porta a malattie comportamentali e psichiatriche: es. la dipendenza è caratterizzata da aumentata gratificazione da parte di stimoli legati alla droga e da alterata percezione di punizione per le conseguenze negative. Al contrario la depressione è caratterizzata da ridotta gratificazione da stimoli positivi e da aumentata percezione punitiva per stimoli negativi. L’articolo (pg. 816) e il commento (pg. 807) sottolineano che l’apprendimento dei due processi segue due vie diverse nei gangli basali dell’encefalo, che è un sistema subcorticale essenziale per il controllo motorio.
Leggetevi almeno il sunto del commento e del lavoro.
Reward and punishment illuminated. News and views. Nature Neuroscience 2012;15:807. “How do outcomes affect future behavior? A study using precise optogenetic stimulation finds that learning from positive reinforcement is mediated by striatal pathways distinct from those that mediate learning from punishment”.
Distinct roles for direct and indirect pathway striatal neurons in reinforcement. Nature Neuroscience 2012;15:816. Abstr. parziale: “Stimulating D1 receptor–expressing neurons induced persistent reinforcement, whereas stimulating D2 receptor–expressing neurons induced transient punishment in mice, indicating that activation of these circuits is sufficient to modify the probability of performing future actions”.
Ancestry testing goes for pinpoint accuracy. Companies use whole genomes to trace geographical origins. Nature 2012;486:17. Where am I from? È la domanda che alcuni si
pongono e la richiesta di sapere spinge le compagnie private a provvedere. Sino
a poco tempo fa si rispondeva analizzando sequenze mtDNA o sequenze del
cromosoma Y dove si erano prodotte variazioni popolazioni-specifiche, anche se
questi “uniparental marker” che dovrebbero risalire indietro di generazioni
raramente sono uniche di una popolazione; come commenta con umorismo un
genetista inglese “if men have a Y chromosome that is more common in
Scandinavia than England, they’re convinced they’re a Viking”. Ma risultati più
sofisticati e promettenti sembrano derivare dall’analisi di centinaia di
migliaia di SNP dell’intero genoma. La compagnia californiana 23andMe propone il test AncestryDNA, a prezzi scontati: $299 invece di $399 (tra poco faranno la promozione 3x2, ndr). Usando
il chromosome painting, come annunciato nel programma televisivo Finding Your Roots, si è saputo che Condoleezza Rice, ex segretario della difesa USA,
ha quasi la metà dei suoi geni di origine europea (risultato prevedibile). Per curiosità entrate
nel sito https://www.23andme.com/gen101/genes/
Ma ci sono alcune limitazioni a rintracciare le nostre radici: solo poche popolazioni
sono state studiate, non tutte, e quindi “You can’t tell someone they can trace
ancestry to a certain region if that region has never been studied”. Inoltre i
calcoli si basano su assunzioni relative a popolazioni del passato.
Genetics of blond hair. Nature Genetics 2012;44:618. Commento
di un curioso articolo (Melanesian blond hair is caused by an amino acid change
in TYRP1. Science 2012;336:554)
sui capelli biondi. Perché
gli abitanti delle isole Salomone nel Pacifico hanno la pelle più scura di
tutte le popolazioni non africane e una frequenza di capelli biondi (5-10%) che
è la più alta dopo le popolazioni di origine europea? Ci sono geni europei in
quella popolazione? GWAS: il colore biondo è strettamente correlato con uno
SNP: 0.93 rispetto allo 0.31 degli isolani con capelli scuri. Un solo locus
associato al colore sul 9p23, con gene candidato TYRP1, che codifica per un
enzima melanosomico della pigmentazione dei mammiferi, l’allele nullo di questo
gene causa nell’uomo una forma di albinismo. Trovata una variante missenso
significativamente associata al colore biondo in
un ampio campione di popolazione delle isole Salomone, in cui ha una frequenza
di 0.26 mentre è assente fuori dall’Oceania. Ancestry testing: 1) la
popolazione delle isole Salomone è differente dalle popolazioni vicine, 2) la
provenienza dei biondi e degli scuri è uguale e questo suggerisce che l’alta
prevalenza del colore biondo non dipende da geni europei recentemente
introdotti.
Genomics, Intellectual Disability, and Autism.
NEJM 2012;366:223. Lettera di commento di una
Review (Genomics, intellectual disability, and autism. NEJM
2012;366:733, citato tra gli Articoli di interesse del Febbraio 2012) su patologie frequenti (DI 1.5-2% e
Autismo 0.7-1% della popolazione) spesso senza causa identificata, che
sottolinea le potenzialità diagnostiche delle nuove tecniche genetiche per
queste patologie (array-CGH,
SNP genotyping arrays e NGS). La lettera così argomenta: “Thousands of patients are typically screened to
identify genomic risk loci, and many findings fail replication. In contrast, studies
have consistently shown an association among autism, oxidative stress, and a
deficit in the plasma level of the antioxidant glutathione. Importantly, the
metabolic effects of toxic exposures can be treated. Perpetuating the myth of
autism as a primarily genetic disorder is a disservice to those who might
benefit from treatment and diverts attention from nongenetic causes”. Insomma
da un estremo (autism e malattie comportamentali colpa della mamma o della
cattiva società) all’altro (tutto è genetico). La risposta, appropriata, è che l’autore della lettera
ha ragione nel sostenere che “few mutations have been associated with autism,
it is likely that more subtle interactions between gene and environment play a
major role in this disorder. We suspect that he would agree, given his reference
to the association”.
Shire drops 'emergency' Fabry's disease drug. Nature
Biotechnology 2012;30:478.
La compagnia Shire Human Genetic Therapeutics ha ritirato la sua domanda alla
FDA americana per fare approvare il suo farmaco Replagal (agalsidase alfa), già
approvato in Europa, per la terapia della malattia Fabry facendo presente che è
stata obbligata a fare questo passo per questioni commerciali in quanto la
compagnia Genzyme (Massachusetts, ora parte della compagnia Sanofi di Parigi)
ha ripreso a vendere l’unico farmaco per questa malattia approvata dalla FDA,
il Fabrazyme (agalsidase β; recombinant human α-galactosidase
A). Vedi questione sollevata precedentemente (Nature Genetics 2011;17:921.To
march in or not to march in) nelle Spigolature di metà Giugno-Settembre 2011. Il
Fabry Support & Information Group in Concordia (Missouri) dichiara che “For
the majority of Fabry patients, both products work equally well as long as
patients receive full doses” anche se “a handful of US patients develop
antibodies on Fabrazyme but tolerated Replagal. For them, the situation is more
crucial and, so far, there is no means for them to continue getting this
product”. Chiedono
giustamente anche per i pz USA la possibilità di scelta tra i due farmaci e
alla Shire di rivedere la sua decisione.
Should preclinical studies be registered? Nature
Biotechnology 2012;30:488.
Lettera che riprende un argomento presentato in un editoriale (vedi una
precedente Spigolatura) sull’opportunità di registrazione prospettica in
database pubblici delle sperimentazioni cliniche e dei risultati, anche se
negativi e non a discrezione dei ricercatori.
Ora non è più così per le sperimentazioni cliniche.
Ma è ora suggerito che la pubblicazione prospettica riguardi anche gli studi
preclinici preparatori della sperimentazione clinica. L’alta mortalità dei
progetti di trasferimento della ricerca di base in terapie mediche solleva
problemi etici e di validità di programmazione. Se non si pubblicano i
risultati si ingannano sia i pz che chi deve dare fondi per la ricerca basata
sull’evidenza perché si favorisce la non pubblicazione dei risultati negativi. Inoltre
è sempre più condivisa l’opinione di attribuire uno stato morale per gli
animali da esperimento, per i quali quindi devono valere le stesse
considerazioni di trasparenza dell’esito delle ricerche. Gli insuccessi di
trasferimento preclinico a clinico (90-95% a secondo delle patologie) servono
anche per rassicurare sia i pz che la società che se un farmaco entra nella
fase 1 (verifica di tossicità) ha subito un iter ben controllato e che non si stanno
sprecando inutilmente risorse.
Vedi anche Clinical trial website struggles to serve as research data hub. Nature
Medicine 2012;18:837
che solleva il problema del sito ClinicalTrials.gov creato dal
governo USA per offrire opportunità di trattamento sperimentale per medici e
pazienti che non pubblica i risultati delle ricerche e che viene battuto da
siti più dinamici tenuti da gruppi retti da pazienti. Ora il governo sta
preparando regole per favorire la pubblicazione nel sito dei trial clinici.
Discontent with consent.
Nature
Biotechnology Editorial 2012;30:469. A new type
of patient consent promises to galvanize how personal genomic and medical data
are shared in open research environments. Dato di fatto mostrato dal successo
di Facebook (890 milioni di utenti): “nearly one in seven of the world’s population is comfortable sharing
personal data over the internet”. Ma quando si tratta di condividere
dati medici o genetici le cose cambiano: vedi il recente insuccesso di Google
Health product per il trattamento di informazioni mediche personali a scopo di
ricerca. In USA è stato preparato il Portable Legal Consent (PLC) (http://weconsent.us) che ha lo scopo
di semplificare il consenso informato (CI) e assicurare il ritorno delle
informazioni alle persone accelerando così la raccolta di informazioni per la
ricerca biomedica. Vedi
precedenti Spigolature (3/2012, 2/2012: Informed consent on trial. Nature,
News 2012;482:16. Informed consent: cultural differences. Informed
consent: meet patients’ needs. Nature 2012;483:36. Nature, News 2012;482:16). Ma come sappiamo ci sono molti problemi: pz che nulla sanno di come è
andata la ricerca, nessuna pubblicazione dei risultati, molte donazioni di
materiale biologico possono essere usate in un solo progetto e analisi
successive, se fatte, sono contro legge. E questo è ancor più importante oggi
quando si sa che >95% delle varianti genomiche con probabile importanza
medica o biologica sono rare o rarissime (Science 2012;336:740; Not-so-rare gene variants. Nature 485:418)(Spigolature 5/2012). Con il PLC le persone
possono compilare on line il CI con obbligo di vedere un video di 6.5 minuti
prima di potere caricare i dati, e con la possibilità di annullare il CI in
ogni momento, ma non retrospettivamente. I ricercatori possono accedere ai dati
resi anonimi ma nello stesso tempo si impegnano a fornire alle persone i
risultati una volta ottenuti. Ma se non cambiano le leggi sulla privacy anche il
PLC rischia di essere applicabile a pochi. Ma è sempre più chiaro che
associazioni di pz con malattie rare o rarissime o ‘mystery
conditions’ sono
interessate a partecipare a progetti di ricerca aperti. L’editoriale conclude: “If
researchers can build a system like Facebook that accommodates both personal
data and personal choices about that data, then perhaps the patients will come”.
A broken contract. Nature 2012;486:312. “As researchers find more uses for data, informed consent has become a
source of confusion. something has to change”. La compagnia 23anMe ha annunciato il
brevetto per un test genetico di predisposizione al Parkinson basato su uno
studio di migliaia di persone con tale malattia. Ma la risposta di alcuni è stata giustamente: “when we agreed to the
terms of service and then when some of us consented to participate in research,
were we consenting to that research being used to patent genes? What’s the
language that covers that use of our data? I can’t find it”. Anche se nel
consenso c’è scritto: “If 23andMe develops intellectual property and/or commercializes
products or services, directly or indirectly, based on the results of this
study, you will not receive any compensation”.
Nell’articolo
vengono riportati alcuni esempi in cui si sottolinea che quello che c’è scritto
tra le righe è importante (vedete gli esempi). Vengono discussi nell’articolo vari
aspetti anche quelli relativi all’applicazione delle nuove potenti tecniche
genetiche e a risultati inattesi. L’argomento è molto attuale e discusso in
varie pubblicazioni recenti (vedi sopra e Spigolature Febbraio e Marzo 2012) “...
everyone participating in the studies must agree to learn all medically
relevant information arising from the analysis of their genomes. As a consequence, Brunner recently had to tell the family of a child
with a developmental disability that the child also has a genetic
predisposition to colon cancer. Not all researchers endorse the idea of
informing children about diseases that might affect them as adults. In this
case, doctors recommended early screening, and Brunner says, “the family
handled it very well; they said, ‘This is not what we anticipated, but it’s
useful information’. Come
veniva scritto in altri commenti sull’argomento i vantaggi devono esserci per
tutti, non solo per la compagnia che poi se ne fa un brevetto. L’applicazione
di nuovi consensi beneficeranno i pz, che avranno chiaro l’intero progetto e
potranno controllare i loro dati (e i risultati della ricerca in corso), ma
anche i ricercatori che potranno ampliare la numerosità e la qualità del loro
campione.
The fate and future of patents on human genes and genetic diagnostic
methods. Nature Reviews
Genetics 2012;13:441.
Ancora una Perspective su un argomento dibattuto (vedi Spigolature precedenti)
in cui si sottolinea sempre che è opportuno che i benefici delle ricerche devono
riguardare tutti ma tra questi tutti ci devono essere in primo luogo i pazienti.
Abstr: Since the 1970s, patents on human genes and
genetic diagnostic methods have been granted under the assumption that they
stimulate the development of diagnostic methods and therapeutic products.
However, the principles and practices of patenting vary between jurisdictions.
Do patent holders, researchers, clinicians and patients really benefit from
this heterogeneous patent system? We discuss the problems that result from the
current system and suggest how they might be solved by altering the way in
which patents are granted and/or licensed.
The Ultimate Genetic Test. PolicyForum Science
2012;336:1110. Sintesi stringata: “Individual
whole-genome sequencing has the potential to greatly improve disease prevention,
diagnosis, and treatment”. Ogni
genoma umano contiene 200.000 elementi codificanti, milioni di elementi
regolatori che definiscono i complessi network di segnali e di regolazione, 4 milioni di variazioni di sequenza, molte
senza effetto dannoso, ma alcune sono causa di malattia e di predisposizione a
malattie o sono responsabili delle risposte a terapie. In genere l’impatto
clinico di queste varianti è inversamente proporzionale alla sua frequenza, ad
es. malattie genetiche neonatali sono di solito varianti private de novo. Sinora l’identificazione di
queste varianti era possibile per un loro limitato numero e su indicazione
clinica. Il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) consente ora di studiare le
basi molecolari di migliaia di malattie, ma è imitata a pochi grandi centri
universitari (una dozzina in USA) per malattie “idiopatiche” e in genere
nell’ambito di progetti di ricerca clinici perché solo pochi lab. sono
certificati per WGS. Il costo dell’analisi
sta riducendosi sempre più (si prevede che arriverà a 1.000 dollari
USA), ma vi sono ancora alcuni aspetti critici costituiti dalla scarsa
conoscenza della variabilità genetica della popolazione per il ridotto numero
di genomi analizzati sinora, l’interpretazione funzionale di alcuni varianti
(primum non nocere) e la spiegazione che se ne da’ (consenso informato), la
protezione dell’autonomia, soprattutto in caso di minore, e della privacy del
paziente, il chi paga e l’opportunità che venga offerto anche a chi non può
pagarselo (quesiti che i clinici ben sanno e che condizionano pesantemente la
sua applicazione nella pratica, ndr.).
Whole-Genome Sequencing: The New Standard of
Care? PolicyForum Science2012; 336:1112. Sintesi stringata: Whole-genome sequencing may dramatically alter
medicine, but there are obstacles to broad implementation. That revolution has
largely not yet cometo be, and the popular press has begun to promote a view
that genetics has failed to live up to its promises (che tradurrei a braccio
così: come per tutte le rivoluzioni dopo il primo entusiasmo ci sia accorge che
non si possano completamente realizzare, ndr.). Cominciamo con gli studi di associazione per le malattie
comuni: l’odds ratio (numero di casi in cui il fenomeno
si è verificato/numero di casi in cui il fenomeno non si è verificato) è troppo
basso per essere usato nella pratica clinica e è ignoto come il rischio di più
varianti si combini in funzione additiva, moltiplicativa o compensatoria.
Malignamente viene sottolineato che per alcuni che danno validità a questi test
di associazione vi sia un interesse commerciale o accademico. Altro aspetto: la
scarsità di coloro che sono in grado più di altri di interpretare i dati che
escono da WGS (ogni genoma contiene ~150.000 nuove varianti del singolo
nucleotidi non presenti nel database pubblico dbSNP, incluse 250-300 varianti
che alterano i geni, 50-100 varianti di geni noti di malattia e ~20 geni
completamente resi inattivi) e di coloro che li
traducono in termini comprensibili ai consultandi. E poi incidentalomi (dati
inattesi e non correlati con il motivo per cui è stata eseguita l’analisi), per
alcuni di questi è possibile una prevenzione di malattia (es. BRCA), per altri
no (es. c. Huntington). Incorporazione delle informazioni nella medicina
clinica che è bayesiana (il rischio dato dal test va legato con la probabilità
a priori di quella malattia). Ma ammesso che si disponga di una risposta certa
di previsione di malattia, mancano dati sul fatto che gli interventi medici, se
ci sono, possano migliorare lo stato di salute della persona. Minding the gap:
urgono linee guida. Vedi http://www.phgfoundation.org/reports/10364/
o https://www.eshg.org/pppc.0.html
Reciprocal uniparental disomy in yeast. PNAS 2012;109:9947. Ricerche nel lievito dimostrano che
si possono formare cellule con UPD senza il passaggio intermedio della aneuploidia.
Interessante perché il doppio evento disgiunzionale e l’aneuploidia che
comporta uno svantaggio di crescita sono due meccanismi più complessi di un
singolo evento rappresentato dalla Reciproca disomia uniparentale. Questo
meccanismo potrebbe essere operante anche nei tumori umani in cui la UPD è
frequente.
Genomics: Think Global, Act Local. Cell 2012;149:1413. Bel titolo mediato dagli ecologisti.
Commento di 4 lavori che, come dice la presentazione, rappresentano gli enormi
spazi di azione (metagenomica, proteomica, possibilità di analisi anche dei
piccoli dettagli del genoma) che le nuove tecniche genetiche i cui costi sono in
rapida discesa offrono ai ricercatori. Vengono presentati 4 esempi: ruolo delle
inserzione e delezioni genomiche nell’evoluzione (Li, J., et al. PLoS Genet.
2012;8 e1002692), identificazione dei geni di enzimi “orfani” tramite le
Genomic neighbors di pathway neighbors (Yamada T., et al. Mol. Syst. Biol.
2012;8:581), mappatura fine della struttura cromatinica (Dixon J., et al.
Nature 2012;485:376), visione globale delle interazioni tra proteine e RNA
(Campbell Z., et al. Cell Rep. 2012;1:570). Tutte queste richiedono appunto una
combinazione del pensiero globale con un’azione locale.
Young Researchers Deserve More Support,
Reviews Say. PNAS
2012;109:1489. Due comitati USA, uno di NIH incaricato di dare
raccomandazioni per preparare e mantenere i ricercatori biomedici della
prossima generazione e uno del National
Academies per mantenere l’eccellenza nella ricerca USA (pg 1491 dello stesso
fascicolo). Le conclusioni sono che deve migliorare il training degli studenti
e che l’università deve preparare nuovi ricercatori che la nazione richiede. Ma
il problema è che il sistema USA produce candidati per attività di accademia
che non esistono (questa l’ho già sentita, anche da noi. Ndr). Inoltre i
laureati con borse di studio del governo federale gestite dai loro mentori sono
strettamente dipendenti da loro. Meglio sarebbe una sana competizione e un
sistema istituzionale di training per dare loro più indipendenza e flessibilità
per diventare ricercatori produttivi e perché possano scegliersi una carriera
al di fuori dell’accademia. Una sintesi delle raccomandazioni: finanziamenti
NIH non oltre i 6 anni, il training deve includere aspetti manageriali e di
imprenditorialità, piuttosto di aumentare il numero di borse meglio aumentare
gli stipendi (da $39.264 a $42.000), le istituzioni
di NIH devono aiutare gli studenti a tracciare insieme a loro la carriera e
accelerare la loro progressione a carriere indipendenti, incoraggiare le
università a finanziare gruppi di ricerca, armonizzare la giungla dei programmi
di training di NIH. Molti commenti e pareri. (Pur con molte differenze tra
Italia e USA alcuni suggerimenti sarebbero da considerare validi anche per noi,
ndr).
Insuring Greater Health. Science 2012;336:1362. Commento di un articolo (Q. J. Econ. 2012;127: 10.1093/ qje/qjs020) su un esperimento in
Oregon di copertura assicurativa sanitaria (Medicaid) con assicurati con
reddito annuale di $10,000 o meno estratti a
sorte. Negli assicurati vi è stato un uso sanitario (ricoveri spedalieri,
farmaci, visite ambulatoriali) maggiore del 15-30% e ricorso a test preventivi
(colesterolemia, mammografie) maggiore del 15-60% rispetto a coloro che non
erano stati scelti e non erano assicurati. La frequenza di diabete,
ipertensione, asma e depressione nei non assicurati è doppia rispetto a quelli
con copertura assicurativa. E’ come avere raddoppiato nei fortunati il reddito
annuale. (Impressive vero? Ndr).
No Crossing Over.
Science 2012 336. Per
assicurare la corretta segregazione cromosomica nella divisione meiotica
riduzionale e per introdurre una diversità genetica dei gameti i cromosomi
omologhi vanno incontro a rottura del doppio filamento (DSB) che tramite il crossing-over
(CO) e la ricombinazione legano insieme gli omologhi. Ma solo in una piccola
parte di DSB sono riparate con CO, ma per la maggior parte non avviene con
pathway non CO (NCO). Due lavori sullo stesso fascicolo (The Fission Yeast
FANCM Ortholog Directs Non-Crossover Recombination During Meiosis. pg. 1585; FANCM
Limits Meiotic Crossovers. Pg. 1588) nel lievito e nella pianta Arabidopsis
thaliana studiano i meccanismi del NCO. Il prodotto dell’ortologo del gene di
una forma di anemia Fanconi (FANCM) dell’uomo (MIM *609464) è un’elicasi, altamente
conservata, che è il principale fattore limitante della formazione del CO. Nel mutante
fancm la frequenza di CO è 3
volte di piuù CO dell’allele selvatico, e le CO in eccesso sono dovute a
attivazione di pathway minori. La manipolazione di fancm potrebbe essere
utile nella coltura delle piante. (e nell’uomo? ndr).
Evidence that publication bias contaminated studies relating social class and unethical behavior. PNAS 2012;109:E1587. Lettera che rivede dal punto di vista statistico la pubblicazione (segnalata in Spigolature Marzo 2012) di Piff e al. “Higher social class predicts increased unethical behavior. PNAS 2012;109:4086” da cui risultata che chi appartiene alla classe sociale più alta tende a comportarsi in modo non etico (guida dell’automobile, effetti comportamentali correlati, desiderio smodato, comportamenti fraudolenti, avidità). L’autore della lettera sostiene che i risultati presentati non sono attendibili e le conclusioni non provate e che “If the effect of social class on unethical behavior turns out to be real, then the findings of Piff et al. almost surely overestimate its magnitude”.
Cumulative Birth Rates with Linked Assisted Reproductive Technology
Cycles. NEJM 2012;366:2483. Efficacia della fecondazione assistita. Dal 2004 al 2009 su 246.740 donne con 471.208
cicli si sono avuti 140.859 nati vivi. Il tasso diminuisce con l’aumento dell’età
materna e aumenta con il numero di cicli. Con il 3° ciclo il tasso conservativo
e ottimale del 63% e del 75% per donne di età <31 anni diminuisce rispettivamente
al 19% e al 28% per donne di 41-42 anni e al 7% e 11% per quelle di 43 anni o
più.
Con la donazione di oocita I tassi sono
uniformemente più alti (60% e 80%).
Ethics of mitochondrial donation. Lancet
2012;379:2314. Per le
malattie le mitocondriali, per le quali non c’è cura né prevenzione, è
teoricamente possibile sostituire i mitocondri materni con quelli di una
donatrice mediante fertilizzazione in vitro (vedi precedenti Spigolature)(geneticamente
un padre e due madri). La tecnica non è per ora consentita in UK, dove è
consentita invece la donazione di oocita ma senza manipolazione e pone problemi
etici ovvi come quello di avere due madri e un padre e la sicurezza (ancora da
provare). Recentemente Nuffield Council on Bioethics ha
concluso che questa tecnica è una procedura etica a patto che
sia sicura e efficace. Queste conclusioni aprono la via a un pubblico dibattito
che si terrà nel prossimo Settembre. Vedi anche go.nature.com/fpn5bo.
Open your minds and share
your results. Nature 2012;486:441. An open approach is the
best way to maximize the benefits of research for both scientists and the
public. La capacità della scienza di
correggere i propri errori su basa su “open data” rendendosi così disponibile
alla analisi critica e alle contestazioni dei risultati ottenuti. Un recente
studio delle pubblicazioni delle riviste di biomedicine a più alto impatto ha
messo in evidenza che solo 22 richiedono i dati grezzi come condizione per la
pubblicazione e che il 40% dei lavori hanno mostrato di aderire a questa
richiesta, ma solo il 9% ha messo on-line i dati grezzi (A.
A. Alsheikh-Ali et al. PLoS
ONE 6, e24357; 2011).
“True openness requires data to be not only accessible, but also
intelligible, assessable (who produced the data, what are their qualifications,
do they have conflicts of interest?) and reusable”. E comunque “above all, we
need scientists to accept that publicly funded research is a public resource”.
Fetal tests spur legal battle. A newborn industry based on non-invasive genetic testing turns
combative. Nature2012;
486:454. Battaglia legale di 4 compagnie americane sullo
screening trisomia 21 da sangue materno (vedi Spigolature Maggio 2012). Lunga
storia dal 14 Ottobre 2005 (Sequenom licenses a patent for non-invasive prenatal
diagnosis) al 7 Maggio 2012 Ariosa (ex Aria) launches the Harmony
prenatal test. Se una compagnia ha il monopolio fa il prezzo e seleziona chi
può pagarlo. Ma c’è un argomento forse
ancora forte, come anche sopra precisato diffusione dei risultati delle
ricerche: “The bigger policy issue is whether society should allow monopolies
on medical practice, especially for medical technologies that benefited from
public funding”.
Delayed paternal age of reproduction in humans is associated with longer
telomeres across two generations of descendants. Nature
2012;109:10251. La
lunghezza dei telomeri si riduce con l’età nelle cellule con alta
proliferazione e questo contribuisce alla senescenza loro e dei tessuti. La
lunghezza dei telomeri nelle cellule spermatiche, in cui c’è un’alta attività
telomerasica, cresce invece con l’età e quindi figli di padri più anziani hanno
telomeri più lunghi. Questo è stato provato in uno studio longitudinale in cui l’età
paterna alla riproduzione ha un effetto sulla lunghezza dei telomeri nei figli
e che si accumula per almeno due generazioni. L’entità dell’allungamento è
paragonabile all’accorciamento telomerico negli anziani della stessa
generazione. Avere quindi antenati della linea maschile che si sono riprodotti
a età avanzata potrebbe avere un effetto favorevole sulla salute.
Dynamic epistasis for different alleles of the same gene. PNAS
2012;109:10420. Quando
le conseguenze fenotipiche da mutazione di un gene dipendono da una o più
mutazioni di un altro gene si parla di epistasi. Sappiamo più o meno come una mutazione
di un gene possa interagire con una di un altro, ma poco sappiamo dell’effetto
epistatico tra alleli diversi dello stesso gene. Il lavoro presenta i risultati
e soprattutto suggerisce la strada da seguire per una miglior comprensione del
fenomeno.
Distinct DNA methylomes of newborns and centenarians. PNAS
2012;109:10522. A whole-genome bisulfite sequencing (WGBS) of newborn
and centenarian genomes study. I
centenari hanno più sequenze DNA ipometilate rispetto ai neonati.
How do you feel? Nature Genetics 2012;44:618. Genetica della sensibilità al tatto. Commento di un lavoro ((PLoS Biol. 10, e1001318, 2012) che, studiando i gemelli, stima l’ereditabilità della sensibilità tattile (0.27) e vibratoria (0.52). Ambedue queste sensibilità sono correlate con la capacità uditiva (sono tutte caratteristiche meccano-sensitive). Nella s. Usher tipo 2 da mutazione USH2A, a trasmissione AR e con modesta ipoacusia le persone hanno sensibilità tattile e vibratoria ridotta simile a quelle di persone con ipoacusia in cui la mutazione non è stata trovata. Questo fa pensare che condividano gli stessi meccanismi genetici.
Genome test slammed for assessing ‘racial purity’. Nature 2012;486:167. Hungarian far-right politician certified as ‘free of Jewish and Roma’
genes.
CURIOSITA’
***Raindrops Don’t Swat Down Mosquitoes. Science 2012;366:1217. Una grossa goccia che cade su una zanzara dovrebbe avere lo stesso impatto di un bus su un uomo, ma così non succede. Perché? In Atlanta hanno filmato le zanzare sotto spruzzi di una pioggia artificiale (PNAS 2012) e hanno visto che le zanzare beccheggiano e girano su sé stesse per deviare i colpi e sopravvivono volando senza cadere per più di 20 lunghezze corporee (http://scim.ag/rainmos, con video). L’ipotesi che i ricercatori fanno è che gli insetti, colpiti da gocce d’acqua di peso sino a 100 milligrammi contro i 2 milligramma dell’insetto, hanno un bassa massa corporea e che l’esoscheletro, flessibile, le protegge da lesioni degli organi interni.
Jet Lag Disrupts Pregnancies in Mice; Science
2012;336:1083. Cosa succede
quando provochi il jet lag (desincronosi) ai topi in gravidanza? Effetti
disastrosi. Appena gravide sono state messe in un regime di luce artificiale
alterando progressivamente il ritmo luce-buio tanto da simulare un viaggio da
Chicago a Londra e alterando così il ritmo circadiano delle bestiole. Solo il
22% hanno partorito (vs 90% dei controlli) per mancato concepimento o
riassorbimento dei prodotti del concepimento. Viene riportato dalla letteratura
che lo stesso effetto si ha nelle donne che per lavoro viaggiano molto o nelle
assistenti di volo. Ma quando i topi vengono sottoposti a uno sfasamento
contrario luce-buio gli effetti sono minori. Quindi come consolazione: “if circadian changes lead to
fertility problems in women, careful scheduling might limit the turbulence”.
Less lactation may explain cancer rise. Nature 2012;486:473. Lettera che sottolinea l’utilità dell’allattamento al seno protratto e per
numerosi figli (Nature
485,
S62–S63;
2012)(S. Ip et al. Evid. Rep. Technol. Assess. 153, 1–186; 2007)
come possibile prevenzione dei tumori al seno. L’esposizione agli estrogeni,
soppressi durante l’allattamento, è ora molto più elevata rispetto al passato
(durata più breve, meno figli) aumentando la probabilità di alcuni tipi di
tumori del seno. (Vecchia questione, me la ricordo quando facevo il pediatra e
il Direttore della Clinica, Prof. E. Sartori, ne parlava con passione, ndr).