domenica 7 aprile 2013

Selezione Articoli Genetica Clinica/Umana Marzo 2013. R. Tenconi


Scelta di articoli di Genetica Clinica/Umana pubblicati nel Marzo 2013 nelle seguenti riviste: Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Neuroscience, Nature Biotechnology, Nature Genetics, Nature Medicine, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.

AUTISMO
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Understanding sex bias in autism spectrum disorder. PNAS 2013;110:4868. Commento di un articolo sullo stesso fascicolo (Examining and interpreting the female protective effect against autistic behavior. PNAS 2013;110:5258) sul perchè ci siano più maschi che femmine con autismo (4:1) e su un maggior rischio di autismo per i maschi o di un possibile fattore protettivo femminile che prevenga la familiarità dell’autismo. Se una femmina ha “un fattore protettivo” e manifesta l’autismo vuol dire che il suo “carico di fattori eziologici” (varianti genetiche, suscettibilità a fattori ambientali) è maggiore di quello dei maschi affetti. Nel lavoro viene quindi studiato quanto di questa preponderanza maschile possa essere spiegata da un effetto protettivo materno. Siccome l’autismo ha un’alta ereditabilità un effetto protettivo femminile farebbe sì che i fratelli di una femmina con segni clinici gravi di autismo siano portatori di più fattori di rischio dei fratelli di maschi con grave autismo. Come provare questa ipotesi? Studiando con test specifici per autismo due ampi campioni di gemelli dizigoti (3.842 di 12 anni UK e 6.040 di età 9-12 anni svedesi). In ambedue gli studi i fratelli di femmine con segni di autismo hanno in media un deficit di prestazioni significativamente maggiore dai fratelli di maschi con autismo. Varie considerazioni (leggetevi il bel commento) tra cui quella che il contributo eziologico familiare al comportamento autistico ha una distribuzione continua non modale, che conferma alcune caratteristiche autistiche (non la malattia vera e propria) frequentemente osservate nei familiari di affetti, spiegarne l’alta ereditabilità, e gli effetti additivi di varianti genetiche comuni.

Rare inherited mutations in autism, Nature Reviews Genetics. March 2013. Commento di due articoli (Rare Complete Knockouts in Humans: Population Distribution and Significant Role in Autism Spectrum Disorders. Neuron 2013;77:235. Using Whole-Exome Sequencing to Identify Inherited Causes of Autism. Neuron 2013;77:259) sul contributo di mutazioni ereditate causa di autismo mediante sequenziamento dell’intero esoma. Nel primo lavoro (quasi 1500 casi e oltre 5000 controlli)(se ho capito bene i numeri) si sottolinea che come per le rare varianti del numero di copie (CNV), che sono più frequenti nell’autismo rispetto ai controlli (6-8% vs 1-2%) con alcune di queste significativamente associate allo spettro autistico (ASD)(del o dup 16p11.2), così anche singole varianti nucleotidiche (SNV), come perdita di funzione in omozigosi o in composto eterozigote o in emizigosi sul cr.X dei maschi, sono più frequenti (il doppio) rispetto alla popolazione generale (3%) interessando, come le CNV, più geni in tutto il genoma. Alcuni di questi geni non sono stati segnalati in precedenti pubblicazioni. Da sottolineare quindi il ruolo di malattie AR nel determinismo di ASD.
Nel secondo lavoro sono state analizzate famiglie del consorzio Homozygosity Mapping Collaborative for Autism (HMCA), costituite da figli di consanguinei e/o di casi familiari con consanguineità; studiate prima con array-SNP e sono state escluse quelle con CNV di loci noti per ASD o altre condizioni. Sono state individuate mutazioni con perdita di funzione parziale (ipomorfe) di geni che con mutazioni nulle sono associati a altre malattie, come AMT (iperglicinemia non chetotica, MIM #605899), PEX7 (Condrodispl. puntata rizomelica 1, MIM #215100), SYNE1 (Atassia spino-cerebellare  AR 8, MIM #610743)(e altro), COH1 (S. Cohen, MIM #216550), PAH (Fenilchetonuria, MIM #261600) e POMGNT1 (Distrofia muscolare-distroglicanopatia A3, MIM #253280). Di interessante anche lo studio con analisi esonica di 70 noti geni delle malattia del neurosviluppo filtrando varianti rare in 163 famiglie consanguinee con uno o più casi con ASD: in 5 sono state trovate mutazioni bialleliche gravi. L’analisi di PEX7, SYNE1, COH1, PAH e POMGNT1 in 612 casi sporadici senza consaguineità ha identificato in almeno due una mutazione biallelica di COH1 (ma da come descrivono mi pare che il fenotipo, anche se non classico, fosse compatibile con la sindrome Cohen, come spesso accade molta molecolare ma poca clinica alla base di questi studi, ndr). Gli AA concludono che il sequenziamento dell’intero esoma può individuare condizioni genetiche non sospettabili clinicamente (come ben sappiamo, ndr) e sottolineano l’importanza della parziale perdita di funzione genica nello spettro autistico.

Dysregulation of synaptic plasticity precedes appearance of morphological defects in a Pten conditional knockout mouse model of autism. PNAS 2013;110:4738. Sappiamo che mutazioni di PTEN, gene soppressore di tumore, sono causa di vari tumori (glioblastoma, canco dell’endometrio e prostatico) e della s. Cowden. Ma sappiamo anche che sono causa di autismo (5-10% dei pz autistici) con mutazioni con perdita di funzione che producono anche una progressiva macrocefalia (presente nel 20% dei bambini con autismo). Topi KO per PTEN hanno segni simil-autistici, parzialmente eliminati con rapamicina (vedi Autism-related deficits via dysregulated eIF4E-dependent translational control. Nature 2013;493:3719(Articoli interesse Gen 2013). Nel topo KO condizionale di Pten si osserva un’anomalia delle cellule granulari del giro dentato, dei neuroni piramidali dell’ippocampo dell’area CA3 e di un gruppo di neuroni postmitotici della corteccia), ma vi sono anche effetti morfologici (come aumentate dimensioni del giro dentato e della neocorteccia e altre anomalie) associate a anomalie comportamentali e cliniche (convulsioni, deficit sociali e cognitivi, ipersensibilità a stimoli sensoriali, ansietà). Le anomalie morfologiche sono considerate correlate alla sintomatologia, ma, e questo è lo scopo del lavoro, si vuole verificare se difetti di plasticità neuronale precedono o ne sono una conseguenza.
Si dimostra che prima della comparsa di apprezzabili anomalie morfologiche nel topo la delezione di Pten delle cellule granulari del dentato sregola la plasticità sinaptica, fatto questo che può contribuire al fenotipo autistico e che PTEN svolge un nuovo ruolo di regolazione della funzione sinaptica.

MALATTIE NEUROLOGICHE/NEURODEGENERATIVE/PSICHIATRICHE
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Genotype–phenotype correlations in neonatal epilepsies caused by mutations in the voltage sensor of ev7.2 potassium channel subunits. PNAS 2013;110;4386. AA italiani. Mutazioni di KCNQ2 (gene del canale del potassio) dello stesso residuo del dominio S4 causano convulsioni familiari neonatali benigne (R213W)(MIM #121200) o encefalopatia epilettica neonatale farmacoresistente e deficit cognitivo con caratteristici aspetti EEGrafici e della RM cerebrale (R213Q)(MIM #613720). Studi funzionali mostrano che ambedue ne destabilizzano l’apertura con un considerevole diminuzione della sensibilità al voltaggio del canale, destabilizzazione più pronunciata nel caso di R213Q rispetto a R213W. Nelle cellule piramidali dell’ippocampo ambedue le mutazioni aumentano la frequenza del cell firing, ma ancora l’effetto della mutazione R213Q è maggiore rispetto alla R213W. Questo significa che la gravità è correlata con la compromissione funzionale del canale e pone le premesse per l’individuazione di anticonvulsivanti farmaci che agiscano adeguatamente sull’apertura del canale nell’encefaloptia epilettica neonatale.
(vedi anche Bedside to bench: Opening up the potassium door in neonatal seizures. Nature Medicine 2012;18:1624 e Finding the epileptogenesis switch. Nature Medicine 2012;18:1626)(Articoli Nov 2012).

Axonal transport deficits and neurodegenerative diseases. Nature Reviews Neuroscience 2013;14:161. Il trasporto assonale è un processo essenziale per la sopravvivenza neuronale data l’estrema polarità e le dimensioni di queste cellule, che hanno assoni lunghi più di 1 metro, e che richiedono una comunicazione efficiente dal corpo cellulare all’estremità dell’assone. Il trasporto consente il rifornimento di proteine, lipidi e mitocondri e depura e ricicla accumuli di proteine malripiegate evitando così l’accumulo di detriti cito-tossici. Il trasporto assonale è anche cruciale per la trasmissione nervosa consentendo ai neuroni di rispondere efficacemente a segnali trofici o danni da stress. Nelle malattie neurodegenerative il meccanismo patogenetico comune è appunto un alterato trasporto assonale (ma non si sa bene come l’alterato trasporto porti alla neurodegenerazione, che è l’argomento di questa review. Le patologie con alterato trasporto assonale sono la m. Alzheimer (3 geni), m. Parkinson e s. Perry (5 geni), m. Huntington, le m. del moto-neurone superiore (9 geni), le m. Charcot-Marie-Tooth (5 geni), le m. del moto-neurone inferiore (2 geni), la Sclerosi Laterale Amiotrofica (3 geni), con specificato per ognuna i vari meccanismi patogenetici assonali. Per la terapia vi è poco successo nell’individuare farmaci in grado di bloccare la neurodegenerazione. Nella CMT è stato provato con un certo effetto in modelli animali un approccio farmacologico con inibitori di HDAC6 (istone deacetilasi 6) per aumentare l’acetilazione tubulinica. Sono in corso altri studi.

Inhibition of TFG function causes hereditary axon degeneration by impairing endoplasmic reticulum structure. PNAS 2013;110:5091. Le paraplegie spastiche ereditarie (HSP)(frequenza 1:20.000 nella popolazione europea) sono un gruppo di malattie con debolezza e spasticità degli arti inferiori con disturbi della sensibilità profonda degli arti inferiori e della minzione. Sono dovute a un’assonopatia distale correlata alla lunghezza dell’assone di fibre nervose corticospinali (forme pure). Il coinvolgimento di altri neuroni determina altri segni neurologici (forme complicate) incusa atassia, segni extrapiramidali, deficit intellettivo/demenza, difetti visivi, epilessia. Sono patologie progressive con età di insorgenza variabile. L’eterogeneità fenotipica è accompagnata da eterogeneità genetica, con almeno 40 loci diversi e con diversa trasmissione AD (70-80%), AR (20-30%) e XL (rare). Nella metà dei casi non si conosce il gene malattia. E nella metà dei casi è rilevabile una patologia della dinamica degli organelli cellulari, documentata anche dal coinvolgimento di geni il cui prodotto partecipa all’architettura del reticolo endoplasmatico.
Nel lavoro vengono presentati i risultati di un’analisi genetica con GWSA, linkage, sequenziamento esonico dell’intero esoma di componenti una famiglia con due fratelli affetti (12 e 16 anni) su una fratria di tre con HSP complicata (precocissima spasticità deli arti inf, atrofia ottica a 2.5 a, atrofia muscolare interessante anche le mani, neuropatia sensitivo-motoria demielinizzante, con quadro clinico attualmente stabilizzato). Gene malattia: Trk-fused gene (TFG), con mutazione in omozigosi. La proteina mutante non è in grado di formare un complesso oligomerico non consentendone la normale funzione. Nelle linee cellulari l’inibizione di TFG rallenta la secrezione proteica dal reticolo endoplasmico e ne altera la morfologia compromettendo la formazione dei microtubuli del citoscheletro. Il gene TGF è il gene-malattia di una neuropatia sensitivo motoria ereditaria (MIM #608434 Hereditary Motor And Sensory Neuropathy, Proximal Type) segnalata nel 2012.

Parkinson gene partners. Nature Medicine 2013;19:278. Varianti comuni del locus PARK16 e del gene LRRK2 aumentano il rischio di m. Parkinson (PD). Nel lavoro commentato (RAB7L1 Interacts with LRRK2 to Modify Intraneuronal Protein Sorting and Parkinson’s Disease Risk. Neuron 2013;77:425) si dimostra che variazioni di questi loci interagiscono nell’alterare la funzione dei lisosomi e l’integrità dei neuroni. Nella PD è sempre stato impossibile cogliere gli eventi patogenetici tissutali iniziali con la morte dei neuroni mesencefalici dopaminici data la lunga durata della malattia. Vi sono rare forme familiari AD con mutazione (missenso e triplicazioni) del gene a-Syn (Alfa sinucleina, SNCA)(PD 1 e 4) che partecipa alla cinetica delle vescicole sinaptiche e al traffico vescolare del Golgi, del gene leucine-rich repeat kinase-2 (LRRK2) le cui mutazioni sono responsabili dell’alterata degradazione proteica e del gene VPS35 a funzione non ben nota. Studi di GWAS confermano che anche nei casi sporadici sono coinvolti i geni a-Syn e LRRK2. Il locus PARK16 è composto da 5 diversi geni, nel lavoro si osserva che l’espressione di solo uno di questi, RAB7L1, è in grado di controllare in vitro l’eccessiva crescita neuritica e ridurre le alterazioni morfologiche lisosomiali di neuroni con mutazione LRRK2. Le proteine di questi due geni si co-localizzano nelle stesse strutture intracellulari. Le varianti di PARK16 che conferiscono rischio di PD determinano uno splicing alternativo di RAB7L1 con una proteina tronca, che non ha l’effetto dell’allele selvatico di controllo della crescita neuritica. La sovraespressione di VPS35 produce lo stesso effetto di RAB7L1 con controllo della crescita neuritica sempre nelle cellule con mutazione LRRK2. Questo lavoro dimostra che vi è una relazione funzionale tra diversi loci che danno un rischio di PD e i cui prodotti sono coinvolti nell’appropriata localizzazione nella cellule delle proteine.

Sclerosi laterale amiotrofica (ALS): malattia neurodegenerativa a esordio tardivo, molto variabile fenotipicamente. In genere sporadica, solo 10% dei casi familiari a trasmissione AD (molto rara la AR) geneticamente molto eterogenea (con 20% da mutazione SOD1). La patogenesi della ALS non è nota, vi sono evidenze per un alterato processamento RNA. L’individuazione di un’espansione di una sequenza esanucleotidica in una regione non codificante del gene C9ORF72 nel 40% dei casi familiari di ALS, nel 21% dei casi familiari di Demenza fronto-temporale (FTD) e anche nel 7% dei casi sporadici di ALS e nel 5% dei casi FTD, ha contribuito in maniera significativa a far concludere che ALS e FTD fanno parte dello stesso spettro clinico-patologico (inclusioni citoplasmatiche ubiquinate di TDP-43).
Controversies and priorities in amyotrophic lateral sclerosis. Lancet Neurology 2013;12:310.
L’alta proporzione di casi sporadici (90%) e la penetranza incompleta di geni di casi familiari suggerisce che almeno alcun forme di ALS siano patologie multifattoriali con l’intervento di più geni, più fattori ambientali ancora non identificati, l’età e forse anche eventi casuali
Commento RNA That Gets RAN in Neurodegeneration. Science 2013;339:1282 e articolo The C9orf72 GGGGCC Repeat Is Translated into Aggregating Dipeptide-Repeat Proteins in FTLD/ALS. Science 2013;339:1335. La Sclerosi laterale amiotrofica e la Degenerazione Lobare Fronto-Temporale sono devastanti malattie neurologiche (neuromuscolare una e cognitiva la seconda) con ampia sovrapposizione clinica, neuropatologica e genetica con un gene più frequentemente mutato in ambedue: C9orf72 (vedi sopra). Non è noto come l’espansione causi la neurodegenerazione. Le inclusioni ubiquinate nel SNC sono di due tipi, una è costituita dalla proteina TDP-43 fosforilata (vedi Selezione Articoli Feb 2013: ALS-linked TDP-43 mutations produce aberrant RNA splicing and adult-onset motor neuron disease without aggregation or loss of nuclear TDP-43. PNAS 2013 on line:E736). Ma le inclusioni nel cervelletto e nell’ippocampo e nella neocorteccia non contengono TDP-43 e sono a contenuto non noto. Nel lavoro risulta che sono costituite da ripetizioni dipeptidiche Gly-Ala e meno frequentemente da Gly-Pro e Gly-Arg che sono prodotte da una traduzione non comune del RNA mutante espanso. Questo meccanismo ci fa capire come l’espansione esanucleotidica determina il quadro patologico.
Glia as primary drivers of neuropathology in TDP-43 proteinopathies. PNAS 110:4439. Il dilemma del perché i neuroni muoiono quando si formano aggregati proteici intracellulari (vedi anche sopra), come nel Alzheimer, Parkinson e Sclerosi Laterale Amiotrofica. Incomincia a farsi strada l’ipotesi che la glia svolga un ruolo importante nella degenerazione. Nella ALS da difetto di TDP-43 (TAR DNA-binding protein 43) e nella FTLD, che fanno parte di una nuova entità nosologica la Proteinopatia TDP-43, vi è un accumulo di questa proteina nei neuroni e all’esame istologico si rileva anche una proliferazione significativa gliale, confermata dagli aspetti istopatologici nei modelli animali di ASL che mostrano una patologia gliale con attivazione astrocitica e microgliale. Nel lavoro che viene commentato (Astrocyte pathology and the absence of noncell autonomy in an induced pluripotent stem cell model of TDP-43 proteinopathy. Proc Natl Acad Sci USA 110:4697–4702) si suggerisce che la morte degli astrociti sia almeno in parte responsabile della morte neuronale per la perdita di segnale neutrofico secreto dagli astrociti e che la gliosi sia reattiva e sostitutiva. Commento finale (e parzialmente personalizzato, ndr): per capire la neurodegenerazione dobbiamo guardare non solo al “padrone di casa” ma anche ai suoi vicini.
Astrocyte pathology and the absence of non-cell autonomy in an induced pluripotent stem cell model of TDP-43 proteinopathy. PNAS 2013;110:4697. Da cellule staminali pluripotenti umane (iPSC) con la mutazione del gene TDP-43 è stato possibile ottenere astroglia funzionale, gli astrociti hanno livelli aumentati di TDP-43 che viene accumulata in sede inappropriata e che hanno una ridotta sopravvivenza, senza influenzare però la sopravvivenza dei motoneuroni. Con un comportamento autonomo degli astrociti diverso da quello prodotto da mutazione SOD1.

Loss of ALS-associated TDP-43 in zebrafish causes muscle degeneration, vascular dysfunction, and reduced motor neuron axon outgrowth. PNAS 2013;110:4986. Per meglio comprendere la funzione di TDP-43 sono stati sudiati gli aspetti morfologici, di sviluppo e le conseguenze molecolari della perdita di questo gene nello zebrafish. Il topo KO è precocemente letale. Lo zebrafish ha un accorciamento assonale dei motoneuroni spinali. TDP-43 si è poi dimostrato necessario per lo sviluppo dei vasi, della perfusione e del mantenimento muscolare. L’analisi proteomica ha mostrato una riduzione di proteine muscolo-specifiche, come c’era da attendersi, ma anche una aumento di una proteina legante l’actina, Filamina C, che è aumentata in sede frontale anche nei pz con ALS e FTLD. Interessante aspetto, in quanto l’aumento di Filamina C potrebbe alterare la funzione vascolare neurologica, alterando il flusso cerebrale e compromettendo la barriera emato-encefalica, come si osserva nei pz ALS/FTLD, precedendo la neurodegenerazione.

Mutations in prion-like domains in hnRNPA2B1 and hnRNPA1 cause multisystem proteinopathy and ALS. Nature 2013;95:467. Inizia classicamente con: “Elucidating the genetic basis of rare, inherited diseases can provide valuable insights to the molecular pathogenesis of common diseases”. La miopatia da corpi inclusi (IBM) ha un quadro clinico molto complesso con segni della m. Paget ossea (PDG), demenza fronto-temporale (FTD) e sclerosi laterale amiotrofica (ALS), E’ una rara degenerazione progressiva muscolare, cerebrale, del motoneurone e scheletrica da prevalente patologia di TDP-34, per questo è anche chiamata Proteinopatia multisistemica (MSP). In una parte dei casi la mutazione interessa il gene VCP gene, che codifica una segregasi ubiquitino-dipendente. L’identificazione di questo gene come causa di queste malattie ha consentito di identificarne mutazioni in malattie molto più comuni come nei casi familiari e sporadici di ALS, FTD, IBM e PDB. In una famiglia con neurodegenerazione a trasmissione AD con un quadro clinico simile a MPS, negativa a VCP mediante sequenziamento esonico dell’intero genoma è stato individuato una mutazione missenso ritenuta patogena del gene malattia che codifica hnRNPA2B1 (Heterogeneous nuclear ribonucleoproteins A2/B1), una proteina legante RNA. In un’altra famiglia MPS con la stessa metodologia è stata trovata la stessa mutazione dello stesso gene. Nell’analisi esonica dell’intero genoma di 212 casi familiari di ALS è stata trovata una famiglia con trasmissione AD di ASL con mutazione dello stesso residuo del gene HNRNPA2B1. Lo screening mutazionale di altri 305 casi sporadici di ALS ha individuato una mutazione non sinonima di hnRNPA1 in una classica ALS a insorgenza tardiva.
Le mutazioni promuovono un’aumentata incorporazione della proteina nei granuli da stress portando alla formazione di inclusioni citoplasmatiche nei modelli animali che ricapitolano la malattia nell’uomo. L’alterata polimerizzazione può iniziare la malattie neurodegenerativa.

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Muscular dystrophies. Lancet 2013;381:845. Seminario su questo gruppo molto eterogeneo di patologie ereditarie che hanno un quadro clinico simile e alterazioni distrofiche muscolari di due AA italiani (Roma Cattolica e Londra), con quadri clinici, patogenesi molecolare, strategie diagnostiche e sviluppi terapeutici (alcune di queste sono in sperimentazione clinica)(vedi precedenti selezioni di articoli, ad es. Dic 2012 Wnt7a treatment ameliorates muscular dystrophy. PNAS 2012;109:20614, e Spigolature Dic 2012 A Genetic Intervention Stands a Skip Away from Clinical Tests. Perspective. Science 2012;338:1431).

A Protease for the Ages. Science 2013;339:1529. Sottotitolo: Structures of membrane metalloproteases
provide the basis for understanding mutations associated with premature aging. Perspective di due articoli sulle basi molecolari di un gruppo di patologie chiamate Laminopatie (Structure of the Integral Membrane Protein CAAX Protease Ste24p. Pg. 1600; The Structural Basis of ZMPSTE24-Dependent Laminopathies.Pg. 1604”. Mutazioni di Lamina A (la lamina è una proteina fibrosa le cui molecole si uniscono fra loro formando filamenti che intrecciandosi formano la struttura di sostegno della membrana nucleare) o della metalloproteasi zinco-dipendente (enzima proteolitico il cui meccanismo catalitico comporta la presenza di un metallo) ZMPSTE24 sono causa della Progeria (s.Hutchinson-Guilford)(HGPS)(rarissima (1:4,000,000 nati vivi), della Dermopatia restrittiva (RD) e della Displasia Mandibolo-acrale (MAD-B), con accumulo nel nucleo di prelamina A farnelisata e non modificata. Il topo “nullo” (senza metalloproteasi) ZMPSTE24 ha fratture scheletriche spontanee, cardiomiopatia, grave debolezza muscolare e perdita di pelo. Nell’uomo con mutazione di ZMPSTE24 la gravità dipende dai livelli di questa metalloproteasi, la forma più grave è la RD letale e la Progeria atipica. Le forme meno gravi sono la MAD-B e la S. Metabolica (MS) con lipodistrofia, resistenza insulinica, anomalie cutanee e scheletriche (riassorbimento mandibolare, clavicolare e delle falangi terminali). Le mutazioni ZMPSTE24 sono tutte recessive. Il gene LMNA codifica la prelamina A che viene convertita in lamina A con un processo a due tappe da parte di ZMPSTE24. Se questa modificazione non avviene si accumula a livello della membrana nucleare prelamina A farnesilata e metilata. Questo “molecular culprit” (lesione molecolare, ndr) determina l’invecchiamento precoce con deformazione della membrana e alterazione di espressione di alcuni geni. Nei due lavori su Science del 2013 viene riportata la struttura molecolare della ZMPSTE24 (nell’uomo e nel lievito), proteina essenziale per la maturazione post traduzionale della Lamina A. Non è ancora chiaro come difetti di modificazione del C-terminale della lamina A da parte di ZMPSTE24 possano produrre segni di invecchiamento, ma comunque questo suggerisce un ruolo importante per le metalloproteasi in questo processo. Il modello tridimensionale sviluppato in questi due studi è quello di un voluminoso avvallamento nella membrana nucleare in cui avviene il processo di maturazione della lamina A. Capire come funziona il modello e quali i punti importanti di azione di ZMPSTE24 può aprire la strada a nuove terapie per queste gravi patologie ma anche capire i meccanismi dell’invecchiamento patologico e fisiologico.
(è in corso una sperimentazione clinica con un inibitore della farnesiltrasferasi, Lonafarnib, iniziata nel 2007 con discreti risultati associato a un farmaco per l’ipercolesterolemia, pravastatin, e uno per la prevenzione delle fratture, zoledronato)(vedi Spigolature Set 2012)(Drug Trial Offers Uncertain Start in Race to Save Children With Progeria. Science 2012;337:1594

GENETICA MEDICA (sequenziamento esonico-genomico, proteoma e CNV)
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Return of Unexpected DNA Results Urged. Science 2013;339:1507. Siamo (Genetisti, Eticisti, Medici) scioccati dalle raccomandazioni di American College of Medical Genetics and Genomics  “patients undergoing genomic sequencing should be informed whether 57 of their genes (è una lista minima di condizioni e di mutazioni che gli AA della raccomandazione ritengono rilevanti e da comunicare, vedi Tabella alla fine del doc.) put them at risk of serious disease in the future, even if they don’t want that information now”. Questo vale anche per i bambini i cui genitori sono informati se la malattia non consentirà loro di raggiungere l’età adulta (ACMG Recommendations for Reporting of Incidental Findings in Clinical Exome and Genome Sequencing)(http://www.acmg.net/docs/ACMG_Releases_Highly-Anticipated_Recommendations_on_Incidental_Findings_in_Clinical_Exome_and_Genome_Sequencing.pdf). Questo, dice il commento di Science, cozza evidentemente contro il principio del “non voler sapere”. L’argomento è estremamente interessante e lascia aperto il dibattito.

Interpreting the role of de novo protein-coding mutations in neuropsychiatric disease. Nature Genetics 2013;45:234. L’anamnesi, gli studi di linkage e di GWAS depongono per una forte componente ereditaria delle patologie psichiatriche. Sono stati raccolti molti risultati con le analisi di NGS soprattutto nell’autismo (vedi biblio molto abbondante), con diverse metodologie in cui è stato osservato un rilevante aumento di mutazioni de novo significative (nonsenso, sito di splicing, frameshift) interessanti numerosi geni. Lo stesso anche per la schizofrenia. In questa Perspective vengono prese in considerazione le numerose pubblicazioni relative soprattutto all’autismo e le difficoltà di interpretazione dei risultati, del peso da dare alle missenso, la stima della penetranza e la quantificazione dell’importanza delle variazioni de novo e di quelle ereditate. L’identificazione di mutazioni de novo nella singola persona non è sufficiente per attribuire una valore a quanto osservato, perché l’attribuzione causale deve essere “beyond reasonable doubt” perché l’incorretta attribuzione di quanto trovato può avere gravi conseguenze sulla persona e sulla famiglia. La procedura da adottare è quindi quella classica: mutazione che altera la funzione dello stesso gene in più persone con la stessa condizione e prove funzionali compatibili con quel fenotipo. Per i risultati delle analisi esonica del genoma va poi applicata la stessa procedura di interpretazione di patogenicità applicata per i CNV, costituendo un database con genotipo (mutazioni de novo di tratti codificanti) e fenotipo associato (raccomandazione giustissima, ndr).

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Sta cambiando la nostra idea che si aveva del nucleo, cuore della cellula e informatore di messaggi al citoplasma. Ma la biologia del nucleo che conosciamo in parte ora è un processo molto più dinamico, e, nell’orchestra cellulare, il nucleo non è più solo la sede dello spartito musicale ma il compositore e il direttore dell’esecuzione. Cell ha dedicato un fascicolo speciale (14 March 2013), intitolato il Nucleo dinamico.
Nuclear Biology: What’s Been Most Surprising? Cell 2013;152:1207.
The Cell Biology of Genomes: Bringing the Double Helix to Life. Pg. 1209.
Spinning the Web of Cell Fate. Pg. 1213.
Uncovering Nuclear Pore Complexity with Innovation. Pg. 1218.
Enclosing Chromatin: Reassembly of the Nucleus after Open Mitosis. Pg. 1222.
Transcriptional Regulation and Its Misregulation in Disease. Pg. 1237.
Genome Architecture: Domain Organization of Interphase Chromosomes. Pg. 1270.
CTCF and Cohesin: Linking Gene Regulatory Elements with Their Targets. Pg 1285.
X-Inactivation, Imprinting, and Long Noncoding RNAs in Health and Disease. Pg. 1308.
Epigenetics of Reprogramming to Induced Pluripotency. Pg. 1324.
Chromatin Remodeling at DNA Double-Strand Breaks. Pg. 1344.
Chromatin Movement in the Maintenance of Genome Stability. Pg. 1355.
When Lamins Go Bad: Nuclear Structure and Disease. Pg. 1365.
Nuclear Positioning. Pg. 1376.

A Medical Renaissance? Science 2013;339:1539.
-          Special Section: Cancer Genomics.
-          Steering Cancer Genomics Into the Fast Lane. Pg 1540
-          The Downside of Diversity. Pg. 1543
Reviews:
-          Cancer Genome Landscapes. Pg. 1546
-          Diagnostic Cancer Genome.Pg. 1559
-          Sequencing and the Contribution of Germline Variants. Pg. 1559. Vengono mostrati i risultati del sequenziamento dell’intero genoma (WGS) che hanno portato a comprendere come le varianti germinali e le mutazioni determinano una predisposizione al cancro. La Review prende in considerazione il cancro colo-rettale (12 geni) come esempio di applicazione clinica e predittiva delle nuove conoscenze. Viene sottilineato però che con WGS si possono identificare varianti con differente penetranza (alta, bassa) e varianti di incerto significato (VUS)(molto più delle CNV, ndr) e “as most medical professionals have limited backgrounds in medical genetics, the frequent occurrence of VUSs may hinder (rendere difficile) the clinical implementation of genetic screening”. La review sottolinea ripetutamente la necessità di una consulenza genetica pre- e post-test.
-          Cancer Pharmacogenomics: Early Promise, But Concerted Effort Needed. Pg. 1563
-          Epigenetic Reprogramming in Cancer. Pg. 1567
See also Editorial p. 1493; Science Signaling; Science Podcast; and Science Careers at www.sciencemag.org/special/cancergenomics

Y-linked duplication, Research Highlights. Nature Reviews Genetics March 2013. Genetic basis of Y-linked hearing impairment. AJHG 2013;92:301. Y-linked inheritance of non-syndromic hearing impairment in a large Chinese family. JMG 2004;41:e80. E’ riportata una ipoacusia neurosensoriale (mi sono andato a leggere l’articolo su JMG del 2004) non sindromica bilaterale post-linguale e progressiva trasmessa con il cromosoma Y (l’unica patologia mendeliana legata al cromosoma Y) di una famiglia cinese in cui in 7 generazioni con 29 affetti (aggiornata ora di altre 2 generazioni) si documenta una trasmissione Y. Ora ne viene la spiegazione (sintetizzata dal commento e ancor più stringatamente da OMIM %400043): il cromosoma Y associato alla sordità è strutturalmente riarrangiato e ha inserito un segmento del cromosoma 1, che contiene 5 geni, che è una regione associata alla sordità (DFNA49, MIM %608362); in triplice copia uno o più di questi geni causa il fenotipo (come sempre la bellezza della morfologia citogenetica (FISH e Fiber-FISH) è imbattibile, ndr).

Gain-of-function mutations in the mechanically activated ion channel PIEZO2 cause a subtype of Distal Arthrogryposis. PNAS 2013;110:4667. Le contratture congenite multiple (Artrogriposi) comprendono almeno 300 diverse condizioni con contratture articolari non progressive che originano in utero per scarsi movimenti fetali; alcune sono da causa ambientale (ridotti movimenti fetali come da spazio uterino ristretto) o da malattie materne (miotonia), altre da m. fetali dello sviluppo neurologico (90%), muscolare (5-10%) o connettivale e scheletrico. La prevalenza alla nascita è di 1:3.000. Delle forme distali (DA) sono descritte almeno 10 forme in base alla presenza di altre anomalie. Di queste la DA tipo 5 (MIM %108145), in cui sono presenti anche anomalie oculari (oftalmoplegia, caratteristica ptosi palpebrale, strabismo) e talora ipertensione polmonare da malattia restrittiva polmonare. E’ una patologia autosomica dominante di cui sinora non è nota la causa. Nel lavoro si identifica il gene malattia dal sottotipo di DA5 con malattia restrittiva polmonare: è il gene canale cationico meccanicamente attivato PIEZO2. La famiglia Piezo (dal greco piesi=pressione) è costituita da proteine transmembrana con numerosi domini transmembrana che svolgono un ruolo nell’adattamento rapido di correnti meccanicamente attivate nei neuroni somatosensoriali. L’identificazione è avvenuta in una famiglia, con madre e figlia affetti, mediante sequenziamento esonico dell’intero genoma e un una seconda famiglia con sequenziamento dell’intero genoma nell’unico affetto. Queste due mutazioni determinano un’aumentata attività del canale in risposta a stimoli meccanici, suggerendo quindi che siano mutazioni attivanti.

Loss-of-function mutations in SMARCE1 cause an inherited disorder of multiple spinal meningiomas. Nature Genetics 2013;45:295. I meningiomi (90% cranici, 10% spinali) sono in genere tumori sporadici, ma compaiono con alta frequenza (50-70%) nella Neurofibromatosi 2. E’ presente perdita bialellica di NF2 nei meningiomi di pz con NF2, mentre nei meningiomi sporadici sono presenti mutazioni somatiche di NF2. Nel 4% dei pazienti i meningiomi cerebrali sono multipli, ma non sono riscontrabili mutazioni germinali del gene NF2 se non ci sono altri segni della NF2. Gareth Evans, esperto di NF2, riporta i risultati dell’analisi esonica dell’intero genoma di 3 pz con meningiomi multipli spinali familiari e poi di altri 6 pz sempre con meningiomi spinali multipli trovando una mutazione con perdita di funzione in 4 pz (4/9) del gene SMARCE1. In conclusione questo è un gene soppressore di tumore, i meningiomi multipli spinali sono una nuova entità clinica con specifiche caratteristiche istologiche (a cellule chiare).

Mutations causing medullary cystic kidney disease type 1 lie in a large VNTR in MUC1 missed by massively parallel sequencing. Nature Genetics 2013;45:299. Limiti (falso negativo) del sequenziamento massivo parallelo del DNA (che assicura un incremento del numero di sequenze ottenute in ciascuna corsa di 3-4 ordini di grandezza rispetto alle normali tecniche di sequenziamento capillare) nelle malattie mendeliane. La malattia cistica midollare renale (MCKD1)(MIM %174000) è una rara malattia AD tubulo-interstiziale renale con esito in insufficienza dopo la terza decade di vita. La diagnosi è resa difficile dal decorso, imprevedibile, e dall’assenza di altri segni clinici. Studi di linkage avevano identificato un locus in 1q21. Con questo lavoro è identificato il gene-malattia in 6 famiglie, con mutazioni di tipo non comune “recalcitrant to detection by massively parallel sequencing”. Infatti l’analisi esonica e dell’intero genoma non sono state in grado di identificare il gene e la mutazione, che è stata individuata con tecniche di clonaggio, sequenziamento capillare e assemblaggio de novo, del tutto sottorappresentata nel sequenziamento massivo parallelo, una mutazione (inserzione di una citosina) in copie diverse da caso a caso in un’unità di ripetizione di sequenze ripetute (lunghe e ricche di GC) molto variabili, nel gene MUC1, che codifica la Mucina 1.
Il gene Muc1 nel topo KO dimostra di non essere essenziale, nell’uomo quindi la mutazione potrebbe avere un effetto dominante negativo o essere attivante. L’insorgenza tardiva della sintomatologia lascia spazio a una possibile terapia presintomatica.

Antibody deficiency associated with an inherited autosomal dominant mutation in TWEAK. PNAS 2013;110:5127. Mutazione di geni della superfamiglia TNF e dei loro recettori causano malattie immunitarie o autoimmunitarie, come la s. Linfoproliferativa autoimmune (mutazioni di CD95 o TNFRSF6), s. Febbre periodica familiare (TNFR1), s. Iper IgM syndrome (CD154/CD40), s. con Sensibilità a EBV (CD27). Immunodeficienze comuni variabili (CVID) sono un gruppo eterogeneo di difetti primitivi anticorpali con riduzione dei livelli di Ig e difettosa risposta anticorpale ai comuni batteri e virus con mutazione in alcuni casi del recettore del fattore attivante le cellule B BAFF-R (TNFRSF13C)(CVID4, #MIM 613494) e di TACI (TNFRSF13B)(CVID2, MIM #240500); BAFF-R e TACI legano BAFF (fattore attivante le cellule B) che svolge un ruolo importante nella sopravvivenza delle cellule B (i linfociti B sono responsabili della risposta immunitaria umorale). BAFF sembra formare complessi eteromerici con altri membri della superfamiglia TNF e svolge un ruolo in altre difetti congeniti immunitari e in malattie autoimmuni. Sono stati sottoposti a sequenziamento 148 geni candidati dello sviluppo delle cellule B in 35 pz con deficit di produzione di anticorpi e in una famiglia con anomala immunità umorale e infezioni ricorrenti è stata trovata una mutazione missenso del gene TWEAK (TNF-like weak inducer of apoptosis, TNFSF12) che altera lo sviluppo delle cellule B tramite un’interazione con BAFF. Quindi TWEAK è un nuovo gene di suscettibilità della immunodeficienza umorale.

 

Role of ELOVL4 and very long-chain polyunsaturated fatty acids in mouse models of Stargardt type 3 retinal degeneration. PNAS 2103;110:5181. La malattia Stargardt tipo 3 (STGD3)(MIM #600110)(c’è una STGD1) è frequente e caratterizzata da degenerazione maculare a inizio dai 7 ai 12 anni con un decorso rapidamente progressive e scarsissima visione finale, ma con campo visivo normale. Il gene malattia è ELOVL4 (Elongation of very long chain fatty acids 4) il cui prodotto è una elongasi necessaria per la biosintesi di acidi grassi polinsaturi a lunga catena (VLC-PUFA). Non si sa se la degenerazione fotorecettoriale sia dovuta al deficit di VLC-PUFA o all’alterata aggregazione o traffico della proteina mutata. Sono stati usati per rispondere al quesito topi KO condizionale di Elovl4 nei coni o nei bastoncelli e il loro fenotipo è stato confrontato con quello di topi transgenici che esprimevano l’allele umano mutato.
Nei topi l’ablazione condizionale di Elovl4 riduce di molto VLC-PUFA dei recettori ma non è sufficiente a causare il fenotipo STGD3 in quanto non vi sono effetti sulla loro sopravvivenza, fototrasduzione e trasmissione sinaptica e visone. L’espressione della proteina mutata, nei topi, invece induce una precoce e progressiva distrofia dei coni e dei bastoncelli.

 

Ageing gene linked to diabetes. Nature March 2013. Commento di un lavoro (Identification of a SIRT1 Mutation in a Family with Type 1 Diabetes. Cell Metabolism 2013;17:448)(di cui ho solo l’abstract) in cui viene individuate in una famiglia con 5 membri affetti da una malattia autoimmunitaria: 4 Diabete 1 e uno colite ulcerativa. L’analisi esonica di alcuni geni mirata a alcuni geni ha identificato nei soli affetti una mutazione missenso segregante con la malattia nel gene SIRT1 (sirtuina-1 deacetilasi NAD-dipendente)( la sua espressione aumenta la sensibilità all'insulina e quindi sembra che migliori la sensibilità all'insulina), che è associato a malattie legate all’età e alla longevità in alcuni organismi. Da sottolineare che viene provato che SIRT1 sia coinvolto nell’autoimmunità e comunque questo è il primo esempio di una Diabete 1 monogenico. Quindi un nuovo gene di suscettibilità alla immunodeficienza umorale.

 

Articoli da “Spigolature” ma sono collegati all’articolo sopra.

Evidence for a Common Mechanism of SIRT1 Regulation by Allosteric Activators. Science 2013;339:1216. La deacetilasi NAD dipendente SIRT1 è implicata nella prevenzione di molte malattie dell’età come l’Alzheimer, il Diabete 2. A livello cellulare controlla la riparazione DNA, l’apoptosi, pathway infiammatori, il ritmo circadiano, la secrezione insulinica (vedi sotto) e la biogenesi mitocondriale. Sostanze chimiche, come Sirtuin-activating compounds (STAC), attivanti SIRT1 sono buoni candidati per la prevenzione delle malattie correlate con l’età. Un singolo aminoacido vicino al dominio N-terminale del gene è critico per la sua attivazione. Nel lavoro si dimostra che questo è il sito allosterico di attivazione di SIRT da parte degli agenti STAC.
Commento dell’articolo sopra: Red Wine, Toast of the Town (Again). Science 2013;339:1156. E il vino rosso è di nuovo celebrato per il suo contenuto di Resveratrolo e di altre piccole molecole che sono attivatori allosterici di SIRT1.

Filling in the gaps in cranial suture biology. News and Views. Nature Genetics 2013;45:231. Commento di due lavori sull’identificazione di due nuovi loci di fusione prematura delle suture craniche che concorrono alla regolazione osteoblastica correlando la sopraregolazione di ERK1/2 con l’aploinsufficienza di TWIST1.
(Mutations in TCF12, encoding a basic helix-loop-helix partner of TWIST1, are a frequent cause of coronal craniosynostosis. Pg 304.)(Reduced dosage of ERF causes complex craniosynostosis in humans and mice and links ERK1/2 signaling to regulation of osteogenesis. Pg. 308). Bella introduzione del commento: le craniosinostosi sono un’anomalia primitiva di crescita del cranio che interessa 1 nato su 2.200. La crescita cranica è molto rapida nel primo anno (2.4 mm/settimana) poi decresce a 0.5 mm nel secondo anno e a 0.24 mm nel terzo. La crescita è consentita dalle suture, tessuto mesenchimale non ossificato che separa le ossa pari temporali e parietali e le due ossa impari e mediane (frontale e occipitale). La completa saldatura delle suture avviene spesso dopo i 20 anni. La craniosinostosi è una precoce fusione di una o più suture, che porta a deformazioni e talora a aumentata pressione endocranica da correggere chirurgicamente. Gli studi nell’uomo e poi del topo hanno consentito di identificare mutazioni attivanti di un gruppo di geni (FGFR1, FGFR2e FGFR3) con sopraregolazione della cascata di trasduzione di segnale RAS e aumentati livelli di chinasi (ERK1/2) negli osteoblasti (molto bella e utile per lezioni la Fig. 1 del commento). Solo nel 21% dei casi, con le conoscenze attuali, si riesce a identificare la mutazione causa della malattia. In un lavoro viene dimostrato che una mutazione del gene ERF, gene candidato per la dimostrazione di iperattivazione di ERK1/2 nelle craniosinostosi, in una famiglia segrega con la craniosinostosi e è mutato (perdita di funzione) in 11/418 soggetti affetti. Il quadro clinico (totale affetti 26) è: coinvolgimento di più suture, dismorfismo cranio-facciale, malf. Chiari e deficit di linguaggio. Studiando il modello animale ne viene chiarito il ruolo. Nel secondo lavoro inizialmente con l’analisi esonica è stata individuata mutazione del gene TCF12 (codifica il fattore di trascrizione 12); estendendo poi l’analisi a altri pz si è trovata mutazione del gene in 38/347 affetti (11%), con quadro craniosinostosico prevalentemente a carico delle suture coronali, sia nei casi considerati sindromici (23/111) che in quelli isolati (15/236), più frequentemente se bilaterale (32%) che monolaterale (10%). TCF12 agisce in sinergia con il gene TWIST1 (mutato nella s. Saethre-Chotzen – MIM #101400- tipicamente caratterizzata da sinostosi coronale). Il topo doppio eterozigote per perdita di funzione dei due geni Tcf12e Twist1 ha una grave sinostosi coronale. Quindi la dose del prodotto dei due geni è critica per lo sviluppo delle suture coronali.

The nexin-dynein regulatory complex subunit DRC1 is essential for motile cilia function in algae and humans. Nature Genetics 2013;45:262. Difetti nella formazione e funzione delle cilia causano un gruppo di malattie genetiche a trasmissione AR, chiamate ciliopatie (Discinesia primaria ciliare)(PCD), caratterizzate da anomala clearance mucociliare con pneumopatia ostruttiva, infertilità, anomalie di lateralizzazione corporea (situs inverso o ambiguo). Numerosi geni-malattia: quelli delle subunità (DNAH5, DNAH11, DNAI1, DNAI2, NME8, DNAL1) o dei fattori di assemblaggio (DNAAF1, DNAAF2) dei bracci dineinici (DNAAF1, DNAAF2), dei microtubuli (RSPH4A, RSPH9) e di CCDC103.
Nel lavoro si dimostra che mutazioni di una subunità del complesso regolatore nexina-dineina (DRC1) causa una discinesia ciliare primitiva e che mutazioni con perdita di funzione del gene determina un difetto di assemblaggio del complesso e anomali movimenti ciliari in un’alga e nell’uomo. Questa è la prima segnalazione di mutazione patogena nell’uomo di uno dei geni DRC.

Increased Oxidative Metabolism in the Li–Fraumeni Syndrome. NEJM 2013;368:1027. Un lavoro che sottolinea il contributo allo sviluppo dei tumori da parte di alterazioni metaboliche. Una famiglia con alcuni membri con s. Li-Fraumeni, con mutazione nel gene TP53, che hanno, a differenza degli altri membri sani un’aumentata fosforilazione ossidativa del muscolo scheletrico. Sono stati studiati 20 soggetti con la mutazione senza però patologia tumorale in atto, 11 soggetti della famiglia non portatori della mutazione e 9 volontari. Questa aumentata funzione mitocondriale in vivo è stata documentata in vitro in tessuti di pz con questa malattia e nel modello murino. In conclusione risulta che la proteina p53 regola l’omeostasi bioenergetica nell’uomo.

The Continuing Challenge of Understanding, Preventing, and Treating Neural Tube Defects. Science 2013;339:1047. Review che comprende vari articoli: NTDs Are a Problem of Embryology, NTDs: Not One Disease, But Many, Epidemiology of Human NTDs, Diagnosis, Treatment, and Outcome, Primary Prevention of NTDs by Folic Acid, The Cell Biology of NTDs, The Genetics of NTDs in Animal Models, Future Directions.
Frequenza: varia da popolazione a popolazione (USA 1960 1:1000, ora 1:2000; Messico 3.2:2000).
Modelli animali: sappiamo che ci sono >> 200 geni che regolano la chiusura del tubo neurale.
Conosciamo alcuni, ma non tutti, i fattori ambientali responsabili della mancata chiusura, tra cui l’ac. folico che se somministrato in epoca preconcezionale riduce drasticamente la prevalenza alla nascita di queste malformazioni. Ma non sappiamo come questi fattori agiscano né la loro relazione con i geni.
I maggiori risultati ottenuti in questi ultimi anni sono stati di tipo epidemiologico (conoscenza dell’entità del fenomeno), preventivo (prevenzione primaria), genetico con l’applicazione delle nuove tecniche genetiche incluso NGS nell’uomo, possibilità di correzione chirurgica in utero.
Ma nonostante tutto i DTN rimangono difetti congeniti frequenti con un impatto sulla salute individuale e pubblica enorme. Di gande aiuto, come per tutte le malattie genetiche, saranno i modelli animali e gli studi in vitro usando le cellule staminali umane per comprendere i meccanismi iniziali patogenetici, il ruolo dei fattori ambientali e farmaci idonei per favorire la cura.

ARID4A and ARID4B regulate male fertility, a functional link to the AR and RB pathways. PNAS 2013;110:4616. Il recettore degli androgeni (AR), membro della superfamiglia del recettore degli ormoni steroidei, media l’azione androgenica e ha un importante ruolo nella fertilità maschile. Il topo KO è sterile con anomalie degli organi riproduttivi e alterazioni di sviluppo delle cellule germinali. Il gene AR funziona come un fattore di trascrizione  che richiede l’interazione con altri coregolatori. Uno di questi è il gene del retinoblastoma (Rb) che induce l’attività trascrizionale di AR. Due membri omologhi della famiglia di geni ARID (AT-rich interaction domain) sono ARID4A e ARID4B, che interagiscono tra loro e il primo è una proteina legante Rb. Poco si sa di queste interazioni. Il lavoro riporta l’effetto di KO di ARID4A e ARID4B nel topo e si dimostra la loro funzione di cofattori che aumentano l’attività trascrizionale di AR e Rb e che svolgono un ruolo importante nella funzione delle cellule Sertoli.

STUDI ASSOCIAZIONE
Identification of multiple independent susceptibility loci in the HLA region in Behçet’s disease Nature Genetics 2013;45:319. Vedi anche Genome-wide association analysis identifies new susceptibility loci for Behçet’s disease and epistasis between HLA-B*51 and ERAP1. Nature Genetics 2013;45:202 (Articoli Feb 2013).

TERAPIA-SPERIMENTAZIONE
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Rescue of hearing and vestibular function by antisense oligonucleotides in a mouse model of human deafness. Nature Medicine 2013;19:345. S. Usher caratterizzata da deficit uditivo, disfunzione vestibolare e retinite pigmentosa, frequenza 1:6.000. Tipo 1, grave con comparsa della sintomatologia in epoca neonatale o nella prima adolescenza (RP), dovuta nel 6-8% dei casi a mutazione del gene USH1C che codifica per l’armonina (MIM #276904). Nella popolazione acadiana (francofona canadese) gli affetti hanno un’unica mutazione che crea un sito di splicing che causa a sua volta una proteina tronca. Nel modello animale della malattia con questa mutazione umana la terapia sistemica nei topi neonati con oligonucleotidi antisenso, che bloccano il nuovo sito di splicing, corregge parzialmente il difetto aumentando l’espressione della proteina, migliora l’organizzazione delle stereocilia e la funzione cocleare e il deficit uditivo, con effetti che durano nel tempo (almeno 6 mesi). Buone prospettive quindi per l’uso degli oligonucleotidi antisenso in terapia, che sono in sperimentazione per alcune malattie genetiche (atrofia muscolare spinale e distrofia miotonica, m. Duchenne (A Genetic Intervention Stands a Skip Away from Clinical Tests. Perspective. Science 2012;338:1431) (Spigolature Dic 2012). Ma, conclude il lavoro, la terapia deve essere molto precoce nel periodo critico per lo sviluppo delle cellule ciliate.

Turn it up a notch. Nature Reviews Neuroscience 14 March 2013. Commento di un articolo (Notch Inhibition Induces Cochlear Hair Cell Regeneration and Recovery of Hearing after Acoustic Trauma. Neuron 2013;77:58). La perdita dell’udito da danno delle cellule ciliate uditive è irreversibile. Nel lavoro si è risusciti nel topo con sordità da trauma acustico a far crescere con l’uso di farmaci nuove cellule ciliate restituendogli parzialmente l’udito. Si sa che nello sviluppo embrionale il pathway Notch (evoluzionariamente conservato, che interviene in varie fasi e con varie funzioni cellulari, dalla proliferazione alla morte cellulare) previene la differenziazione delle cellule ciliate e che in vitro inibitori gamma secretasi, che bloccano la trasduzione di segnale Notch, inducono nelle cellule staminali dell’orecchio interno la formazione di cellule ciliate. Gli AA hanno trovato un potente inibitore gamma secretasico in grado di aumentare il numero di cellule ciliate in espianti di organo Corti di topi neonati normali e di topi transgenici soggetti a perdita di cellule ciliate. In vivo la somministrazione per os di questo inibitore in topi adulti sottoposti resi sordi da stress acustico (che comporta un’attivazione di Notch) ha avuto lo stesso effetto, ma ha portato anche effetti collaterali rilevanti. La somministrazione locale dell’inibitore sempre in topi adulti  (usando l’altro orecchio come controllo) ha portato a significative differenze anatomiche e funzionali. Le cellule ciliate che si formano dopo il trauma acustico derivano da differenziazione di cellule di supporto della rampa apicale e media. Il commento conclude: “Although this approach may be limited to treatment of acute hearing loss shortly after damage, local drug administration represents a more attractive strategy than gene therapy.

Functional genomic screening identifies dual leucine zipper kinase as a key mediator of retinal ganglion cell death. PNAS 2013;110:4045. Il glaucoma, la principale causa di cecità, è una patologia neurodegenerativa da lesione assonale e morte delle cellule ganglionari retiniche. L’attuale terapia (colliri, laser, chirurgica) mira a ridurre l’aumentata pressione endooculare, ma anche con normale pressione la degenerazione può continuare (per le forme genetiche vedi Genome-wide association analyses identify three new susceptibility loci for primary angle closure glaucoma. Nature Genetics 2012;44:11429(Selezione articoli Ott 2012). Le chinasi in teoria potrebbero svolgere un ruolo protettivo, alcune sono coinvolte infatti nella morte neuronale. Ma il loro uso per ora è limitato alla terapia dei tumori. Il lavoro riporta l’analisi del “chinoma” (incredibili le declinazioni –omiche, ndr) del topo la cui inibizione promuove la sopravvivenza delle cellule ganglionari retiniche. E’ stata trovata la dual leucine zipper kinase (DLK) che potrebbe essere il bersaglio buono per la protezione delle cellule. Nel topo KO condizionale per una neuropatia ottica si dimostra che questa chinasi è necessaria per l’attivazione di pathway che portano a morte delle cellule e che il suo inibitore, Tozasertib (usato nella sperimentazione di terapia del cancro del polmone), le protegge. Questa potrebbe essere la via opportuna per curare il glaucoma, l’atrofia ottica e forse alcune malattie neurodegenerative.

Intravenous immunoglobulin for Alzheimer’s disease. Lancet Neurology 2013;12:218. Le imunoglobuline endovena contengono anticorpi anti beta amiloide e si ritiene che, come il farmaco Solanezumab, riducano i depositi amiloidei cerebrali con un meccanismo periferico di richiamo dal liquido CR al sangue. Commento di un articolo nello stesso fascicolo (Intravenous immunoglobulin for treatment of mild-to-moderate Alzheimer's disease: a phase 2, randomised, double-blind, placebo-controlled, dose-finding trial. Pg 233)(ClinicalTrials.gov (NCT00812565)(ISRCTN64846759) in cui vengono pubblicati i risultati di una sperimentazione a doppio cieco sull’effetto dell’infusione a dosi diverse in 58 pz con probabile Alzheimer. I risultati non sono incoraggianti: non è stato raggiunto l’obiettivo principale (aumento nel plasma rispetto ai controlli di amiloide); di significativo c’è solo un ridotto metabolismo glucidico nell’ippocampo e nelle regioni temporomesiali, di non chiaro significato. In più è stato osservata una differenza significativa per uno dei 4 esiti clinici (la valutazione dell’evoluzione della demenza) in favore dei placebo. Gli AA concludono dicendo che prima di concludere che la terapia immunoglobulinica nell’Alzheimer non ha alcun effetto bisogna attendere i risultati di una sperimentazione più ampia che è in corso (NCT00818662).

Everolimus for renal angiomyolipoma in tuberous sclerosis. Lancet 2013;381:783. Commento dell’articolo sullo stesso fascicolo (Everolimus for angiomyolipoma associated with tuberous sclerosis complex or sporadic lymphangioleiomyomatosis (EXIST-2): a multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Pag. 817) che riporta i risultati di una sperimentazione a doppio cieco in fase 3 di un inibitore del patway mTOR in pz con Sclerosi Tuberosa (n. 113) o con linfoangioleiomitosi e angiolipoma sporadico (n. 5), terapia che determina un’efficace riduzione di volume dell’angiolipoma senza rilevanti effetti collaterali. La mutazione dei due geni malattia della Sclerosi tuberosa, TSC1 or TSC2 geni soppressori di tumore, determina un’aumentata attività di mTOR. La riduzione di volume dell’angiolipoma, secondo il commento, riduce i rischi connessi con altri metodi di trattamento, come l’embolizzazione, che spesso inoltre sono inefficaci.
Il farmaco è stato usato con successo anche per il controllo nella Sclerosi Tuberosa degli astrocitomi che interessano il 5-15% dei pz (Efficacy and safety of everolimus for subependymal giant cell astrocytomas associated with tuberous sclerosis complex (EXIST-1): a multicentre, randomised, placebo-controlled phase 3 trial. Lancet 2013;381:125)(Articoli interesse Gennaio 2013).