mercoledì 11 dicembre 2013

Articoli di interesse Genetica Clinica/Umana Novembre 2013. R. Tenconi



Scelta di articoli di Genetica Clinica/Umana pubblicati in Novembre 2013 nelle seguenti riviste: Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature Genetics, Nature Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.

ARTICOLI DA NON PERDERE:
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Replicative mechanisms for CNV formation are error prone. Nature Genetics 2013;45:1319. J. Lupski e coll. riportano i risultati di un’analisi a alta risoluzione con aCGH e sequenziamento delle riunioni dei punti di rottura di duplicazione MECP2 in 31 pz. I riarrangiamenti genomici complessi de novo consistono in più di un semplice riarrangiamento e hanno 2 o più riunioni di punti di rottura che si formano durante lo stesso evento mutazionale. Poco si sa della frequenza con cui si formano, soprattutto per CNV, per le difficoltà di studiare la sequenza e la struttura delle riunioni.
Nel lavoro si rileva che il 52% dei riarrangiamenti genomici sono complessi con ulteriori alterazioni a livello di sequenze fiancheggianti i punti di rottura, come piccole inserzioni, delezioni e mutazioni puntiformi de novo (frameshift, sostituzione nucleotidica) probabilmente dovuti all’attività della DNA polimerasi error prone. In 11/31 (35%) duplicazioni non vi sono altre anomalie CNV o puntiformi e sono quindi semplici duplicazioni tandem. I risultati dello studio ci dicono che semplici riarrangiamenti possono avere una complessità mutazionale prima non nota e che questo carico mutazionale non è ristretto alle giunzioni dei breakpoint.
(Lo sapevamo, ma non così precisamente, e ora abbiamo anche dati di frequenza con un certo impatto sulla consulenza genetica. Proposta: per una migliore definizione fenotipica nel caso di anomalia di struttura cromosomica/genomica de novo, soprattutto in prenatale, perché non individuare un lab. in Italia, uno solo, che possa applicare queste tecniche con rapidità e efficienza? Ndr).

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Assessing the phenotypic effects in the general population of rare variants in genes for a dominant Mendelian form of diabetes. Nature Genetics 2013;45:1380. L’articolo inizia con un opportuno avvertimento del personal genomic sequencing (PGS): la ricerca in genetica umana è come “un’arma a doppio taglio”: nella ricerca vengono analizzati pz con fenotipi estremi per identificare con maggior probabilità varianti patogene, ma così viene anche sopravvalutato l’effetto fenotipico della variante con un potere limitato di associarla al fenotipo, esagerando quindi le stime di rischio e sottoponendo gli individui a basso rischio a inutili interventi (come es. quello che è successo per BRCA1 e BRCA2 e HFE).
MODY (MIM #606391)(Maturity-Onset Diabetes of the Young) sembra avere tutte le caratteristiche da screening genomico perché è dovuto a una mutazione dominante completamente penetrante, si presenta precocemente (<25 anni) con iperglicemia non chetotica, ha una frequenza dello 0.1-0.2% negli europei con la maggioranza di questi non diagnosticati o con diagnosi errate, la diagnosi ha effetto sulla prognosi e sulla terapia, le mutazioni dei geni causa di MODY (MODY 1-11) influenzano il fenotipo tardivo in quanto varianti comuni vicine a questi geni sono associate al Diabete m. 2 (T2D) e questo rischio può essere ridotto con interventi sullo stile di vita. Nello studio si è voluto caratterizzare l’effetto fenotipico glicemico nelle persone di mezza età di rare varianti dei geni MODY, varianti che possono essere identificate con il PGS. Sono stati sequenziati 7 degli 11 geni in una popolazione europea ben definita fenotipicamente, quattro più frequentemente causa di MODY (HNF1A, GCK, HNF4A e HNF1B) e tre meno frequentemente mutati (PDX1, INS e NEUROD1). Lo studio ha riguardato coorti diverse di popolazione: generale con persone di origine europea (studio Framingham) e africana (studio Jackson Heart); un campione di finlandesi e svedesi agli estremi per rischio di T2D (giovani magri con T2D e anziani obesi euglicemici). L’1.5% (Framingham) e lo 0.5% (Jackson Heart) dei partecipanti ha una variante ritenuta patogena (riscontrate in MODY o da considerare patogena in quanto de novo, rara, conservata, proteina alterata). Ma la gran parte dei portatori rimane comunque euglicemico nella mezza età. Quindi anche per MODY, nonostante le caratteristiche di idoneità al PGS, valgono le considerazioni su riportate di cautela nell’interpretare l’impatto fenotipico di varianti di geni MODY trovate nella popolazione generale con l’errore di attribuire un maggior rischio di diabete mellito: 3 persone su 200 con una variante nota come causa di MODY non hanno iperglicemia e nemmeno la tendenza a sviluppare successivamente il T2D.

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The landscape of somatic mutations in Down syndrome–related myeloid disorders. Nature Genetics 2013;45:1293. Nel 5-10% dei bambini con s. Down nel periodo successivo alla nascita è osservabile un’anomala eritropoiesi transitoria (TAM) con proliferazione di megacarioblasti morfologicamente non distinguibile dalla leucemia megacarioblastica acuta (AMKL), ma che si risolve spontaneamente nella massima dei casi in 3-4 mesi. La comune infiltrazione mieloide epatica può però portare alla fibrosi epatica (5-16% dei casi) e all’insufficienza epatica. Il 20-30% dei bambini in cui tale proliferazione si estingue spontaneamente sviluppa anni dopo una DS-AMKL, che avviene però anche in bambini che non hanno avuto la TAM. La prognosi della DS-AMKL è molto meno grave rispetto alla AMKL in assenza di trisomia 21 (non-DS-AMKL), che ha una prognosi severa. Nella totalità dei casi DS-AMKL è presente una mutazione di GATA1; non è noto se mutazioni di questo gene siano sufficienti per determinare TAM nei b. con s. Down e se vi siano altri geni coinvolti nella progressione in AMKL. Nel lavoro si è voluto identificare i geni mutati e le loro mutazioni anche a livello clonale utilizzando il sequenziamento massivo in parallelo di 41 TAM, 49 DS-AMKL e 19 non-DS-AMKL, incluso il sequenziamento dell’intero genoma o del solo esoma di 15 TAM e 14 DS-AMKL. Risultati: in TAM oltre alla trisomia 21 c’è solo la mutazione di GATA1. In 44/49 casi DS-AMKL era presente invece una ulteriore mutazione o delezione interessante la coesina (53%) e EZH2 (istone lisina N metiltransferasi)(33%), che non sono coinvolte invece in TAM o in casi non-DS-AMKL. In conclusione la proliferazione mieloide nella Trisomia 21 è caratterizzata dall’acquisizione di nuove mutazioni e dalla selezione clonale, che inizia con mutazione di GATA1 nella fase TAM e poi mutazioni di altri geni o regolatori epigenetici e RAS portano alla AMKL.
DS-AMKL e non-DS-AMKL hanno simile fenotipi ma diverse caratteristiche genetiche che spiegano la diversa evoluzione clinica.

Human genetics as a foundation for innovative drug development. Nature Biotechnology 2013;11;975. Eccellente commento sulle nuove tecnologie che hanno che trasformato la Genetica Umana, che ora è “the single best opportunity to innovate and improve clinical success rates in drug development”. Il commento (piuttosto ottimistico, ndr) sottolinea che la genetica fornisce il legame e i passaggi intermedi (fisiopatologia) tra una variante di sequenza e un fenotipo. Molto didatticamente si spiega come agiscono queste varianti comuni che svolgono singolarmente un piccolo effetto sul fenotipo o quelle rare che possono da sole determinare il carattere, anche per varianti dello stesso gene, come quello codificante le catene pesanti della miosina 6 in cui una variante comune extragenica ha un lieve impatto sulla frequenza cardiaca, mentre una rara variante esonica interrompe la formazione dei battiti causando la sindrome del nodo del seno malato (Sik sinus). Nel commento si spiega anche come, conoscendo il gene, si cercano farmaci che agiscono direttamente sul prodotto del gene di interesse, o su altre proteine dello stesso pathway o sopra- o sotto-regolando un altro pathway che agisce sulla stessa funzione. La Genetica Umana consente di ovviare alle limitazioni della sperimentazione animale, talora scarsamente predittiva, puntando invece sull’effetto verificabile con la correzione del difetto biochimico e facendo risparmiare alle case farmaceutiche costosissimi trial con alto tasso di insuccesso fondati su varie ipotesi sulla natura della malattia. Non ultimo la classificazione di malattia su base genetica consente di suddividere i pz in cura in base allo specifico difetto genetico ottimizzando così i trial clinici e i benefici terapeutici.
Il commento prosegue poi con l’esperienza raccolta nella preparazione dei farmaci per ridurre i livelli di lipoproteine a bassa densità o aumentare quelle a alta densità (risultati dubbi) per la prevenzione delle patologie vascolari aterosclerotiche. In tabella 21 sperimentazioni cliniche in fase 3 sulla base di evidenze genetiche con discreto-buon successo e 6 sperimentazioni, sempre in fase 3, fallite.

Newborns sequenced at NIH. News in Brief. Nature 2013;31:948. Nuovo annuncio (vedi anche Sequenced from the start. Nature 2013;501:135)(Articoli Settembre 2013) con ulteriore menzione dell’iniziativa del National Institute of Child Health and Human Development and the National Human Genome di finanziare una ricerca, condotta da 4 centri americani, sul rapporto rischi/benefici sul modello evidence base di applicare NGS nei nati consecutivi per individuare malattie genetiche.

EPIGENETICA
Genetics Driving Epigenetics. Science 2013;342:705. DNA sequence variants are associated with
factors and epigenetic states that modify gene expression and contribute to quantitative differences in traits.
Coordinated Effects of Sequence Variation on DNA Binding, Chromatin Structure, and Transcription. Pg. 744.
Identification of Genetic Variants That Affect Histone Modifications in Human Cells. Pg. 747.
Extensive Variation in Chromatin States Across Humans. Pg. 750.

AUTISMO - M. PSICHIATRICHE
Coexpression Networks Implicate Human Midfetal Deep Cortical Projection Neurons in the Pathogenesis of Autism. Cell 2013;155:997 e Integrative Functional Genomic
Analyses Implicate Specific Molecular Pathways and Circuits in Autism. Cell 2013;155:1008. Due articoli su una patologia, l’autismo (ASD), con “immense genetic and phenotypic heterogeneity” dice il commento dell’Editore, in cui con l’analisi dei network si vogliono identificare i pathway biologici e le regioni cerebrali potenzialmente coinvolte in questa complessa condizione. Nel primo si studiano 9 geni noti dell’ASD usandoli come traccianti di network coespressi di varie regioni cerebrali in diversi momenti dello sviluppo mentre nel secondo si mappano i geni ASD nei network trascrizionali attivi dell’intero genoma nelle fasi iniziali di sviluppo cerebrale. Ambedue confermano che i geni ASD agiscono sui neuroni glutammatergici nel corso dello sviluppo fetale fornendo con questo un modello temporale e spaziale per lo studio della fisiopatologia del ASD.

Truncating mutations of MAGEL2 cause Prader-Willi phenotypes and autism. Nature Genetics 2013;45:1405. (Nuovi geni per una vecchia malattia descritta nel 1956). La regione cromosomica 15q11-q13 contiene geni codificanti proteine e ncRNA regolati da una regione di controllo dell’imprinting (ICR), con espressione solo di quelli d’origine paterna mentre quelli materni sono silenti. La s. Prader-Willi è dovuta più frequentemente (65-75% dei casi) a una delezione di 15q11-q13 paterna (65-75% dei casi) o a disomia uniparentale materna (20-30%) o da difetto di imprinting (1-3%) o infine da molto rare delezione della regione HBII-85/SNORD116. Il dominio PWS contiene geni codificanti paterni espressi con 6 ORF (MKRN3, MAGEL2, NDN, NPAP1 e SNURF-SNRPN) e una famiglia, sempre paternamente espressa, di 6 piccoli RNA nucleolari (snoRNA)(piccole molecole di RNA in grado di favorire modificazioni chimiche del RNA ribosomiale e dei trascritti di altri geni che codificano per molecole di RNA che probabilmente sono in grado di aumentare l'attività dell'RNA maturo, wiki). Sono stati segnalati 3 pz con la classica PWS con delezione SNORD116 e solo un pz con fenotipo non tipico PWS da delezione di MKRN3, MAGEL2 e NDN. Anche i vari modelli di topo con mutazione di questi geni non ripetono il fenotipo PWS dell’uomo.
In sintesi non si sa se la PWS sia una sindrome da geni contigui o una sindrome con un gene maggiore.
Vengono presentati i primi pz (4) con il fenotipo PWS-like (manca il dismorfismo facciale, solo 2 hanno iperfagia, tutti hanno deficit cognitivo) con una mutazione puntiforme in eterozigosi (1 nonsenso, 3 indel con frameshif) del gene MAGEL2 (enhancer di ubiquitina ligasi richiesto per il riciclo proteico endosomico) interessante l’allele paterno, in 3 de novo e in 1 non materno.
Il topo KO di Magel2 ha scarsa suzione e deficit di crescita neonatale con successivo sovrappeso, sregolazione ipotalamica, pubertà ritardata e ridotta fertilità, mentre l’apprendimento e la memoria sembrano normali, il che fa pensare che altri geni siano responsabili di questi segni clinici.
Di interessante anche che tutti 4 i pz (5-19 anni) hanno la diagnosi clinica di autismo. Quindi questo gene potrebbe essere incluso tra i geni di tale patologia.
Sequenziamento di MAGEL2 o esoma quindi a tutti i pz con autismo complesso, soprattutto se associato a ipotonia e difficoltà di alimentazione neonatale o ipogonadismo.

SHANK3 overexpression causes manic-like behaviour with unique pharmacogenetic properties. Nature 2013;503:72. Un numero crescente di patologie neuropsichiatriche (autismo, deficit cognitivo, schizofrenia, disordine ossessivo compulsivo, disturbo bipolare) fanno parte della famiglia delle Sinaptopatie, per sottolineare che in tutte la disfunzione sinaptica è il meccanismo patogenetico comune. Tra questi geni i tre facenti parte della famiglia genica SHANK (1, 2, 3). Mutazioni puntiformi di SHANK3 sono note come causa di queste patologie, lo stesso le delezioni della regioni contenenti il locus di questo gene che causano la sindrome Phelan-McDermid (delezione 22q13). Il topo con delezione SHANK3 ha un fenotipo simile a quello dell’uomo e presenta anomalie sinaptiche. Ma anche duplicazioni di SHANK3 sono causa di autismo, deficit di attenzione con iperattività o schizofrenia, indicando che anche il sovradosaggio di questo gene è causa di una patologia psichiatrica. Nel lavoro viene studiato il meccanismo patogenetico della patologia da duplicazione, simile a quella umana di SANK3, nel topo, che mostra un comportamento maniacale e convulsioni compatibili con uno sbilanciamento dell’inibizione/eccitazione (E/I) sinaptica. I risultati quindi suggeriscono che nel topo l’aumento del 50% dei livelli di SHANK3 causa un fenotipo ipercinetico simile a quello della mania e che la duplicazione in 22q13 contribuisce all’ipercinesia nell’uomo. Nel database del Molecular Genetics Laboratory of Baylor College of Medicine sono presenti due pz (11 e 35 anni) con la più piccola dup di SHANK3 della letteratura, che hanno una patologia psichiatrica: il primo con iperattività resistente all’attività paradossa calmante da parte di farmaci stimolanti che invece hanno buon effetto nei pz con ADHD, oltre a questo ha scarsa attenzione, iperacusia, iperfagia e cleptomania; il secondo ha un disturbo bipolare con epilessia. Lo studio dell’interattoma nel topo ha mostrato che Shank3 interagisce direttamente con il complesso Arp2/3 (Actin Related Protein 2/3) aumentando i livelli di actina F (filamentosa), facendo concludere che la sregolazione actinica del citoscheletro a livello sinaptico sia una delle principali alterazioni molecolari nel topo transgenico. Nel tipo transgenico Shank3 il valproato, farmaco che stabilizza l’umore, ma non il litio, è in grado di curarne la patologia comportamentale maniacale. In conclusione sono stati almeno in parte chiariti i meccanismi che determinano il fenotipo da dup SHANK3 e i meccanismi del disturbo bipolare. Sembrano esserci due meccanismi distinti: la disfunzione del pathway GSK-3 (glicogeno sintetasi kinasi 3) sensibile alla terapia con litio e la disfunzione sinaptica associata al bilanciamento E/I (eccitazione/inibizione neuronale) con comportamento ipercinetico resistente al litio ma sensibile al valproato.

SHANK3 and IGF1 restore synaptic deficits in neurons from 22q13 deletion syndrome patients. Nature 2013;503:267. La sindrome Phelan–McDermid syndrome (PMDS), come anche sopra specificato, è un’anomalia del neurosviluppo da delezione in eterozigosi di 22q13.3, che comprende il gene SHANK3 codificante una proteina della densità postsinaptica sinaptica (PSD). Di questa sindrome, pur essendo ben nota, non ne è noto il meccanismo patogenetico cellulare e molecolare. Nello studio sono state generate cellule staminali totipotenti (iPS) di pz con PMDS e autismo per studiarne la funzione neuronale. I neuroni hanno ridotta espressione di SHANK3 associata a difetti di neurotrasmissione eccitatoria, non inibitoria, correggibile se si attiva l’espressione di SHANK3 o trattando i neuroni con insulin-like growth factor 1 (IGF1). L’IGF1 promuove la formazione di sinapsi eccitatorie in assenza di SHANK3 ma in presenza di recettori PSD95 e NMDA (recettore postsinaptico dell'acido glutammico). Quindi una conferma di quanto almeno in parte già noto nelle patologie comportamentali, sregolazione E/I, ma con buone prospettive terapeutiche.

X-linked microtubule-associated protein, Mid1, regulates axon development. PNAS 2013;110:19131. La s. Opitz G/BBB è una condizione geneticamente eterogenea con deficit intellettivo, significativo dismorfismo facciale, anomalie genitali e malformazioni cardiache e cerebrali: Opitz G/BBB da delezione 22q11.2 (# 145410) e Opitz G/BBB XL (MIM #300000). Il gene della XL, Midline-1 (MID1) codifica una proteina della famiglia RBCC/TRIM family e ha una attività ubiquitina-proteina ligasica E3 (l’ubiquitinazione è la modificazione post-traduzionale di una proteina che porta alla degradazione della proteina stessa, wiki). Guida la degradazione della subunità catalitica della proteina fosfatasi 2A (PP2Ac), ma non si sa se e come questo interessi lo sviluppo neurale. Nel lavoro viene dimostrato che il turnover di PP2A dipendente da Mid1 è coinvolto nello sviluppo assonale e che il knockout o il knockin di Mid1 promuove la crescita degli assoni e delle loro ramificazioni in vitro ma anche accelera l’allungamento assonico e altera l’aspetto delle proiezioni del corpo calloso nella corteccia di topo. Questi effetti possono essere normalizzati diminuendo l’accumulo di PP2Ac nelle cellule senza Mid-1. Quindi disfunzioni del pathway Mid1-PP2Ac sono probabilmente la base biologica dei segni neurologici di pz con s. Opitz C/BBB.

MODELLI ANIMALI
Activation of Hedgehog signaling by loss of GNAS causes heterotopic ossification. Nature Medicine 2013;19:1505. L’ossificazione eterotopica (tessuto fibroso, osseo e cartilagine nei tessuti molli) si osserva in due diverse malattie genetiche con formazione di tessuto osseo extrascheletrico estesa e progressiva: la Fibrodisplasia ossificante progressiva (FOP)(MIM #135100) e l’Eteroplasia ossea progressiva (POH)(MIM #166350), con due diversi meccanismi. In particolare in POH e l’Osteodistrofia ereditaria Albright (AHO)(MIM #103580) il meccanismo è simile, con ossificazione eterotopica da processo intramembranoso con osteoblasti ectopici che si differenziano dai progenitori mesenchimali, ma il loro quadro clinico è diverso: in POH l’ossificazione avviene in età infantile, è dermica e progressiva nei muscoli scheletrici e il connettivo profondo (tendini, legamenti) portando alla fine all’anchilosi e deficit di crescita dell’arto, nella AHO invece compare più tardi e è cutanea e sottocutanea. POH e AHO sono dovute a una mutazione inattivante dello stesso gene, GNAS, che codifica Gαs, che trasduce segnali dai recettori della proteina G e che ha un ruolo essenziale nel regolare i progenitori mesenchimali nel  tessuto scheletrico. Mutazioni attivanti di GNAS potenziano il pathway di segnale Wnt–β-catenina e determinano la Displasia fibrosa (MIM #174800), in cui è ostacolata la differenziazione degli osteoblasti dai progenitori mesenchimali, ma la riduzione del segnale Wnt–β-catenina da inattivazione di GNAS non è (dati sperimentali nel topo) il meccanismo responsabile della POH e AHO. Nel lavoro si dimostra nel topo che Gnas è un importante regolatore della differenziazione osteoblastica tramite un controllo dei due importanti pathway Wnt–β-catenina e Hedgehog e che l’uso di farmaci inibitori di Hedgehog, che attualmente sono in uso nell’uomo nella terapia del cancro, possa costituire, insieme all’γ agonista del recettore nucleare dell’acido retinoico che blocca la condrogenesi, una cura per l’ossificazione eterotopica e per altre malattie da inattivazione GNAS.
(Ricordo che mutazioni somatiche inattivanti di GNAS quando ereditate per via materna danno PHPIa, quando ereditate per via paterna danno PPHP o POH o POC) (http://www.ipohaonlus.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=12&limitstart=2).

Super sonic. Nature Review Neuroscience November 2013:14. Research Highlight di un articolo (non ho il testo ma solo l’abstr.)(Hedgehog agonist therapy corrects structural and cognitive deficits in a Down syndrome mouse model. Sci. Transl. Med. 2013: 5:201ra120) sulla possibilità di correggere il deficit di apprendimento nel modello murino di s. Down mediante precoce stimolazione del segnale mediato da sonic hedgehog (SHH). Il modello di topo Ts65Dn (http://jaxmice.jax.org/jaxnotes/archive/497b.html) ha alcuni aspetti tipici della Trisomia 21 come il ridotto numero di cellule granulari cerebellari e del giro dentato dell’ippocampo. Nel topo il fenotipo cerebellare è dovuto a una ridotta risposta a SHH, segnale che normalmente promuove la proliferazione dei precursori delle cellule granulari subito dopo la nascita. Gli AA hanno potenziato il segnale SHH con una singola dose di un agonista del pathway (SAG 1.1) alla nascita dei topi Ts65Dn e dopo 16 settimane si è osservato nei topi trattati un normale densità di cellule granulari cerebellari. Dopo 6 giorni a livello dell’ippocampo nei topi Ts65Dn trattati con singola dose alla nascita e nei topi Ts65Dn non trattati non è stato osservato una significativa proliferazione cellulare, ma è stato documentata nei trattati una normalizzazione della neurofisiologia sinaptica dell’ippocampo.
Ancor più interessante: sebbene non sia stato osservato nei topi Ts65Dn tratti un miglioramento della memoria di lavoro (Y maze task), è stata trovata invece una scomparsa del deficit di apprendimento (Morris water maze task) che costituisce un chiaro segno del coinvolgimento dell’ippocampo, come si osserva anche nei soggetti con s. Down. Questo stesso meccanismo agisce anche nell’uomo? (La strada è ancora lunga prima di suggerimenti terapeutici, ndr).

OBESITA’
KSR2 Mutations Are Associated with Obesity, Insulin Resistance,and Impaired Cellular Fuel Oxidation. Cell 2013;155:765. La chinasi soppressore di Ras 2(KSR2) è un regolatore del metabolismo nell’uomo e mutazioni di questo gene causano una riduzione dell’ossidazione degli acidi grassi e dell’ossidazione del glucosio con iperfagia e riduzione del metabolismo basale. La modulazione della funzione di questo gene potrebbe essere un modo per curare sia l’obesità che le malattie metaboliche correlate (diabete 2 ad es.).

A small-molecule AdipoR agonist for type 2 diabetes and short life in obesity. Nature 2013;503:493.
L’adiponectina, secreta dagli adipociti, si lega a suoi recettori AdipoR1 e AdipoR2 e ha un effetto antidiabetico tramite attivazione l’uno del pathway AMPK e l’altro PPAR. Nel plasma di persone obese i livelli di adiponectina sono ridotti causando insulinoresistenza e Diabete 2. La somministrazione per os di piccole molecole che legano e attivano AdipoR1 e AdipoR2 può migliorare il diabete 2 collegato all’obesità.
Questo viene dimostrato nel topo. E quindi una promettente terapia per una malattia così frequente e grave.

MALATTIE CANALI IONICI
No pain, more gain. Nature Genetics 2013;45:1271. Commento di un articolo (A de novo gain-of-function mutation in SCN11A causes loss of pain perception. Pg. 1399) su una nuova condizione di mancata percezione del dolore, che normalmente avviene con la trasmissione dell’informazione da parte di neuroni (nocicettori) lungo l’assone dalla periferia al midollo spinale. Nel lavoro viene identificata la causa di insensibilità al dolore per una mutazione missenso del gene SCN11A che codifica una subunità alfa del canale del sodio regolato dal voltaggio (Nav1.9)(vedi poi).
Questi canali sono fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso in quanto responsabili della generazione e della propagazione del potenziale di azione. Bloccare l’attività di Nav con un anestetico locale (come a es. quando si va dal dentista, ndr) rende l’area trattata insensibile agli stimoli sia nocivi che innocui. Il topo transgenico che porta la stessa mutazione umana ha un fenotipo simile ma più lieve. Il canale mutante Nav.1.9 ha un fenotipo da acquisizione di funzione con aumentata attività a potenziali di membrana di riposo e alti livelli di espressione di Nav1.9 nei neuroni nocicettivi (che sentono gli stimoli dolorifici). Questo causa un eccesso di ingresso di ione sodio a riposo e conseguente depolarizzazione cellulare, con progressiva inattivazione di altri canali causando quindi il blocco di conduzione. Le persone con insensibilità al dolore non hanno alcuna neuropatia ma hanno un’alterata trasmissione dell’informazione nocicettiva al SNC. Questo studio ci indica che modulare l’attività di Nav1.9 può costituire una nuova terapia del dolore usando antagonisti specifici del canale del sodio. Il commento prosegue poi illustrando altre 3 canalopatie con mutazione di SCN9A, SCN10A, and TRPA1 e alterata percezione del dolore.
Come ci si è arrivati a individuare tale risultato? Analisi dell’esoma in una persona (trio) con l’individuazione di una mutazione in eterozigosi (p.Leu811Pro) de novo ritenuta patogena. Con il sequenziamento Sanger di 58 soggetti indipendenti (52 casi sporadici) con precoce e grave perdita sensoriale è stata trovata la stessa mutazione de novo trovata con l’esoma nel primo pz. Ambedue hanno lo stesso quadro clinico: insensibilità dalla nascita al dolore che ha causato automutilazioni, ferite a lenta rimarginazione e fratture multiple senza dolore. Neurologicamente hanno lieve debolezza muscolare e deficit motorio.
Nello stesso mese di Ottobre è stato pubblicato l’articolo Gain-of-Function Mutations in SCN11A Cause Familial Episodic Pain. AJHM 2013;93:957. In due famiglie cinesi con una condizione a trasmissione AD caratterizzata da dolore cronico soprattutto delle estremità con crisi pomeridiane con ricadute ogni 2-5 giorni per un totale di 11-19 ricorrenze per ciclo. Il dolore, accompagnato da sudorazione, è esacerbato dall’affaticamento e lenito da antiinfiammatori (paracetamolo pediatrico) e analgesici e che tende a scemare con l’età. Prima con GWAS e poi con l’esoma sono state individuate in due famiglie cinesi due diverse mutazioni missenso del canale Nav1.9 (p.Arg225Cys e p.Ala808Gly) altamente penetranti, che nel topo mutante sembrano dare acquisizione di funzione inducendo un’alta attività elettrica con ipereccitabilità dei neuroni dei gangli dorsali di topo in vitro.

Due fenotipi opposti da mutazione con acquisizione di funzione dello stesso gene: interessamento di domini diversi?

Chloride extrusion enhancers as novel therapeutics for neurological diseases. Nature Medicine 2013;19:1524. Una possibile terapia per il dolore e per alcune malattie neurologiche e psichiatriche usando farmaci attivatori di KCC2, gene responsabile del mantenimento di basse concentrazioni di Cl- nei neuroni del SNC.

MALATTIE NEUROLOGICHE/NEURODEGENERATIVE
ALZHEIMER
ADAM10 and Alzheimer’s disease. Nature Genetics 2013;45:1273 come commento dell’articolo ADAM10 Missense Mutations Potentiate b-Amyloid Accumulation by Impairing Prodomain Chaperone Function Neuron 2013;80:385. Il clivaggio della proteina precursore amiloide (APP) può avvenire per azione delle proteasi β- e γ-secretasi formando così la proteina β-amiloide, componente principale delle placche senili dell’Alzheimer; se invece il clivaggio avviene per α-secretasi si forma un prodotto non amiloidogenetico. Sono già state identificate due rare mutazioni di un gene della famiglia ADAM (disentigrina e metalloproteasi), ADAM10, che codifica la principale α-secretasi responsabile del clivaggio di APP, associate a Alzheimer tardivo. Per identificarne la patogenicità queste due mutazioni sono state introdotte nel topo e è stata studiata in questi topi l’attività di clivaggio di APP e l’accumulo di amiloide. Ambedue le mutazioni attenuano l’attività α-secretasica e favoriscono l’attività β-secretasica, determinando l’accumulo di amiloide, la formazione di placche e la gliosi reattiva. Inoltre l’incrocio con topi portatori di una mutazione che determina una sovraespressione di APP determina un aumento delle placche con amiloide. Infine come ulteriore prova della patogenicità delle due mutazioni viene osservato che mentre l’espressione di ADAM10 potenzia la neurogenesi adulta dell’ippocampo, questa è ridotta in presenza di queste mutazioni. Infine risulta che le mutazioni, che sono localizzate nella regione del pro-dominio della proteina, ne alterano la funzione chaperonica.

Study neuron networks to tackle Alzheimer’s. Nature 2013;503:31. Sottotitolo: “Researchers have generally looked for signs of Alzheimer’s disease in the whole brain or at the single-gene level. The biggest clues will come from monitoring collections of neurons”. Venti anni di ricerca e più di 1 miliardo D USA di sperimentazioni cliniche senza trovare una cura. Chi si occupa di neuroscienze, i medici che hanno in cura i pz e chi produce farmaci sono d’accordo che la terapia vada iniziata prima dell’insorgenza dei sintomi, ma come identificare i primi segni della malattia? Sinora cercando l’accumulo macroscopico di placche insolubile di alcune proteine in alcune aree cerebrali o singoli geni o pathway molecolari che sembrano coinvolti nella progressione della malattia. Ma sappiamo, per le placche amiloidi, che a parità di accumulo cerebrale vi sono tra le persone considerevoli differenze di prestazioni cognitive, quindi chi fa sperimentazione clinica dovrebbe evitare di valutare l’efficacia di un farmaco sulla sua capacità di ridurre le placche di amiloide. L’autore del commento ritiene che si deve arrivare a un altro livello di analisi valutando i primi segni di alterazione dei circuiti cerebrali e cercare i danni fisiopatologici che stanno alla base del declino cognitivo che è il risultato finale dell’alterazione iniziale. Vanno usati quindi strumenti su scala “mesoscopica” (tra le dimensioni micrometriche e quelle nanometriche -10-6 m e 10-9 m, ndr), che saranno disponibili nel prossimo futuro, come prevede il progetto americano BRAIN (vedi sotto). Come esempio di nuova tecnica viene portata la Magnetoencefalografia (MEG) che mappa i circuiti neurali registrando i campi magnetici prodotti dalle correnti elettriche cerebrali che è stata applicata in un limitato numero di pz con AD con modesto deficit cognitivo che non interferisce con la loro vita di tutti i giorni. La MEG a differenza della RM registra variazioni in millisecondi vs secondi o minuti registrando anche le tappe intermedie del processo cognitivo. Altrettanto importante sarebbe conoscere l’intera mappa dei geni espressi e come sono correlati con i network.

Regional variability of imaging biomarkers in autosomal dominant Alzheimer’s disease. PNAS 2013 November 5. L'età di insorgenza dell’Alzheimer AD, da mutazione di alcuni geni, è conservata negli affetti delle singole famiglie e quindi è prevedibile. Nello studio Dominantly Inherited Alzheimer Network initiative sono state studiate le variazioni di biomarcatori cerebrali di 137 soggetti con mutazione e 92 senza mutazione, in particolare il momento in cui di formano gli agglomerati di amiloide e dove, il metabolismo del glucosio, e l’atrofia tissutale. Nei mutati buona parte delle regioni cerebrali mostrano prima l’accumulo di amiloide, poi la riduzione del metabolismo glucidico e infine l’atrofia, ma con variazioni di quest’ordine in alcune regioni specifiche (ippocampo). Informazioni utile per capire l’evoluzione della malattia e la necessità per la stadiazione di ricorrere a più marker.

BMP9 ameliorates amyloidosis and the cholinergic defect in a mouse model of Alzheimer’s disease. PNAS 2013;110:19567. I neuroni colinergici del complesso basale del prosencefalo (BFCN) si proiettano nell’ippocampo e la corteccia cerebrale rilasciando il loro neurotrasmettitore, l’acetilcolina, fondamentale per i processi di apprendimento, memoria e attenzione per tutta la vita. Il loro fenotipo colinergico nel corso dello sviluppo è indotto da BMP9 (Bone morphogenetic protein-9) espresso nella parte basale frontale del feto. Quindi un buon candidato per la terapia di malattie con disfunzione di BMP9, come l’Alzheimer.
Nell’uomo e anche nel modello animale con tale malattia si osserva infatti una riduzione dell’espressione colinergica. Nel lavoro si dimostra che la somministrazione di BMP9 nel modello murino reduce l’accumulo di amiloide, normalizza l’espressione colinergica e si formano le condizioni neurotrofiche per i neuroni colinergici. Una possibile nuova terapia per l’Alzheimer.

Reducing Jagged 1 and 2 levels prevents cerebral arteriovenous malformations in matrix Gla protein deficiency. PNAS 2013;110:19071. Le malformazioni arterovenose sono un’anomalia dei network vascolari con formazione di una diretta connessione tra arterie e vene saltando il sistema intermedio (capillare), fonte questo di emorragie e ictus. La proteina BMP (Bone Morphogenetic Protein) e il segnale Notch, sono pathway coinvolti, ma non si sa come, nella formazione di queste malformazioni. Nel topo la delezione di un inibitore di BMP (proteina Gla della matrice)(MGP), causa malformazioni arterovenose cerebrali attivando un recettore di BMP (activin receptor-like kinase 1) con aumentata l’attività di Notch e alterata differenziazione delle cellule endoteliali. MGP consente un normale bilanciamento dei segnali BMP e Notch promuovendo la normale vascolarizzazione cerebrale.

Familial dysautonomia model reveals Ikbkap deletion causes apoptosis of Pax3+ progenitors and peripheral neurons. PNAS 2013;110:18698. Le neuropatie sensitive autonomiche ereditarie (HSAN) sono un gruppo di 5 malattie, fenotipicamente differenti ma con ampie sovrapposizioni, del sistema nervoso periferico da mutazione di 12 diversi geni. La HSAN3 (Disautonomia familiare o s. Riley-Day)(FD)(MIM #223900) è dovuta a mutazioni del gene IKBKAP (inhibitor of kappa B kinase complex-associated protein) da mutazione di splicing e riduzione tessuto-specifica della relativa proteina (IKAP). Clinicamente è caratterizzata da tachicardia, labilità della pressione arteriosa, crisi di vomito e riduzione del dolore e della temperatura agli aa inferiori; la sintomatologia tende a peggiorare nel tempo e la morte sopraggiunge nell’adolescenza. Per studiarne i meccanismi cellulari e molecolari si è utilizzato un modello murino che non esprime Ikbkap nella cellule di derivazione dalla cresta neurale. I risultati ottenuti chiariscono le funzioni della proteina IKAP nel sistema nervoso periferico.

SLA
A Long Shot? Could neurodegenerative disease be caused by a cyanobacterial toxin? Lancet Neurology 2013;12:1043. E’ stata prospettata tempo fa l’ipotesi di una possibile associazione tra i cianobatteri (organismi procarioti Gram-negativi capaci di compiere la fotosintesi ossigenica)( http://www.federica.unina.it/smfn/biologia-vegetale-laboratorio/cianobatteri/), e alcune malattie neurodegenerative come la Sclerosi Laterale Amiotrofica e altre. Poco dopo la 2a guerra mondiale molti indigeni Chamorro dell’isola di Guam (arcipelago delle Marianne) sviluppavano una malattia neurodegenerativa rapidamente progressiva simile alla ALS (ALS–PdC cove C sta per complessa) ritenuta indotta dall’ingestione a scopo alimentare di una neurotossina, la β-metilammino-L-alanine (BMAA), liberata dai cianobatteri delle radici delle cicadee. La popolazione si nutre infatti di tortille di semi di cicadea e di animali (flying fox-grossi pipistrelli) che si cibano di questi semi. In vitro BMAA colpisce selettivamente la sottopopolazione di motoneuroni NADPH diaforasi positivi mediante l’attivazione dei recettori AMPA/kainato e NMDA, recettori metabiotropici del glutammato. Terzo: BMAA può essere libero o legato alle proteine causandone un malripiegamento e formando anche una riserva con una sua liberazione lentissima che dura anni e lentamente danneggiando i motoneuroni. Infine BMAA è presente nelle cellule cerebrali dei pz con ALS–PdC emigrati in Canada ma anche in molti pz canadesi con Alzheimer o Parkinson che non avevano mai mangiato Flying fox, mentre non è presente nel SNC di canadesi senza patologie neurodegenerative. Ma i cianobatteri e BMAA sono presenti in alcuni laghi USA e chi si nutre di pesci può esserne contaminato. L’esposizione a BMAA di animali di laboratorio ha dato risultati contrastanti. Rimane quindi una teoria, attraente, ma da provare in primo luogo nei primati, anche se sono già in corso due sperimentazioni cliniche approvate dalla FDA con due farmaci candidati per bloccare BMAA (ClinicalTrials.Gov NCT01259050 e NCT01835782).

The murky path to drug discovery in ALS becomes clearer. Lancet Neurology 2013,12:1037. Commento dell’articolo (Dexpramipexole versus placebo for patients with amyotrophic lateral sclerosis (EMPOWER): a randomised, double-blind, phase 3 trial. Pg. 1059) sull’esito di una sperimentazione clinica a doppio cieco di Sclerosi Laterale Amiotrofica, con pz trattati con dexpramipexolo (piccola molecola che modula la bioenergetica mitocondriale, ndr) e pz di controllo in placebo in fase 3 (EMPOWER), l’ultimo di una lunga lista di insuccessi. In questa sperimentazione (ClinicalTrials.gov, number NCT01281189) ben condotta non ha mostrato miglioramenti né di sopravvivenza né di obiettivi in 943 pz seguiti per 18 mesi. La fase 2 aveva dato risultati incoraggianti, migliori di tutti gli altri tentativi terapeutici, con il farmaco ben tollerato a varie dosi e con segni di efficacia, che non era il primo obiettivo, però non ben chiari. Nel commento si criticano alcuni aspetti di metodo, come la scelta della dose sufficiente per la neuroprotezione, che potrebbe costituire il punto critico per il successo terapeutico. Così termina il commento che spiega il titolo: “Efficient dose selection is a beacon (faro) on the murky (oscura) path to drug development in ALS”.

Targeted degradation of sense and antisense C9orf72 RNA foci as therapy for ALS and frontotemporal degeneration. PNAS 2013;110:E4530. L’espansione esanucleotidica del gene C9ORF72 è la più comune causa della Sclerosi Laterale Amiotrofica (ALS) e della Demenza Fronto-temporale (FTD) nelle persone di discendenza europea, costituendo il 5-14% dei casi familiari e sporadici di ALS (vedi Articoli Interesse Maggio e Ottobre 2013)(ALS and FTD: two sides of the same coin? Lancet Neurology 2013;12:937). Si vuole studiare, come per altre malattia da espansione di ripetizioni, la tossicità mediata da RNA, cioè i foci nucleari di RNA. Vi sono due diversi foci, alcuni con RNA senso e altri contenenti RNA antisenso. Tali foci di RNA non sono presenti nella ALS sporadica, nella ALS/FTD da alter mutazioni, nel Parkinson o nei controlli.
Il ricorso a oligonucleotidi antisenso (ASO) nei fibroblasti di pz riducono selettivamente RNA con ripetizioni di senso senza interessare l’espressione di C9ORF72.
Questi risultati confermano il ruolo centrale della tossicità da accumulo di RNA nella neurodegenerazione provocata dall’espansione esanucleotidica e forniscono un possibile ruolo di ASO nella terapia.

VARIE
Mutations in genes encoding the cadherin receptor-ligand pair DCHS1 and FAT4 disrupt cerebral cortical development. Nature Genetics 2013;45:1300. Nei mammiferi le cellule staminali neurali sono durante lo sviluppo nel neuroepitelio ventricolare. Prima delle 12sg hanno una proliferazione primaria e poi progressivamente formano le cellule post-mitotiche che migrano radialmente nello strato corticale a formare la materia grigia. Non sono ben conosciuti tutti i pathway che controllano questo passaggio, che quando è sregolato porta alla formazione di anomalie corticali. L’eterotopia neuronale periventricolare è un gruppo geneticamente eterogeneo di anomalie della sostanza grigia con formazione di agglomerati neuronali a livello dei margini dei ventricoli cerebrali. La posizione anomala delle cellule post-mitotiche è indicativo di un’anomala differenziazione e migrazione. Per capire alcuni aspetti della migrazione neuronale sono stati studiati 9 pz di 7 famiglie con la sindrome a trasmissione AR chiamata sindrome Van Maldergem (VMS) o Cerebro-facio-articolare (MIM #601390)(come giustamente proposto da Pino Zampino, sec. OMIM) caratterizzata da deficit cognitivo, anomalie cranio-facciali, dell’orecchio, renali, dello scheletro e degli arti insieme a una eterotopia neuronale periventricolare parzialmente penetrante. Metodo: studiate 3 famiglie (una con due fratelli) consanguinee con linkage e mappa di omozigosità e poi sequenziamento esomico targeted. Trovata in due una mutazione troncante e in uno una missenso con previsione di danno funzionale in omozigosi del gene DCHS1 il cui prodotto è una proteina transmembrana di adesione cellulare. Sempre con sequenziamento esomico o Sarger targeted è stata individuata in altre 3 famiglie una mutazione biallelica missenso o nonsenso di FATA4. Ambedue i geni fanno parte della grande famiglia delle protocaderine giganti. La riduzione di espressione di Dchs1 e di Fat4 nel neuroepitelio dell’embrione di topo causa un aumento di numero delle cellule progenitrici e una ridotta differenziazione neuronale con anomalo accumulo di cellule sotto gli strati neuronali della neocorteccia, che ricorda appunto la patologia nell’uomo.

Due articoli sull’individuazione di varianti rare associate a degenerazione maculare legata all’età.
Rare variants in CFI, C3 and C9 are associated with high risk of advanced age-related macular degeneration. Nature Genetics 2013;45:1366.
A rare nonsynonymous sequence variant in C3 is associated with high risk of age-related macular degeneration. Nature Genetics 2013;45:1371.
Identificazione nel primo lavoro di rare varianti non sinonime dei geni che codificano il fattore del complemento I (CFI), il fattore del complemento 3 (C3) e il fattore del complemento 9 (C9) che sono associate alla degenerazione maculare legata all’età (>55 anni)(AMD). La tecnica impiegata è stata di NGS degli esoni di 681 geni nelle regioni note per essere associati a AMD e dei relativi pathway applicata a 2.493 casi e controlli, con l’analisi estesa a altri 5.115 casi e controlli indipendenti. Dai risultati sembra che la patogenesi di AMD risieda nella sregolazione della proteina C3 con l’eccesso di attivazione della via alternativa del complemento. Non sono stati identificati altri loci al di fuori di quelli del complemento.
Nel secondo lavoro sempre con WGS di 2.230 islandesi è stata individuata un raro non sinonimo SNP p.Lis155Gln (identificato anche nel lavoro precedente) del gene C3 del complemento che risulta associato alla MD (OR 3.45). Studi in vitro dicono che tale sostituzione riduce il legame di C3 al fattore del complemento H creando una resistenza all’inibizione di questo fattore, meccanismo questo che sembra determinare un’aumentata attivazione del complemento stesso.

Striking a balance in fragile X. Nature Medicine 2013;19:1370. Commento di un articolo sullo stesso fascicolo (Genetic and acute CPEB1 depletion ameliorate fragile X pathophysiology. Pg. 1473) sintetizzato così: “In fragile X syndrome (FXS), the absence of fragile X mental retardation protein (FMRP) allows the production of certain proteins to go unchecked in the brain. A recent study in mice suggests that bringing excessive translation into balance may provide a key to treating this syndrome”. Si ritiene che la sregolazione della sintesi proteica sia alla base di varie sindromi con autismo, come la FXS, la più comune malattia ereditaria dell’autismo e del deficit intellettivo dovuta al silenziamento del gene FMR1, che è una proteina neuronale legante RNA che interessa circa il 4% dei trascritti del cervello che reprime la loro traduzione, in particolare di gran parte delle proteine sia pre- che post-sinaptiche. In alcune aree del cervello di topo che manca di Fmrl, come atteso, la sintesi proteica è aumentata. Nel lavoro che viene commentato si osserva che un terzo degli RNA target hanno un elemento di poliadenazione citoplasmatica (CPE) legato da enhancing CPE-binding protein (CPEB). Il topo con delezione genetica di assenza di Cpeb e di Fmr1 hanno una sintesi proteica normale e il fenotipo FXS completamente normalizzato, comprese quelle dell’ippocampo dipendenti da mGluR1 e GluR5. Questo studio chiarisce i meccanismi molecolari della sindrome FRX suggerendo che l’alterazione della omeostasi traduzionale costituisce la causa della sindrome e che l’omeostasi FMRP e CPEB è necessaria per le normali funzioni neurologiche. Il lavoro prospetta anche una possibile terapia che, va sottolineato, è applicabile anche nel topo adulto.

Microcephaly mutations. Nature Medicine 2013;19:1376. Commento (Research Highlights) di un articolo (Deficiency of Asparagine Synthetase Causes Congenital Microcephaly and a Progressive Form of Encephalopathy. Neuron 2013;80:429) sull’identificazione di un nuovo gene della microcefalia congenita: 4 famiglie (3 con più affetti M e F; due consanguinee iraniane) con microcefalia congenita e deficit cognitivo, atrofia cerebrale progressiva, circonvoluzioni cerebrali semplificate (5/9 pz) e convulsioni insensibili alla terapia. L’analisi esomica ha identificato mutazioni missenso recessive del gene ASNS che riducono considerevolmente l’attività della codificata asparagina sintetasi (sintesi dell’asparagina da glutammina e aspartato). Il topo mutante omozigote con mutazione ipomorfa di Asns ha microcefalia e anomalie strutturali cerebrali, tipo atrofia, con deficit di memoria, fenotipo simile all’umano, che sembra dovuto al deficit di asparagina o all’accumulo di glutammato/aspartato, che determina ipereccitabilità e danno neuronale, senza il coinvolgimento di altri organi.

ARMC5 Mutations in Macronodular Adrenal Hyperplasia with Cushing’s Syndrome. NEJM 2013;369:2105. L’iperplasia surrenalica macronodulare ACTH indipendente è caratterizzata da un eccesso di secrezione cortisolica e bassi livelli di ACTH circolante e causa la sindrome Cushing in persone tra i 40 e i 60 anni. In genere il suo andamento decorso molto lento, infatti passano anni prima dell’identificazione della malattia che può anche essere sospettata per il riscontro casuale di iperplasia surrenalica. La familiarità in alcuni casi (non facile da individuare per la grande variabilità fenotipica), la bilateralità della lesione e il fatto che ci sono sindromi con noduli adrenocorticali bilaterali in età pediatrica (McCune–Albright da mosaicismo del gene GNAS) fanno pensare che almeno in alcuni soggetti la causa sia genetica. Lo studio: 33 pz di 30-73 anni con iperplasia macronodulare surrenalica ACTH indipendente sottoposti a surrenalectomia. Più della metà dei pz hanno una mutazione in genere inattivante del gene ARMC5 secondo il modello two-hit di gene soppressore di tumore, con una mutazione germinale e una somatica interessante il nodulo surrenalico. La più frequente mutazione somatica è una LOH in 16p, la più frequente mutazione con WGS interessa il gene ARMC5 (Armadillo repeat-containing protein 5) con locus in 16p11.2, che ha una mutazione somatica nel 55% dei pz.
Questo porta a concludere che nel sospetto di questa patologia è indicata l’analisi genetica, che consente l’anticipazione diagnostica e un miglior management medico.

SPERIMENTAZIONI CLINICHE-TERAPIA
Challenges of cognitive research in neurofibromatosis type 1. Lancet Neurology 2013;12:1040. Sono presenti difetto di apprendimento e di memoria in una considerevole proporzione di pz con NF1, malattia mendeliana frequente (1:3000) da mutazione di un gene che codifica una proteina, la neurofibromina, che favorisce l’idrolisi di GTP a GDP e quindi inattiva Ras-p21. Nel modello murino (Nf1 +/-) i deficit di apprendimento e di memoria si ritengono dovuti a un potenziamento duraturo dell’attività di Ras-p21; la somministrazione di Lovastatina riduce l’aumento di attività cerebrale di Ras-p21 migliorando considerevolmente il loro deficit di apprendimento anche spaziale e di attenzione. E, fatto non trascurabile, la Lovastatina è un farmaco già in uso nella terapia dell’ipercolesterolemia anche infantile. Tutte le premesse quindi per il successo terapeutico. Ma il lavoro pubblicato sullo stesso fascicolo (Simvastatin for cognitive deficits and behavioural problems in patients with neurofi bromatosis type 1 (NF1-SIMCODA): a randomised, placebo-controlled trial. Pg. 1076) di una sperimentazione durata 1 anno con tale farmaco in bambini con NF1 (43 trattai e 41 in placebo) non ha dato alcun miglioramento del deficit cognitivo o comportamentale nei trattati. Questa differenza tra l’effetto nel topo e nella nostra specie, non del tutto nuova, potrebbe essere dovuta a problemi metodologici per cui sta per partire in USA una nuova sperimentazione aumentando il numero di bambini trattati e non trattati, affrontando anche alcuni aspetti di metodo (es. la misura del QI è poco precisa e soggettiva)(vedi Clinical Trial).

ALADIN: wish granted in inherited polycystic kidney disease? Lancet 2013;382:1469. Commento di una sperimentazione clinica con somatostatina nella malattia policistica AD (ADPKD) del gruppo di studio ALADIN (A Long-Acting somatostatin on DIsease progression in Nephropathy due to autosomal dominant polycystic kidney disease) multicentrico italiano (6 centri) coordinato dal Mario Negri. ADPKD: 1:400-1.000 nati vivi, progressivo aumento volumetrico cistico dei reni e fegato, con totale insufficienza renale nella metà dei pz. Due geni malattia (MIM PDK1 #173900 e PDK2 #613095). I meccanismi patogenetici sono complessi, con un’incremento di AMP ciclico mediato dalla vasopressina con alterata omeostasi del calcio intracellulare e iperattivazione di numerosi pathway tra cui MAPK–ERK2 e mTOR. Il farmaco è una somatostatina che interagendo con i suoi recettori (SSTR1-5) modula la concentrazione ematica di alcuni ormoni, come il GH, TSH, enzimi pancreatici e molti neuropeptidi gastrointestinali. A livello renale la loro attivazione inibisce cAMP e la proliferazione cellulare. Un analogo della somatostatina, Octreotide ma con maggior potere inbitorio ormonale e un’azione più prolungata, ha passato la Fase 2 di sperimentazione e ora ne vengono presentati i risultati di Fase 3 (Effect of longacting somatostatin analogue on kidney and cyst growth in autosomal dominant polycystic kidney disease (ALADIN): a randomised, placebo-controlled, multicentre trial. Pg. 1485)(ClinicalTrials.gov, NCT00309283). Reclutati 79 pz con ADPKD di età media 37 anni, 40 in Octreotide-LAR (longacting release)(IM ogni 28gg) e 39 placebo per 3 anni. A 1 anno significativo minor aumento del volume renale e delle cisti nei trattati, ma la differenza non è più significativa a 3 anni. Analogo risultato positivo per i valori di filtrazione glomerulare.
Il farmaco va somministrato per tutta la vita. E, a causa dei complessi meccanismi patogenetici e i diversi pathway convolti nella formazione delle cisti, è probabile che sarà possibile bloccare o limitare la loro crescita solo ricorrendo all’uso simultaneo di vari farmaci.
Viene auspicata nel commento e nel lavoro un’ulteriore sperimentazione multicentrica coinvolgendo diverse nazioni e aumentando considerevolmente il numero di pz.

Unconventional gene regulation in the CNS. Nature Neuroscience 2013;16:1509. Editoriale che commenta una serie di review o prospettive pubblicati nello stesso fascicolo sulla sregolazione della traduzione proteica e sui meccanismi di processamento di RNA a livello cerebrale causa di malattie neurologiche.
Deciphering the functions and regulation of brain-enriched A-to-I RNA editing. Pg. 1518 sulle nuove tecnologie e analisi che facilitano l’individuazione delle sedi di editing di RNA e la comprensione della loro funzione e regolazione.
Maintaining genome stability in the nervous system. Pg. 1523 sui progressi nella comprensione dei pathway convolti nel danno e nella riparazione del DNA nel SNC, sia nel corso dello sviluppo cerebrale che nell’invecchiamento.
The translation of translational control by FMRP: therapeutic targets for FXS. Pg. 1530 sulla funzione della proteina FMRP (Fragile X) nella regolazione della sintesi delle proteine della plasticità sinaptica e sulle potenziali terapeutiche della ricerca in questo campo.
mTOR complexes in neurodevelopmental and neuropsychiatric disorders. Pg 1537 sulla funzione di mTOR che regola varie funzioni cellulari e che in base a recenti studi ha un ruolo nelle malattie del neurosviluppo e anche in quelle psichiatriche.

Emerging roles for post-transcriptional regulation in circadian clocks . Pg. 1544 sul ruolo della regolazione post trascrizionale nel mantenimento del ritmo circadiano e nell’adattamento a differenti condizioni ambientali.


Repair of UV photolesions in xeroderma pigmentosum group C cells induced by translational readthrough of premature termination codons. PNAS 2013;110:19483. Le lesioni genomiche esogene o endogene possono modificare l’informazione genetica e interferire con la replicazione o la trascrizione, se non vengono riparate possono produrre cancro, arresto dei processi cellulari con apoptosi e invecchiamento precoce. Esiste un meccanismo di riparazione, di escissione nucleotidica (NER -Nucleotide Excision Repair), dei danni da raggi UV, con due diversi meccanismi e funzioni. Mutazioni di geni dei pathway sono causa di patologie come lo Xeroderma pigmentoso (XP), Tricotiodistrofia (TTD), s. Cockayne (CS). Alcune mutazioni dei geni NER (XP-B, XP-D, XP-G) danno un quadro clinico con segni di XP e di CS.
Lo XP ha una frequenza di 1:milione persone. E’ una malattia AR con un rischio di oltre 10.000 volte di cancro della cute. Le cellule di pz entrano in uno di vari gruppi di complementazione (da XP-A a XP-G)(vedi anche Sirt1 suppresses RNA synthesis after UV irradiation in combined Xeroderma Pigmentosum group D/Cockayne syndrome (XP-D/CS) cells. PNAS 2013:e212)(Articoli Gennaio 2013).
Nel lavoro vengono rilevati in vitro (cute di pz con XP-C) livelli elevati di proteina di riparazione del DNA, concentrazione di questa proteina nel sito di danno del DNA e riparazione del danno da UV in alcune cellule XP. E’ stata messa punto una tecnica che individua pz che rispondono a specifici farmaci, la classica medicina personalizzata o di “precisione” con massima efficacia e minima tossicità.

CDK10/cyclin M is a protein kinase that controls ETS2 degradation and is deficient in STAR syndrome. PNAS 2013;110:19525. La sindrome STAR (MIM #300707) è una malattia XL dominante da mutazione del gene FAM58A che codifica una ciclina orfana (Ciclina M) con funzione non bene nota.
Il fenotipo è costituito da dismorfismi facciali (telecanto, punta nasale tripartita), sindattilia delle dita dei piedi, ipoplasia delle grandi labbra, atresia anale e malformazioni urogenitali. Nel lavoro si dimostra che la Ciclina M è la ciclina attivante CDK10, chinasi ciclino-dipendente convolta nel controllo della divisione cellulare e nella resistenza di alcuni tipi di cancro mammaro alla terapia endocrina e che la Ciclina-M mutante della STAR non è in grado di interagire con questa chinasi.

MALATTIE COMPLESSE/STUDI ASSOCIAZIONE
Discovery and refinement of loci associated with lipid levels. Nature Genetics 2013;45:1274. Risultati del Global Lipids Genetics Consortium. Come sappiamo i livelli di colesterolo a bassa densità (LDL) e a alta densità (HDL), dei trigliceridi e del colesterolo totale sono ereditabili e entrano nei fattori di rischio la malattia delle arterie coronarie. L’analisi GWAS (genome wide association study) e array con piattaforma custom su 188.577 soggetti conferma l’associazione di 157 loci, ci cui 62 già noti. Con un’ulteriore analisi con alta risoluzione in popolazione di origine europea, asiatica e africana i loci associati si sono ridotti a 12. Questi sono anche i loci associati ai caratteri e alle patologie cardiovascolari come la pressione arteriosa, l’indice di massa corporea e il Diabete 2.
Altro articolo sull’argomento: Common variants associated with plasma triglycerides and risk for coronary artery disease. Nature Genetics 2013:45:1345.

Variants at multiple loci implicated in both innate and adaptive immune responses are associated with Sjögren’s syndrome. Nature Genetics 2013;45:1248. La malattia Sjögren è una comune condizione cronica autoimmunitaria (0.7% della popolazione di origine europea) con M:F 2.3 caratterizzata da disfunzione delle ghiandole esocrine, in particolare le salivari e le lacrimali, causando bocca secca (xerostomia) e occhio secco (cheratocongiuntivite), oltre a lesioni in vari organi e apparati, la terapia è solo palliativa. In metà dei casi è secondaria a patologie del tessuto connettivo. L’analisi con GWAS nell’ambito del Sjögren’s Genetics Network (SGENE) di 395 pz e 1.975 controlli di discendenza europea ha confermato la forte associazione con la regione HLA e nuove associazione con altre regioni implicate nell’immunità innata e adattativa (acquisita).

A genome-wide association study in Han Chinese identifies a susceptibility locus for primary Sjögren’s syndrome at 7q11.23. Nature Genetics 2013;45:1361. GWAS in un totale di 1.845 pz con sindrome Sjögren primaria e 3.777 controlli nella popolazione cinese Han (gruppo etnico più comune). Identificato un nuovo locus di suscettibilità: gene GTF2I (General Transcription Factor II-I)(MIM *601679) con OR di 2.2, oltre ai loci noti/regioni nella popolazione europea (STAT4, TNFAIP3 e HLA).

Analysis of immune-related loci identifies 48 new susceptibility variants for multiple sclerosis. Nature Genetics 2013;45:1353. La MS è una malattia infiammatoria demielinizzante del SNC causa comune di disabilità neurologica cronica. Più frequente nelle femmine e con prevalenza maggiore nei soggetti di origine nord-europea, con una moderata ereditabilità e con ricorrenza relativa nei figli del 6.3%. Noti geni di suscettibilità (MIM #126200) del complesso maggiore di istocompatibilità, poco si sa di altri geni di suscettibilità. Con la tecnica GWAS in un’ampia casistica (14.498 pz e 24.091 controlli sani) sono stati individuate 135 regioni potenzialmente associate. Sono stati poi analizzati altri 14.802 pz e 26.703 controlli (totale più di 80.000 persone di discendenza europea) che ha consentito di individuate 48 nuove variati di suscettibilità. Il totale delle varianti di suscettibilità è ora 110, di 103 loci fuori dalla regione HLA. Applicando il calcolo bayesiano si conclude che più della metà della probabilità a posteriori di associazione è legata a una variante di 5 diverse regioni.

NGS NEL CANCRO
Segnalo:
Next-generation sequencing in the clinic. Nature Biotechnology 2013;31:990 (uno degli AA è Paolo Fortina) che commenta l’articolo sullo stesso fascicolo (Development and validation of a clinical cancer genomic profiling test based on massively parallel DNA sequencing. Pg. 1023) che conclude cosi’ “Regardless of whether clinical NGS is successful in identifying genetic alterations that can be treated with existing drugs, Frampton et al.1 report a notably high frequency of mutations in oncogenic pathways (on average 1.57 mutations per case, with 1,579 distinct altera­tions in 2,112 cases)” Se sono tutte importanti ci saranno problemi per individuare farmaci perchè per ora i modelli terapeutici su basano sullo sviluppo di un singolo farmaco che ha come target una singola mutazione.

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