Raccolta e brevi commenti di articoli di Genetica Medica e
Umana e di interesse generale del mese di Marzo
2014 (Spigolature) che hanno
attirato la mia attenzione o curiosità, pubblicati nelle seguenti riviste:
Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature Genetics, Nature
Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews
Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.
New entry British Medical Journal.
PER TUTTI . Maternità vs paternità delle
scoperte
Cancer Risk among Children Born after Assisted Conception. NEJM 2014; 370:974. Lettera che contesta le conclusioni dell’articolo delle Spigolature del
Nov 2013 (Cancer Risk among Children Born after
Assisted Conception. NEJM 2013;369:1819) che concludeva che non c’era rischio
per i vari tipi di cancro, ma solo una significatività, ma con basso rischio
assoluto, per epatoblastoma e rabdomiosarcoma.
La lettera contesta la metodologia e le
conclusioni del lavoro e fa presente che, in base ai loro dati e a quelli di
una recente meta-analisi, per i b. nati da fecondazione assistita c’è un
rischio di 2.5 volte rispetto ai concepiti naturalmente di una leucemia
linfoblastica acuta precoce.
Mutant Prolactin Receptor and Familial Hyperprolactinemia. NEJM 2014;370:976. Lettera che commenta un articolo segnalato con le Spigolature del Nov
2013 (Mutant Prolactin Receptor and Familial
Hyperprolactinemia. NEJM 2013;369:2012) in cui viene ipotizzato che le
anomalie riproduttive nella famiglia con mutazione del recettore prolattinico
era dovuta all’iperprolattinemia e all’aumento del segnale del recettore. La
lettera fa presente che in realtà la mutazione è di tipo di perdita di funzione
per cui non dovrebbe esserci aumento di segnale. Propongono spiegazioni e
suggerimenti. C’è una seconda lettera sempre su questo articolo in cui si
dubita che l’iperprolattinemia sia la causa dell’insuccesso riproduttivo dei pz
primo perché la prolattina non ha un ruolo nella riproduzione umana e poi
perché la mutazione è inattivante. Infine c’è una terza lettera che si chiede
perché mai la mutazione trovata dovrebbe causare iperprolattinemia e poi quali
prove ci sono che la mutazione sia causa di infertilità in quanto chi porta la
mutazione ha avuto figli. Conclude
dicendo: “further explanation is needed before we can accept that this mutation
is a cause of familial hyperprolactinemia” (che bastonate! Ndr). Nella risposta gli
AA concludono con argomenti che secondo loro “this PRLR mutation plays a
role in familial hyperprolactinemia”.
EPIGENETICA
Transgenerational
Epigenetic Inheritance: Myths and Mechanisms. Cell 2014;157:95. Sintesi molto
bella su una material così interessante e relativamente nuova: “Since the human
genome was sequenced, the term ‘‘epigenetics’’ is increasingly being associated
with the hope that we are more than just the sum of our genes. Might what we
eat, the air we breathe, or even the emotions we feel influence not only our
genes but those of descendants? Certamente
l’ambiente influenza l’espressione dei nostri geni ma ha conseguenze anche
nelle generazioni successive a chi ne è stato esposto? E’ provata la trasmissione di caratteri
epigenetici in alcuni vegetali e nei nematodi, ma nell’uomo non è ancora ben
chiaro il se e il quanto.
The Sins of the
father. Nature 2014;507:22. Sottotitolo:
“The roots of inheritance may extend
beyond the genome, but the mechanisms remain a puzzle”. Un racconto romanzato
dell’epigenetica vista dal ricercatore che studia l’effetto della paura sullo sviluppo cerebrale nei topi e nei loro
figli (viene ampiamente citato l’articolo Parental olfactory experience
influences behavior and neural structure in subsequent generations. Nature
Neuroscience 2014;17:89)(vedi
Spigolature Gennaio 2014) e che trasferisce poi quello che ha appreso sui
propri antenati e sulla propria discendenza. Pauroso. E’ appunto un racconto giornalistico
sulla storia dell’epigenetica con una bella domanda: “why hasn’t this been obvious
to all the brilliant researchers in the past hundred years of Genetics?”
The Secret Garden—Epigenetic Alleles Underlie Complex Traits. Science
2014;343:1082 e Mapping the Epigenetic Basis of Complex Traits. Science
2014;343:1145. Nella
Arabidopsis l’ereditabilità di alcuni caratteri complessi come il periodo della
fioritura e della lunghezza della radici è determinata da variazioni
epigenetiche (vedi Spigolature Settembre 2013)(Evolution
Heresy? Epigenetics Underlies
Heritable Plant Traits. Science 2013;341 1055).
A mother’s influence on
metabolic disorders. Community Corner. Nature Medicine 2014;20:244. Sappiamo da studi epidemiologici che i figli di
donne obese sono predisposti a malattie metaboliche e ci sono evidenze che i topi
le cui madri durante l’allattamento (ma non durante la gravidanza, in cui nel
topo sembra svolgere addirittura un effetto protettivo) erano in dieta ad alto
contenuto in grassi hanno alterazione del numero di proiezioni di alcuni
neuroni POMC (quelli che producono proopiomelanocortina) nell’ipotalamo e nel
pancreas ed hanno predisposizione all’obesità e al diabete (vedi Spigolature
Gennaio 2014)(Neonatal
Insulin Action Impairs Hypothalamic Neurocircuit Formation in Response to
Maternal High-Fat Feeding. Cell 2014;156:495). Questi neuroni, che proteggono dall’obesità, sviluppano le loro
proiezioni nel corso dell’allattamento tramite un processo influenzato da
segnali umorali come l’ormone adipocitico leptina. Il parere di 3 esperti sulle
implicazioni di quanto sopra esposto per l’uomo, che sottolineano il fatto che lo
sviluppo delle proiezioni dei POMC nell’uomo avviene non durante l’allattamento
ma nell’ultima parte della vita fetale (come riportato nel lavoro su Cell), e
quindi l’iperinsulismo in gravidanza potrebbe alterare lo sviluppo ipotalamico
con conseguente rischio di obesità e diabete. “The discoveries made by the authors are intriguing and
call for a number of additional studies”. Sono infatti in corso da parte degli
stessi AA studi nell’uomo su questo argomento utilizzando le nuove tecniche di
neuroimmagini.
PER I PEDIATRI E PER ALTRI SPECIALISTI
(Neurologi, Ostetrici, Cardiologi, Psichiatri, ORL, Medici della riproduzione, Patologi
ecc.).
Cardiomyopathy in children: importance of aetiology in prognosis. Lancet
2014;383:781. Lettera di commento all’articolo recensito
nelle Spigolature del Dic 2013 (Risk stratification at
diagnosis for children with hypertrophic cardiomyopathy: an analysis of data
from the Pediatric Cardiomyopathy Registry. Lancet 2013;382:1889) che riporta i fattori
di rischio e l’esito per 1.085 b. con miocardiopatia ipertrofica da varie cause
in un periodo di 19 anni (North American Pediatric Cardiomyopathy
Registry Study Group). La lettera, pur apprezzando i risultati ottenuti, sottolinea la necessità per il futuro, per stabilire la prognosi, di
conoscere la diagnosi eziologica piuttosto che basarsi su una categorizzazione
fenotipica, trattandosi di una patologia altamente eterogenea. Gli AA
rispondono che in base ai dati del loro registro nel caso della m. ipertrofica la
diagnosi genetica viene fatta dopo anni dall’inizio dei segni e comunque il 75%
dei bambini rimane senza una causa identificata. La classificazione non
causale (presentazione nell’infanzia, insufficienza cardiaca alla diagnosi,
anomalie specifiche ecocardiografiche) è per ora il meglio che ora si può fare.
Sapete cos’è
il Frank’s Sign. NEJM 370:e15?. Vedetevi l’immagine: solco
che dal trago con un angolo di 45 gradi attraversa il lobulo del padiglione
sino a raggiungere il bordo auricolare. Comporta il rischio di malattia
coronarica, con bassa sensibilità ma particolarmente utile per le persone che
hanno meno di 60 anni. E’ indice di invecchiamento precoce ed è dovuto alla
perdita di fibre elastiche del derma e dei vasi.
e il Gorlin’s sign
che è? BMJ 2014;
348:g1786.
Toccarsi con la lingua la punta del naso (vedi foto), segno presente in metà
dei pz con sindrome Ehlers-Danlos o con iperlassità
legamentosa generalizzata (vs <10% della popolazione “normale”).
Coeliac disease. BMJ 2014; BMJ 2014;348:g1561. Clinical Review sulla
celiachia, malattia autoimmunitaria comune (prevalenza 1%), che interessa tutti
i gruppi etnici, con a rischio soprattutto i parenti di primo grado di affetti,
con anemia, perdita di peso, diarrea e sintomi gastrointestinali. La review
prende in considerazione le modalità diagnostiche e i limiti, con la necessità
per l’adulto di ricorrere alla biopsia intestinale. La terapia dura tutta la
vita con controlli periodici da parte di
esperti di dieta.
Spurious syndromes: we create disease by giving every illness a name. BMJ 2014;348:g1828. Chiamare con “sindrome” uno
o più sintomi di cui non conosciamo la causa e fisiopatologia può essere
attraente per il medico ma in realtà questo copre solo la nostra ignoranza e
alla lunga non serve, anzi può dare al pz una falsa percezione della condizione
da cui è affetto, che può essere percepita anche come qualcosa di permanente. Un saggio antropologo e medico di famiglia ha scritto:
“Illness is
what the patient feels when he goes to the doctor and disease is what he has on
the way home from the doctor’s office.” Già, perchè “not every illness needs a
name”.
Common variable
immunodeficiency syndrome in an adult. Lancet 2014;383:926. L’immunodeficienza comune variabile è la più frequente immunodeficienza
primitiva (1:25.000 persone) con sintomatologia caratterizzata da ipogammaglobulinemia,
infezioni virali ripetute, linfoadenopatia, splenomegalia e manifestazioni
gastrointestinali come diarrea e malassorbimento. Viene presentato il casi di
una donna di 25 anni sottolineando che tale patologia non è limitata all’età
pediatrica.
Management of sickle cell disease in the community. Clinical Review. BMJ 2014; 348:g1765. La Falcemia è una malattia
caratterizzata da imprevedibili episodi acuti con danni progressivi di vari
organi senza un’efficace terapia. Interessa tutte le specialità perché
coinvolge tutti gli organi. E’ una delle più comuni malattie ereditarie con
prevalenza che varia moltissimo da etnia a etnia. La vita media è di 40-60 anni.
La Review è un aggiornamento evidence based del trattamento nella comunità di
questa malattia progressiva.
Tre curiose note sull’arte della comunicazione (utili considerazioni per la consulenza genetica):
Consultations in primary care should be held standing up. BMJ
2014;348:g1558. Personal view che dice “Sitting for
prolonged periods contributes to disease and premature death” e allora l’A, che
opera in una Primary Care Unit, suggerisce che “doctors as well as patients may
benefit from standing up in some general practice consultations”.
E i commenti (contrari) in due
successive lettere: The art of
communication during consultations. BMJ 2014; 348:g2303 e Sitting during consultations encourages higher order Thinking. BMJ 2014;348:g2305 in cui si sottolinea la necessità in ogni colloquio,
incluso quello tra medico di medicina generale, che vi sia tempo sufficiente e
disponibilità completa da parte del medico, che non deve dare l’impressione di
avere fretta e sia disponibile ad ascoltare. E che se camminiamo o stiamo in
piedi magari possiamo migliorare il nostro profilo cardiovascolare ma dimostriamo
di non essere disponibili al colloquio.
“Advances in medicine have limited
value if not provided within an ongoing trusting relationship with a
professional, such as a GP, medical specialist, or practice nurse, who
genuinely cares for the patient. Let’s
sit down for this” (e come diceva S. Kessler a chi gli chiedeva come si fa ad
imparare a comunicare – si parlava di consulenza genetica- rispondeva che alcuni
hanno innato il talento ma tutti possiamo imparare, ndr).
Statistica: Clinical significance versus
statistical significance. BMJ 2014;348:g2130. Un esempio di come si
programma una ricerca a doppio cieco placebo: pomata al cloramfenicolo prima
della sutura chirurgica di una ferita. Viene calcolato quanti casi occorrono
ponendo come il più piccolo effetto clinico di interesse una riduzione assoluta
dell’incidenza di infezione del 5%. Sono stati reclutati 972 pz e così randomizzati: 488 esposti al cloramfenicolo e
484 al placebo. Risultati: meno infezioni negli esposti al cloramfenicolo (6.6%
v 11.0%; differenza −4.4%, 95% IC −7.9% a −0.8%; P=0.010).
Poi
le domande con le relative risposte.
NGS
The art of medicine. Life writing in the genomic age. Lancet 2014;383:776. Va di moda oggi farsi il proprio genoma, ma la domanda è: il genoma è
il “book
of life” di ciascuno di noi? Evidentemente
no perché “A
person’s genome is not a script or a blueprint or an oracle, and there
is a profound difference between genetic data and a story that seeks to define
a life’s meaning”. Sappiamo così poco del nostro genoma che ”rather than
turning inward and focusing only on the codes in our cells, we need to invent
new ways to
compose the story of the self in connection with the whole entangled
bank of earth in which we live”.
The
impact of whole-genome sequencing on the reconstruction of human population
history. Nature Reviews Genetics 2014;15:149. Gli strumenti genetici per studiare la storia
delle nostre popolazioni sono partiti dal gruppo sanguigno ABO e dalle proteine
allomorfe (Cavalli Sforza e il gruppo di Torino). E hanno avuto un particolare
sviluppo quando sono state applicate le tecniche di analisi del DNA iniziando
con l’analisi del mtDNA (che ci ha insegnato l’origine africana della
popolazione umana nel 1987) seguita dall’analisi STR, dagli SNP e dal
sequenziamento di seconda e terza generazione (bella la tabella con i pregi e i
difetti delle varie metodiche, ndr) favorendo enormemente il lavoro di interpretazione
ma anche le complessità analitiche, come sottolineato da questa review, che
devono essere superate per comprendere la nostra storia come specie che è
scritta nel nostro genoma.
TERATOLOGIA
FDA Approval of Doxylamine–Pyridoxine Therapy for
Use in Pregnancy. NEJM 2014;370:1081. C’era un
farmaco, il Benedectin (doxilamina
e piridossina), che veniva ampiamente (25% delle gravide) usato per il
controllo della nausea e del vomito in gravidanza (presente nell’80% delle
gravide tra le 6 e le 12 sg), ma non 1983 è stato tolto da commercio dalla ditta
produttrice per evitare azioni legali con richiesta di risarcimenti a causa di una
sospetta, ma da alcuni negata, teratogenicità del prodotto con malformazioni
degli arti (difetti di riduzione), cardiache, schisi orali e genitali. Ma poi
due meta-analisi hanno smentito tale effetto teratogeno. E non ci sono rimasti
più farmaci sintomatici per questi fastidiosi sintomi gravidici. Ora la FDA,
dopo 30 anni, ha approvato la commercializzazione dello stesso prodotto con un
altro nome (Declegis). Questa storia ci ricorda che il miglior modo per
valutare un farmaco è la pratica basata sull’evidenza con l’uso di più dati
stratificati (e non il case report che
serve come sentinella e che non costituisce una prova, ndr.
Drinking in first trimester is linked to premature birth and babies small
for gestational age. BMJ 2014;348:g2058. Research News di un articolo su J
Epidemiol Comm Health 11 Mar 2014
doi:10.1136/jech-2013-202934 (Maternal
alcohol intake prior to and during pregnancy and risk of adverse birth
outcomes: evidence from a British cohort) in cui si conclude che
l’assunzione di alcool da parte della madre nei primi 3 mesi di gravidanza può
aumentare il rischio di prematurità o di scarsa crescita fetale. Poco più della
metà delle gravide dello studio hanno bevuto più delle due unità di
alcool/settimana che è il massimo della quantità raccomandata (in realtà la
quantità raccomandata è zero) e il 40% più di 10 volte nel periodo concezionale
e quelle che hanno bevuto più di 2 unità/settimana erano più anziane, laureate
e benestanti.
L’OR per basso peso neonatale per età
gestazionale è stato di 1.7 (IC 95% 0.9 - 3.1) per assunzione di ≤2 unità/settimana e di 2.0 (1.2 - 3.4) per >2 unità/settimana
rispetto a coloro che non hanno bevuto. Questa associazione è risultata meno
rilevante per assunzione nel 2° e nel 3° trimestre. Per la prematurità OR di
4.6 (1.4 - 14.7) per assunzione di ≤2 unità/sett. e 3.5 (1.1 - 11.2) per
assunzione di >2 unità/sett. Lo stesso minor effetto vi è per assunzione in
epoche successive.
Quindi
ulteriore evidenza che anche moderate assunzioni di alcool in gravidanza sono
da considerarsi tossiche per il feto. Tenendo poi conto che una buona parte
delle gravidanze non sono programmate, va raccomandata l’astinenza da alcool
quando si hanno rapporti non protetti.
(NB:
la prematurità e il basso peso neonatale sono causa crescente di mortalità e
morbilità neonatali e con possibili conseguenze permanenti, ndr).
ZIBALDONE
***
Shorter
telomeres with high telomerase activity are associated with raised allostatic
load and impoverished psychosocial resources. PNAS 2014;111:4519. I telomeri sono composti da strutture nucleoproteiche con
ripetizioni in tandem di sequenze esanucleotidiche che coprono come un coperchio
le parti terminali dei cromosomi degli eucarioti proteggendoli dalla fusione
termino-terminale e dalla degradazione nelle divisioni cellulari. I telomeri si
accorciano con l’età per le divisioni delle cellule somatiche o per stress
ossidativo. Quando sono troppo corti causano instabilità cromosomica, apoptosi
e la senescenza cellulare, talora alterando la trascrizione e causando la disfunzione dei mitocondri. La lunghezza dei
telomeri dipende dalla telomerasi che aggiunge sequenze TTAGGG al 3’ del DNA
telomerico.
Uno
dei fattori che influenza la dinamica telomerica è costituito da stress
psico-sociale sia nell’età infantile che nell’età adulta e che l’ottimismo, il
supporto sociale e il successo scolastico sono correlati con telomeri più
lunghi. Risulta che lo stress mentale acuto aumenti transitoriamente l’attività
telomerasica e riduca la lunghezza telomerica.
Nel
lavoro si vuole verificare se i telomeri corti e l’alta attività telomerasica
siano associati con marcatori del carico allostatico (modificazione funzionali
di organi/apparati per adeguamento a cambiamenti indesiderati o situazioni
vissute) in un gruppo di volontari di 63 anni sottoposti a stress mentale acuto
e valutandone le risposte fisiologiche come i parametri cardiovascolari e i
tempi di ricupero. Si dimostra che telomeri leucocitari corti e alta attività
telomerasica sono associati ad anomalie funzionali sia biologiche che
psicologiche.
Conclusione
importante dal lavoro: viene documentato che carico allostatico elevato predice
maggior mortalità e declino funzionale a età avanzate (lo sapevamo, ndr). Questi
processi potrebbero essere mediati da un invecchiamento cellulare accelerato.
On the other hand: including left-handers in cognitive
neuroscience and neurogenetics. Nature
Reviews Neuroscience 2014;15:193. Il 10% della nostra popolazione usa preferibilmente
la sinistra per fare lavori manuali come scrivere, lavarsi i denti o usare la
forbice. Il fatto che questo riguardi una minoranza ha favorito lo stigma di
questo carattere ma anche, come spesso succede, dicerie non provate sulle
eccezionali capacità dei mancini. Questa Opinion non riguarda la ricerca della
sua causa ma piuttosto sottolinea che i mancini sono un’importante e facilmente
disponibile risorsa per studi di neuroscienza e neurogenetica.
Ne viene presentata la definizione e
sottolineati alcuni punti riguardo la sua evoluzione e sviluppo. La diversità
che questo carattere così comune comporta può farci capire i processi di
lateralizzazione e la base genetica dello sviluppo cerebrale asimmetrico. Un
invito quindi a includere i mancini negli studi di neuroscienze e neurogenetica.
Dal punto di vista genetico l’ereditabilità di questo carattere non è trascurabile
(25%) e gli studi di associazione genome-wide hanno individuato alcuni geni
associati come leucine-rich repeat transmembrane neuronal 1 (LRRTM1) con associazione però di varianti
solo se di origine paterna (effetto imprinting?); è un gene che fa parte del
pathway della neuressina, le cui mutazioni sono causa di autismo e
schizofrenia, patologie in cui spesso vi è mancinismo. Un altro gene PCSK6 (proprotein
convertase subtilisin/kexin type 6), non imprinted, è associato più al grado
che alla direzione dell’uso delle mani, la cui proteina agisce su Nodal, una
proteina che regola l’asse viscerale destra-sinistra nelle fasi iniziali
dell’embriogenesi. Sono stati chiamati in causa alcuni fattori ambientali come
il peso neonatale, i livelli di androgeni materni in gravidanza e ovviamente la
casualità.
Swiss science set to stay
international. Nature 2014;507:431. L’esito del recente referendum svizzero che limita
l’immigrazione comporta l’esclusione dei ricercatori svizzeri dai finanziamenti
dell’European Research Council (ERC), programmi che sono la
‘Champions League’ for researchers in Europe (ben gli sta, ndr).
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