Scelta di articoli di Genetica Clinica nel Marzo 2012 pubblicati nelle seguenti
riviste: Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature
Medicine, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neurosciences, NEJM, PNAS.
NGS
Sequencing for diagnosis. Nature Rev
Genetics 2012;13:doi:10.1038/nrg3176. Commento di un lavoro (Molecular diagnosis of
infantile mitochondrial disease with targeted next-generation sequencing. Sci. Transl. Med. 2012;4:118)(non ho online la rivista) di
applicazione di NGS per la diagnosi di malattia della fosforilazione ossidativa
(OXPHOS), malattia mitocondriale di cui sono noti 77 geni. Sono stati
sequenziati tutti i geni dei mitocondri e circa 1000 geni nucleari in 42
bambini con una di queste malattie. I risultati sono stati suddivisi in
varianti di geni nucleari che modificano la struttura proteica, varianti
nucleari o mitocondriali già note come causa di malattia e varianti strutturali
del genoma dei mitocondri. Il 55% dei pz (n° 23) ha almeno una variante con
queste caratteristiche, in 10 di questi la variante era già nota come causa di (OXPHOS),
due varianti, dei rimanenti 13 nuovo geni nucleari che sono stati identificati,
sono da considerare come vera mutazione patogena. Probabilmente la mancata
identificazione di varianti negli altri 19 pz è dovuta alla troppo stringente
selezione posta che ha escluso automaticamente qualche variazione patogena. Problema
noto quello della bioinformatica nell’interpretazione dei dati che escono dalla
NGS.
Tumor
Heterogeneity and Personalized Medicine. NEJM 2012;366:956. Editoriale molto bello che
commenta un articolo (Intratumor heterogeneity and branched
evolution revealed by multiregion sequencing.Pg 883) sulla eterogeneità genetica non
solo da tumore a tumore ma anche nello stesso tumore. Lo sviluppo delle
tecniche ha consentito di immaginare che bastasse biopsiare il tumore
ambulatoriamente, aspettare la risposta del profilo genetico del tessuto
prelevato e applicare per quel pz la terapia personalizzata. Troppo facile.
L’eterogeneità genetica intratumorale rende questa prospettiva per ora non
applicabile.
Ma leggetevi anche l’articolo Prognostic Relevance of Integrated Genetic Profiling in Acute
Myeloid Leukemia nejm 2012;336:1079 e il bellissimo editoriale (Profiles in Leukemia NEJM 2012;366:1153)
in cui si dimostra che, almeno in questo gruppo eterogeneo di condizioni, è
possibile prevedere la prognosi e indirizzare la terapia.
Broken
giant linked to heart failure. Nature 2012;483:281. Novità sulla cardiomiopatia dilatativa
(cita l’articolo Truncations
of Titin Causing Dilated Cardiomyopathy. NEJM 2012;366:619, vedi Articoli di
interesse del Febbraio 2012)(blog). Da sottolineare quello che gli AA
dell’articolo scrivono: “massively parallel sequencing is more sensitive than Sanger
sequencing in detecting TTN variants”.
DATABASE
The Chromosome-Centric Human Proteome Project
for cataloging proteins encoded in the genome. Nature Biotechnoly
2012;30:221. Il primo
scopo del progetto C-HPP è quello di identificare almeno una proteina
rappresentativa dei 20,300 geni dell’uomo, caratterizzandone la localizzazione
e le principali isoforme, per favorire l’integrazione tra proteomica e genomica
e conoscere meglio i complessi sistemi biologici e facilitare l’accesso ai dati
a livello proteico. Il progetto si integra con altri progetti, HumanProteome Organization (HPP; http://thehpp.org/) e 1000 Genomes Project, Encode, transcriptome sequencing per caratterizzare il proteome umano per ogni cromosoma. E’ stato già preparato un database su base cromosomica in cui i nuovi dati sono integrati con quelli esistenti (http://www.nextprot.org/). Il suo ruolo in malattie specifiche, la struttura 3D, le isoforme, la sequenza, le isoforme, i domini ecc.
Un consiglio: consultatelo.
On not reinventing the wheel. Nature Genetics 2012;44:233. An
alphabet soup of organizations and initiatives across the world are concerned
with identifying, collecting and evaluating disease-causing human gene variants
and using them to diagnose and treat rare diseases. Despite increasing
standardization of nomenclature and technology, our efforts still need
coordination to produce a pipeline leading from discovery to delivery. Già, il caos, ma anche uno
straordinario elenco di siti web da dove avere informazioni. Bello il titolo.
GENETICA
CLINICA
Somatic mosaic
IDH1 and IDH2 mutations are associated with enchondroma and
spindle cell hemangioma in Ollier disease and Maffucci syndrome, Nature
Genetics 2011;43:1256. La malattia
di Ollier e la syndrome Maffucci sono malattie non ereditarie dello scheletro
con encondromi multipli, descritte in genere come sporadiche con rari casi
familiari (vedi OMIM che non ha ancora aggiornato il catalogo: MIM %166000, considerate a possibile eredità dominante con
ridotta penetranza). Sono state individuate
mutazioni somatiche in eterozigosi del gene IDH1 o IDH2 nell’87% degli
encondromi e nel 70% degli emangiomi in queste due malattie. In totale 35 dei
43 pazienti con m. Ollier e 10 dei 13 pazienti con s. Maffucci hanno una mutazione
somatica del gene IDH1 (98%) o IDH2 (2%).
Family
matters: sexual dimorphism in cardiovascular disease. Lancet 2012;379:873. Questo commento di un articolo (Inheritance of
coronary artery disease in men: an analysis of the role of the Y chromosome. Pg
915) termina splendidamente così: nel raccogliere l’anamnesi familiare non
chiedere “Did your
mother or father have a heart attack before age 60?” ma chiedere “Did your
father have a heart attack before the age of 60?”. Leggetevi
il commento e l’articolo per sapere bene perchè.
Connecting complex disorders through biology. Nature Genetics
2012;44;238. Commento di un articolo sull’individuazione mediante
exome sequencing di uno dei geni della s. Coats plus (Mutations in CTC1,
encoding conserved telomere maintenance component 1, cause Coats plus, pg. 338) caratterizzata da deficit di
crescita, retinopatia essudativa, telangiectasie retiniche, calcificazioni
intracraniche, anomalie scheletriche, ectasie vascolari gastrointestinali,
anomalie degli annessi (capelli radi e grigi, distrofia ungueale) e anemia.
Questa e altre sono malattie che codificano proteine
importanti per la funzione dei telomeri (s. Revesz, Discheratosi congenita, s. Hoyeraal-Hreidarsson,
oltre a alcuni casi di anemia aplastica, fibrosi polmonare, leucemia o malattia
epatica). Le notevoli somiglianze fenotipiche e la comune base molecolare le
fanno inquadrare in una famiglia di sindromi telomeriche, con ampia omogeneità
genetica per la s. Coats (trasmissione AR) e una notevole eterogeneità genetica
per le altre (con trasmissione AR, AD, XL).
Germline mutations in DIS3L2 cause the Perlman syndrome of
overgrowth and Wilms tumor susceptibility. Nature
Genetics 2012;44:277.
Identificato il gene della s. Perlman, una delle sindromi da eccesso di crescita
che predispone, come la s. Beckwith, a tumori embrionali. Il gene-malattia è
stato identificato mediante autozygosity mapping e sequenziati 36 geni
candidati nell’intervallo di 2.1 Mb. L’inattivazione del gene (DIS3L2) causa
instabilità mitotica e espressione alterata delle proteine del check-point
mitotico. Se ne viene annullata l’espressione vi è incremento di crescita di
linee cellulari tumorali.
Germline JAK2
Mutation in a Family with Hereditary Thrombocytosis. Letter NEJM 2012;366:967. Mutazioni
somatiche del gene JAK2 sono associate a neoplasie mieloproliferative cromosoma
Filadelfia negative. E’ stata trovata in una famiglia con più membri con
trombocitosi ereditaria e con storia di incidenti vascolari ischemici
(cerebrali e cardiaci) una mutazione attivante, diversa da quella somatica, che
è ritenuta la causa del fenotipo in questa famiglia. Consigliato lo screening
di questa mutazione in popolazione selezionata e ulteriori studi sulla sua
funzione. Vedi ad es. analogie con
PTPN11 e BRAF.
Pregnancy in a
Woman with a Leptin-Receptor Mutation. Letter NEJM 2012;366:1064. L’omozigosi
per una mutazione de gene Leptina o del suo recettore causa infertilità nei
topi e nell’uomo. Ma, come sempre, ci sono eccezioni.
Common variants near MBNL1 and NKX2-5
are associated with infantile hypertrophic pyloric stenosis. Nature Genetics
2012;44:334.
Sono stati analizzati con genome-wide
association study 1001 bambini con
stenosi ipertrofica del piloro (che non è una grave malattia pediatrica come
asseriscono gli AA) e 2401 controlli;
sono stati identificati 3 loci
associati a tale patologia con 2 geni coinvolti nella regolazione dello
splicing alternativo, sviluppo del muscolo cardiaco e embrionale intestinale. Gli AA terminano scrivendo che questi risultati “may lead to new
approaches for screening, prevention or treatment”. (Conoscere fa sempre
bene ma mi pare che per lo specifico difetto di sviluppo stiano esagerando)(commenti
da parte dei pediatri di oggi, per favore? ndr).
Monogenic Mitochondrial DisordersMonogenic Mitochondrial
Disorders. NEJM 2012;366:1132. Review stile NEJM sulle cause e sulla
fisiopatologia delle malattie mitocondriali monogeniche. L’introduzione
riassume maestralmente quello che fanno i mitocondri: To function normally,
human cells require energy in the form of ATP. ATP is primarily generated by mitochondria, which are
also key players in other important cellular processes, such as adaptive
thermogenesis, ion homeostasis, innate immune responses, production of reactive
oxygen species, and programmed cell death (apoptosis). La
disfunzione mitocondriale non avviene solo per anomalie monogeniche
mitocondriali, ma per molte altre condizioni genetiche e ambientali. Sono stati
individuati 1000 geni che codificano per proteine mitocondriali, sono note
mutazioni malattia di 228 geni che codificano proteine e 13 geni mtDNA
(elencati). La review si concentra sulle mutazioni di geni nucleari. Sono
prospettate possibili strategia di intervento in base alle conseguenze della
disfunzione mitocondriale.
Vedi anche Haploinsufficiency
of COQ4 causes coenzyme Q10 deficiency. JMG 2012;49:187 di ricercatori italiani e di altre
nazioni che dimostra l’efficacia terapeutica di supplementazione orale con coenzima
Q10.
Autism-like socio-communicative deficits and stereotypies in mice
lacking heparan sulfate. PNAS 2012;109:5052. L’eparan solfato, un
glicosaminoglicano a struttura mucopolisaccaridica copolimerica, regola diversi
sistemi di segnale della superfice cellulare e svolge un ruolo nello sviluppo
del SN, documentato con modelli animali con mutazione di uno degli enzimi
preposti alla sua sintesi, e nella regolazione della funzione sinaptica. Per
vederne l’effetto che fa è stato eliminato dai neuroni postnatali nei topi knockout
con inattivazione condizionale di un enzima essenziale per la sua sintesi
(Ext1): non sono osservabili anomalie morfologiche cerebrali, ma i topi hanno
un fenotipo che ricapitola l’intero quadro autistico. Presentano infatti
un’attenuazione dell’attivazione neuronale in risposta a stimoli sociali e
un’attenuata trasmissione eccitatoria sinaptica dei neuroni piramidali
dell’amigdala. Conclusioni: l’eparan solfato è critico per il normale funzionamento
sinaptico glutaminergico e la sua carenza causa difetti socio-comunicativi e
streotipie tipiche dell’autismo. Questo concorda con quanto si ritiene sia la
patogenesi di questa frequente (1:100 bambini) condizione considerata
multifattoriale, con il coinvolgimento nei casi familiari di geni di pathway
che regolano le funzioni sinaptiche
IMPRINTING GENOMICO
Primary epimutations introduced during intracytoplasmic sperm injection
(ICSI) are corrected by germline-specific epigenetic reprogramming. PNAS
2012;109:4163. Una
conferma sperimentale di quanto osservato nell’uomo (epimutazione presente
nelle cellule somatiche di parte dei topi nati da fecondazione assistita
tramite ICSI) e una nuova informazione (normale riprogrammazione epigenetica nelle
cellule germinali dei topi nati da ICSI e assenza di epimutazione nelle cellule
somatiche dei loro figli avuti da concepimento naturale). Bello, leggetelo.
An epigenetic blockade of cognitive functions in the neurodegenerating
brain. Nature 2012;483:222.
Il deficit cognitive è un aspetto comune nella maggior
parte delle malattie neurodegenerative. Il lavoro suggerisce che tale deficit è
almeno in parte dovuto a un blocco epigenetico della trascrizione genetica, che
è potenzialmente reversibile. Il blocco è dovuto a una riduzione di acetilazione
di geni importanti per l’apprendimento e la memoria da parte di istone
deacetilasi 2 (HDAC2), enzima che blocca la trascrizione.Gli AA usando un topo CK-p25 con sovraespressione della proteina p25, che attiva in modo anomalo una chinasi- CDK5- e che è implicata in alcune m. neurodegenerative incluso Alzheimer, inducibile e localizzata nell’encefalo anteriore, osservano un aumento di HDAC2 a livello dell’ippocampo e della corteccia e
una serie di anomalie istologiche del tessuto cerebrale simili a quelle dell’Alzheimer e difetti cognitivi dopo 6 settimane. Il lavoro dimostra che un meccanismo epigenetico contribuisce al declino cognitivo e che l’inibizione di HDAC2 ripristina la trascrizione, la morfologia e la plasticità sinaptica dei neuroni ancora vitali. Lo stesso aumento di HDAS2 è stato documentato nell’encefalo di soggetti con Alzheimer non familiare. Una prova indiretta che non tutto il danno viene dall’accumulo di proteina beta-amiloide è data dal fatto che il deficit cognitivo nelle sperimentazioni cliniche che portano alla riduzione dell’accumulo di tale proteina rimane pressochè invariato. Forse l’abbinamento di farmaci che riducono beta amiloide e inibitori HDAC2 potrebbero essere efficaci nel restituire le capacità cognitive ai topi e all’uomo.
MALATTIE NEURODEGENERATIVE
The microRNA miR-34 modulates ageing and neurodegeneration in Drosophila.
Nature 2012;482:519. Le malattie neurodegenerative sono strettamente correlate
con l’età, che ne condiziona l’inizio e la progressione, con meccanismi che
ancora non conosciamo. Sappiamo che micro RNA intervengono nella regolazione
genica nel corso dello sviluppo. Il lavoro descrive il ruolo di un miRNA,
miR-34, che regola gli eventi associati all’età e l’integrità a lungo termine
cerebrale della Drosofila. Nella Drosofila la perdita di mir-34 causa un’accelerazione
dell’invecchiamento cerebrale con degenerazione e una drammatica riduzione di
sopravvivenza, mentre la sua sovraespressione aumenta la sopravvivenza e mitiga
la neurodegerazione indotta dalla proteina umana della malattia
poliglutaminica. I pathway miRNA- dipendenti sembrano avere un impatto sui meccanismi
che indicono la neurodegenerazione dipendente dall’età tramite il silenziamento
di geni dello sviluppo che successivamente alle prime fasi della vita hanno
un’influenza negativa sul ciclo cellulare e sulla malattia (geni con funzione
pleiotropica antagonistica: benefica a un’età dell’organismo e dannosa a
un’altra). Nella C. elegans un altro miRNA se sovrespresso prolunga la vita del
nematode.
Axonal transport deficits and degeneration can evolve independently in
mouse models of amyotrophic lateral sclerosis. PNAS 2012;109:4296. Numerose malattie neurodegenerative sono
caratterizzate da difetto di trasporto assonale che è ritenuto la premessa della
perdita assonica e sinaptica. Studiando in modelli animali (topo) di Sclerosi
laterale amiotrofica le conseguenze nel tempo del ridotto trasporto di
organelli è stato rilevato invece che i difetti di trasporto degli organelli
(mitocondri, endosomi) possono evolvere indipendentemente dalla degenerazione
degli assoni e che possono non essere una tappa necessaria della degenerazione
dei motoneuroni.
An over-oxidized form of superoxide dismutase found in sporadic
amyotrophic lateral sclerosis with bulbar onset shares a toxic mechanism with
mutant SOD1. PNAS 2012;109:5074. La sclerosi laterale amiotrofica
(ALS) è caratterizzata da degenerazione dei motoneuroni con paralisi e morte in
3-5 anni. In genere è sporadica (sALS), solo nel 5% dei casi è familiare (fASL)
e in genere a trasmissione AD e da mutazione di più geni, il più comune è
quello della superossidismutasi (SOD1). La mutazione comporta una proteina con
effetti tossici da anomalie di conformazione della catena polipeptidica. La
forma sporadica e quella familiare sono clinicamente indistinguibili
condividendo anche molti aspetti patologici, per cui è probabile che il meccanismo
patogenetico sia comune. Gli AA, in buona parte italiani (PV e MI), dimostrano
che questo è vero in alcuni pz sASL e fASL ipotizzando un pathway patogenetico
comune e la possibilità di disporre di un marker biologico che consenta una
sottoclassificazione dei casi con decorso simile e con la possibilità di
terapie specifiche basate sul controllo SOD1, non solo per i pochi casi
familiari SOD1 positivi ma anche per quel sottogruppo di casi sporadici che
hanno le stesse caratteristiche molecolari.
MALATTIE DA DIFETTO DI RIPARAZIONE DEL DNA
Defining the molecular interface that connects the Fanconi anemia
protein FANCM to the Bloom syndrome dissolvasome. PNAS
2012;109:4437. I
meccanismi molecolari alla base della Anemia Fanconi (FA)(alta eterogenità di
locus) e della s. Bloom (*210900 BLM), malattie da difetto della riparazione
del DNA con segni clinici in parte sovrapponibili e predisposizione al
cancro, sono ancora poco conosciuti. L’articolo definisce alcuni aspetti
molecolari che accomunano queste due condizioni studiando il complesso
chiamato “dissolvasoma”, costituito dal complesso RMI1/RMI2, dall’elicasi BLM
(gene della s. Bloom) e da una topisomerasi che controlla lo scambio dei
cromomatidi fratelli (marker tipico della s. Bloom in cui tale scambio è
drammaticamente aumentato). Il sottocomplesso RMI a sua volta è associato a
un componente di un complesso centrale FA (*609644 FANCM, gruppo di complementazione M)(sono noti 15 geni di
complementazione, di cui 8 parte del complesso FA, che “orchestrano” la
riparazione
interstrand
cross-linking- ICL). Viene
analizzata nell’articolo la struttura dell’interfaccia RMI/FANCM e il ruolo
nel coordinamento delle attività di riparazione del DNA. |
Fanconi anemia (FA)
binding protein FAAP20 stabilizes FA complementation group A (FANCA) and
participates in interstrand cross-link repair. PNAS 2012:109:4491. Il gene FANCA è il gene più
frequentemente mutato nei pz con FA (vedi altro articolo sopra riportato). Le
proteine coinvolte nella FA sono proteine che non hanno rilevante omologia di
sequenza con altre proteine, per cui non vi sono informazioni su come partecipino
al pathway del riparo ICL. Gli AA ritengono che l’identificazione di altre
proteine associate al complesso centrale FA consenta di comprenderne la
funzione. Nel lavoro è stata identificata e studiata la funzione di una nuova
proteina (FAAP20), che se inattivata determina il fenotipo cellulare della FA,
e che interagisce direttamente con FANCA promuovendo l’integrità funzionale del
complesso FA.
Dysmyelination not demyelination causes neurological symptoms in
preweaned mice in a murine model of Cockayne syndrome. PNAS
2012;109:4627. La s.
Cockayne (CS) è una rarissima malattia caratterizzata da nanismo cachettico,
ipoacusia, atrofia ottica, microcefalia, calcificazioni cerebrali, deficit
intellettivo con sopravvivenza media di poco più di 12 anni. Vi è un ridotto
numero di oligodendrociti e una ridotta mielinizzazione; non è chiaro se questo
sia dovuto a una neurodegenerazione o a un’anomala differenziazione
oligodendrocitica e di mielinizzazione (dismielinizzazione).
La malattia, a trasmissione AR, è dovuta a uno di due
geni (CSA, CSB che mutati danno un fenotipo non distinguibile) dedicati alla riparazione del DNA per escissione di nucleotidi (Nucleotide Excision Repair, NER). Non
è noto come i prodotti di questi due geni agiscano nel determinare il quadro
clinico, in particolare la patologia neurologica. Sono stati analizzati
topi in cui sono stati rimossi entrambi i sistemi NER: la riparazione associata
alla trascrizione- TCR (topi (Csb) e la riparazione globale genomica- GGR (topi
Xpc). Precedentemente era stato dimostrato che la mutazione TCR mima una
mutazione troncante umana, mentre la mutazione GGR non comporta patologia
neurologica nel topo o nell’uomo. In questo lavoro topi che mancano di entrambi
i sistemi (ceppo Cs-bm/m.Xp-c−/−), normali alla nascita, presentano
deficit di crescita progressivo, cachessia, atassia e muoiono in 21a
giornata. A livello cerebrale, delle due ipotesi (demielinizzazione o
dismielinizzazione) è valida la seconda con difetto di sviluppo piuttosto che a
una neurodegenerazione (invecchiamento precoce). Il meccanismo patogenetico
neurologico è quindi differente rispetto a quello delle malattie croniche
neurodegenerative come la Sclerosi multipla, Parkinson, Huntington e la
Sclerosi laterale amiotrofica. Utile da sapere per impostare una appropriata
terapia.
TERAPIA
Cystic fibrosis drug
Vertex’s latest triumph. Nature Biotechnology 2012;30;201. Vengono fatti complimenti alla
compagnia per la celerità nell’avere portato sul mercato il farmaco Ivacaftor
per pazienti con mutazione
G551D (vedi Selezione articoli del
Febbraio 2012)(vedi blog).
Interessante la tabella con le sperimentazioni in corso (n° 5) di altre
compagnie, sempre per la FC, tutte in fare III, per altre mutazioni FC.
Discontinuing
Donepezil or Starting Memantine for Alzheimer’s Disease. NEJM 2012;366:957. Editoriale
che presenta i diversi orientamenti tra UK e USA nella terapia Alzheimer (denepezil-
un inibitore colinesterasico-, memantine, o ambedue) e commenta i risultati del
trial clinico in UK sullo stesso fascicolo (Donepezil and
Memantine for Moderate-to-Severe Alzheimer’s Disease. Pg 893). Il denezepil ha
prodotto buoni risultati cognitivi e funzionali, la sua sostituzione con
memantine ha dato risultati positivi, la somministrazione di entrambi no. Sono
necessari altri studi in un campo così complesso e per una malattia comunque
progressiva, ma la scelta FDA USA di usare ambedue i farmaci non sembra
efficace.
Enzyme-Replacement Therapy in
Life-Threatening Hypophosphatasia. NEJM 2012;366:904. Sperimentazione clinica di una
terapia enzimatica nella Ipofosfatasia grave, malattia complessa con diverse
modalità di trasmissione (AR, AD), con ampia variabilità clinica (le forme
neonatali-infantili sono quasi sempre letali, paucisintomatica nell’adulto), da
mutazione missenso con perdita di funzione, clinicamente caratterizzata nelle
forme più gravi da mancata mineralizzazione ossea o da severe anomalie scheletriche
concausa di insufficienza polmonare, miopatia, e bassi livelli ematici di
fosfatasi alcalina. Per questa malattia non c’è cura. Nel modello animale, topo
knockout Tnsalp, il
trattamento con un enzima ricombinante che si lega alla matrice scheletrica (ENB-0040:
asfotase alfa) ha consentito una normale mineralizzazione. La terapia (fase I) con lo
stesso farmaco, nell’adulto affetto, ha provato che l’enzima somministrato ha
valori significativi in circolo. Vengono presentati i risultati della terapia con
questo farmaco (tollerabilità, biodisponibilità, farmacocinetica e
farmacodinamica e l’efficacia- scheletro e sviluppo psico-motorio) in 11 bambini
(1 omozigote, gli altri composti genetici) di età inferiore ai 3 anni e con
segni clinici neonatali, perinatali o molto precoci. Nove bambini hanno
proseguito la terapia (a 1 è stata sospesa e 1 è deceduto per sepsi) per almeno
un anno. Il risultato è un netto miglioramento della mineralizzazione scheletrica,
di un buon sviluppo motorio e funzione respiratoria.
RNase H-mediated degradation of toxic RNA in myotonic dystrophy type 1. PNAS
2012;109:4221. La Distrofia
miotonica tipo 1 (MD1) è una malattia RNA-dominante multisistemica che
interessa il muscolo scheletrico, cuore e SNC e è dovuta a un anomalo
trascritto contenente triplette CUG amplificate. Il gene della MD1 è la proteinchinasi
della distrofia miotonica (DMPK). Il meccanismo patogenetico consiste nell’acquisizione
di funzione del RNA mutante, che contiene lunghe ripetizioni CGU che si
accumulano nei nuclei come foci di RNA e che determinano una sregolazione di un
sistema di controllo, dovuto a due proteine, MBNL1 and CELF1, che sono regolatori antagonisti dello
splicing alternativo, il cui sbilanciamento è causa di un’anomala espressione
di isoforme nel tessuto adulto, alcune di queste responsabili della malattia. Il
lavoro riferisce l’utilizzo terapeutico di oligonucleotidi antisenso (ASOs) aventi
come bersaglio l’RNA anomalo della MD1 in colture cellulari e nel modello murino
MD1. Viene dimostrato che gli ASOs hanno come bersaglio preferenziale i lunghi
trascritti CUG che vengono significativamente ridotti (dell’80% nelle colture
cellulari e del 50% nel muscolo scheletrico dei topi) e i foci di RNA quasi
completamente eliminati. Un buon primo passo (qualche problema di modalità di
somministrazione e tossicità della terapia, necessità di una maggiore
efficacia) verso una possibile terapia della MD1.
Noonan syndrome-causing SHP2 mutants inhibit insulinlike growth factor 1 release via growth hormone-induced ERK hyperactivation, which contributes to short stature. PNAS 2012;109:4257.
Mutazioni del gene PTPN11 sono responsabili della s. Noonan, sindrome dismorfico-malformativa con deficit di crescita presente in oltre il 70% degli affetti. Il lavoro tende a identificare il meccanismo alla base del deficit di crescita in questa condizione. E’ stato suggerito, sulla base di valori ematici normali o elevati di GH e bassi valori ematici di IGF-1, che la causa sia dovuta a parziale insensibilità al GH. Gli AA studiando un modello animale (topo Ptpn11D61G/+) della s. Noonan rilevano che il precoce deficit di crescita è correlato con bassi livelli di IGF-1. Usando il topo mutante e diversi approcci cellulari è stata verificato che PTPN11 regola negativamente il rilascio di IGF-1 da GH con un meccanismo RAS/ERK dipendente. In più l’inibizione farmacologica del pathway di segnale MAPK/ERK in parte corregge la carenza di IGF-1 nel topo Noonan determinando un significativo miglioramento di crescita.
Buone notizie per la terapia delle RASopatie, perché inibitori RAS/ERK1/2 sembra che riducano anche altre anomalie cliniche come le cardiache e le cranio-facciali.
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