Scelta
di articoli di Genetica Clinica/Umana pubblicati nel Luglio 2012 nelle
seguenti riviste: Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology,
Nature Medicine, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neuroscience, NEJM,
PNAS, Science & Cell.
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Transcriptional consequences of aneuploidy. PNAS early ed. July 2012. L’articolo affronta un’osservazione clinica
a cui non si è mai dato risposta: perché esiste e come esiste un fenotipo
“cromosomico” indipendentemente dal cromosoma coinvolto. Sappiamo che i
cromosomi 21, 13 e 18 (le trisomie di questi sono clinicamente note e
consentono una sopravvivenza almeno sino alla nascita) hanno il minor numero di
geni codificanti proteine e questo ha fatto dedurre che la sopravvivenza sia
dovuta al minor sbilanciamento di dose genica. Sappiamo anche che le
aneuploidie hanno un fenotipo molto variabile, da lieve a grave e questo
significa che geni diversi hanno un effetto dose diverso. Precedentemente è
stato osservato che cellule aploidi di lievito e fibroblasti embrionali di topo
con un cromosoma extra hanno un difetto di proliferazione cellulare e mostrano
sensibilità a condizioni ambientali che interferiscono con il turnover e il
processo di ripiegamento proteico. Analisi con microarray di espressione nel
lievito con cromosoma extra (disomico quindi) hanno una segnatura
trascrizionale comune chiamata risposta allo stress (ESR)(stress da calore o
ossidativo) con ∼300 geni sopra-regolati e ∼600
geni sotto-regolati. Ora lo studio è stato esteso a cellule aneuploidi di diversi
organismi (ancora lievito, piante, topo, uomo): è stato dimostrato che vi è una
risposta trascrizionale comune associata allo stress e una diminuita
proliferazione cellulare in tutti. Questo, scrivono gli AA, suggerisce che
l’aneuploidia sia dannosa per la fitness cellulare e che molte conseguenze
(anche fenotipiche, ndr) dell’aneuploidia costituiscono una risposta comune
allo sbilanciamento cromosomico (indipendentemente dal cromosoma coinvolto). Magnifico!
Human aneuploidy: mechanisms and new insights into an age-old problem. Nature Reviews Genetics 13:493. Almeno il 10% degli
embrioni di tutte le gravidanze e almeno il 50% delle donne vicino al termine
del ciclo riproduttivo hanno una trisomia o un monosomia(aneuplodia)(vedi
Tabella 1 con le frequenze della popolazione: gameti, embrioni preimpianto, aborti
sp., nati morti, nati vivi) dovute a un errore che avviene in genere nella
meiosi materna da causa ancora non definita nonostante numerose ricerche da
molti anni.
Risultati
recenti nell’uomo e nei modelli animali sul meccanismo causale dell’errore
meiotico portano a concludere che non è identificabile un unico fattore ma vi
sia un’interazione tra la specificità e la complessità della oogenesi e una
serie di fattori esogeni e endogeni. Detto meglio:
“the genesis of human aneuploidy is a multi-step process caused by errors at
several distinct stages of oogenesis and exacerbated by a lack of efficient
checkpoints”. Proposta
per future ricerche: ruolo degli sregolatori endocrini esogeni e endogeni in
epoca fetale e adulta e delle tecniche di fecondazione assistita (o
l’infertilità che porta all’uso di tali tecniche) nel produrre aneuploidie. (Buone figure per le lezioni, ndr).
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From prenatal genomic diagnosis to fetal personalized
medicine: progress and challenges. Nature
Medicine 2012;18:1041. Lo scopo storico della diagnosi prenatale, che risale a metà
degli anni ’70, è stato quello di favorire una scelta informata per i futuri
genitori. Diana Bianchi presenta con questa ottima review le prospettive
dell’applicazione delle nuove tecniche di analisi genetica, genomica e
trascrittomica per nuovi approcci anche per la terapia fetale. Scrive
giustamente (e argutamente) che in un campo così esposto ai test genetici direct-to-consumer
è meglio che specialisti di varie discipline ne parlino ora piuttosto di farlo
quando l’”universo parallelo” degli interessi commerciali fuori dal sistema
sanitario saranno pienamente stabiliti. Molto bella la tabella 1 in cui vengono
presentate le possibili indagini genetiche usando DNA (invasive e non invasive)
per la diagnosi di anomalie genetiche e RNA e miRNA da varie fonti (sangue
materno, liquido amniotico, placenta, sangue del CO) per lo stato di salute
fetale. Viene citato uno studio prospettico su una vecchia questione (es.
cromosomico vs microarray) di 4400 gravidanze (Annual Society for Maternal
Fetal Medicine meeting, February 2012): per le aneuploidie la DR è uguale per
ambedue le tecniche. Con la sola età materna come indicazione all’esame se i
cromosomi sono normali l’analisi con microarray individua 1.7% di anomalie genomiche
clinicamente significative. Con indicazione di anomalie ecografiche con
cromosomi fetali normali questo rischio addizionale sale al 5.8%. Quindi
microarray come test di prima scelta anche per la diagnosi prenatale. Ma la
parte ancor più interessante riguarda gli studi di trascrittomica che
consentono di controllare i vari processi di sviluppo del feto e individuare
anomalie di sviluppo in feti ecograficamente normali. E’ noto da qualche anno
che mRNA fetale, relativamente scarso nel plasma materno, è relativamente
stabile perché inglobato in corpi apoptotici che lo proteggono dalla
degradazione e che gran parte dei trascritti fetali nel sangue materno
riguardano geni relativi alla comunicazione feto-materna (placenta)(e quindi
legato alle varie complicazioni gravidiche come la pre-eclampsia, il deficit
fetale di crescita) e allo sviluppo immunitario. Nel liquido amniotico è invece
abbondante e potrebbe fornire informazioni sullo sviluppo di vari organi, come
dimostrato da numerosi studi su feti con aneuploidia.Vedi anche commento (Fetal genes in mother’s blood. Nature 2012;487:304) e il relativo articolo (Non-invasive prenatal measurement of the fetal genome. Nature 2012;487:320) sulla possibilità di usare DNA fetale nel sangue materno (nozione già nota dal 1948) per l’analisi dell’intero genoma fetale.
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Therapy of Pelizaeus-Merzbacher disease in mice by
feeding a cholesterol-enriched diet. Nature
Medicine 2012;18:1130. La sindrome PM (PMD), grave leucodistrofia senza possibilità di
cura, è dovuta a duplicazione del gene PDP1 con sovraespressione di PLP negli
oligodendrociti. La proteina lega il colesterolo e è contenuta nei microdomini lipidici raft della membrana cellulare
e la disponibilità del colesterolo è il fattore limitante della sintesi
mielinica del SNC. Nel topo transgenico con una copia addizionale del gene
Plp1, che è un buon modello per la PMD, una dieta ricca di colesterolo ha un effetto
positivo a livello tissutale e funzionale, e nel topo con segni clinici già
presenti previene la progressione della malattia. Permane la sovraespressione
di Plp1 ma migliora l’incorporazione di PLP nelle membrane mieliniche. Le
conlcusioni degli AA: “Together, our data suggest
that dietary cholesterol does not cure PMD but has a striking potential to
relieve oligodendrocytes from defects caused by Plp1 overexpression”.Possibile terapia sintomatica per l’uomo per una malattia fatale, diagnosticabile in epoca prenatale e nei primi mesi di vita postnatale.
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Postzygotic HRAS and KRAS mutations
cause nevus sebaceous and Schimmelpenning syndrome. Nature Genetics 2012;44:783. Il nevo sebaceo (vedi Nevus Sebaceous. NEJM
2012;366:1923. Fotografia di nevo
sebaceo secondo le linee Blaschko)(spigolature Maggio 2012). Lesione cutanea
benigna relativamente frequente (1:1000 nati vivi) che interesse di solito
cuoio faccia e cuoio capelluto con rischio (24% dei casi) di sviluppare tumori
secondari, benigni e maligni. Nel 7% dei casi è associato a anomalie cerebrali,
oculari e scheletriche (sindrome Schimmelpenning,
MIM #163200). L’analisi genetica di due geni HRAS e KRAS di 65
nevi ha messo in evidenza mutazione missenso HRAS nel 92% e di KRAS nel 5%. In
18 pazienti con mutazione HRAS non sono state trovate mutazioni nei vari
tessuti normali. La mutazione HRAS, p.Gly13Arg (non descritta nella s.
Costello), era presente nel 91% dei nevi e anche in tutti (8) i tumori
secondari. L’8% dei nevi aveva due mutazioni RAS. La mutazione più frequente di
HRAS e una mutazione missenso di KRAS è stata trovata rispettivamente in due pz
con s. Schimmelpenning
(uno era un gemello non affetto e senza mutazione). L’analisi funzionale delle
cellule con mutazione HRAS mostra un’attivazione dei pathway MAPK e PI3K-Akt.
Interessante la lunga discussione sulle differenze fenotipiche tra mutazioni
diverse dello stesso gene HRAS (Nevo sebaceo e nevo epidermico cheratinocitico
con mutazioni in mosaico e s. Costello con mutazioni germinali ma anche in
mosaico).Il nevo sebaceo si aggiunge quindi alle numerose condizioni genetiche da mutazione somatica come la s. Ollier (Somatic mosaic IDH1 and IDH2 mutations are associated with enchondroma and spindle cell hemangioma in Ollier disease and Maffucci syndrome, Nature Genetics 2011;43:1256)(Selezione articoli Marzo 2012), Proteus e McCune-Albright.
Use of next-generation sequencing and other whole-genome strategies to
dissect neurological disease. Nature Reviews Neuroscience
2012;13:453.
Cosa ha portato l’applicazione del NGS nella diagnosi e soprattutto nelle
conoscenze della patogenesi (pathway biochimici) delle malattie neurologiche?
Si parte dall’approccio diagnostico con geni candidati e linkage all’analisi
dell’intero genoma con Homozigosity mapping per le m. AR, studi di associazione
(GWAS) con l’identificazione di loci comuni a basso rischio e loci rari a alto
rischio, sequenziamento esonico (l’approccio pratico più conveniente per
velocità e costi, ora molto ridotti, per le varianti rare ma che ha numerosi
punti deboli come non analizzare le parti non codificanti e che può solo
catturare ciò che sappiamo esistere, cioè known knowns’ ma ‘unknown unknowns, e
altre limitazioni). In Tab. 1 alcuni esempi di malattie e modalità di
identificazione della base biologica.
Human Genetic
Variation, Shared and Private. Science
2012;337:39. Perspective che commenta due articoli sullo stesso fascicolo (Human
Genetic Variation, Shared and Private. Pg 39 e An Abundance of Rare Functional Variants in
202 Drug Target Genes Sequenced in 14,002 People. Pg 100) in cui il primo presenta la variazione
genetica dei geni codificanti mediante l’analisi esonica e la seconda l’analisi
con sequenziamento di 202 geni (1% del genoma codificante) correlati con la
risposta a farmaci in ampie e eterogenee popolazioni, in cui si dimostra che la
maggior parte delle varianti sono rare o molto rare (q ≤ 0.5%) e spesso potenzialmente dannose. Ogni persona porta
35 mutazioni nonsenso che alterano la struttura proteica, un totale di 100
mutazioni con perdita di funzione, 20 sostituzioni in omozigosi; il 10-15%
delle persone è eterozigote composto per varianti nonsenso di almeno 1 gene.
Due considerazioni generali: per studi di associazione con varianti rare vanno
analizzate ampie popolazioni e l’analisi comparativa di popolazioni diverse
deve tenere conto della frequenza delle varianti nella specifica popolazione.
Gain
of function in CDKN1. Nature Genetics 2012;44:737. Andrea Riccio e Maria Vittoria Cubellis commentano un lavoro (Mutations in the
PCNA-binding domain of CDKN1C cause IMAGe syndrome. Nat
Genet. 2012;44:788) sintetizzando così: “Loss-of-function mutations in the gene
encoding the cyclin-dependent kinase inhibitor CDKN1C cause Beckwith-Wiedemann
syndrome and cancer. A new study now identifies potentially gain-of-function
missense mutations in CDKN1C that cause the undergrowth-associated IMAGe
syndrome”. IMAGe (MIM 300290) sta per (Intrauterine
growth restriction, Metaphyseal dysplasia, Adrenal hypoplasia congenita and
Genital anomalies). Con l’analisi di associazione con SNP in una famiglia con
più affetti è stata ipotizzata una trasmissione autosomica dominante, con
sequenziamento esonico nella regione di 17.2-Mb è stata trovata una mutazione
missenso del gene CDKN1C identica per discesa. In altri pz sporadici sono state
trovate altre mutazioni missenso del gene, tutte di uno specifico dominio. L’analisi
familiare in IMAGe dimostra che solo la trasmissione materna causa la malattia.
Mutazioni con perdita di funzione a trasmissione materna del gene (ma in domini
diversi da quello di IMAGe) o il suo silenziamento epigenetico dell’allele
materno (o la DUP paterna) causano la BWS mentre la sua aumentata espressione
(duplicazione materna) causa la sindrome da ridotta crescita Silver-Russel.
Mutations in NNT encoding nicotinamide
nucleotide transhydrogenase cause familial glucocorticoid deficiency. Nature Genetics 2012;44:740. Il
deficit familiare di glucocorticoidi (FGD; MIM #202200), malattia rara a esito
fatale se non trattata è una malattia AR con eterogenità di locus: nel 50% dei
casi vi è una mutazione di uno di tre geni MC2R, MRAP or STAR,
tutti parte del pathway di segnale ACTH. L’analisi mediante SNP in 9 probandi
figli di consanguinei ha consentito di individuare una regione candidata che
sottoposta all’analisi esonica ha dimostrato mutazioni in omozigosi del gene NNT, un gene di detossificazione dei radicali
liberi.
Neuregulin 1-ErbB4-PI3K signaling in schizophrenia and phosphoinositide
3-kinase-p110δ inhibition as a potential therapeutic strategy. PNAS
2012;109;12165. La
schizophrenia, frequente patologia psichiatrica, ha una forte base genetica
tuttora poco nota. Sono stati segnalati come fattori genetici di rischio
polimorfismi del gene Neuregulina 1 (NRG1) e microdelezioni strutturali del
gene ErbB4, un recettore tirosinchinasico di NRG1. Ambedue i geni hanno un
importante ruolo nella plasticità sinaptica e topi con mutazione di uno o dell’altro
gene hanno un fenotipo comportamentale simile a quello del schizofrenia
dell’uomo. Il meccanismo patogenetico sembra essere costituito da una
sovraespressione di questi geni ma non si conosce come interagiscano tra loro. Usando
il modello animale viene chiarito il coinvolgimento di altri pathway di segnale
(PI3K), e viene identificato il ruolo di una chinasi (PIK3CD) che può costituire
un nuovo target terapeutico per la schizofrenia.
Vedi anche Neuregulin and dopamine modulation of
hippocampal gamma oscillations is dependent on dopamine D4 receptors. Early
ed. July 2012. Il
network di segnale neuregulina/ErbB modula le oscillazioni di frequenza gamma
dell’ippocampo (in una precedente spigolatura ho citato un articolo sulla
elevata suscettibilità cerebrale agli stimoli nel topo simili a quelli
osservati nell’autismo e nella schizofrenia: Schizophrenia risk polymorphisms
in the TCF4 gene interact with smoking in the modulation of auditory sensory
gating. PNAS 2012;109:6271), un network neuronale importante per i più alti
processi cerebrali e geneticamente alterato nelle malattie psichiatriche come
la schizofrenia.
Inhibition of
PCSK9 in familial hypercholesterolaemia. Lancet 2012;380:6. Commento di un articolo (Effect of a
monoclonal antibody to PCSK9, REGN727/SAR236553, to reduce low-density
lipoprotein cholesterol in patients with heterozygous familial hypercholesterolaemia
on stable statin dose with or without ezetimibe therapy: a phase 2 randomised
controlled trial. Lancet 2012;380:29). Nella ipercolesterolemia familiare i
farmaci di scelta sono le la statine, che inibiscono la sintesi nel fegato del
colesterolo e indirettamente aumentano la trascrizione e l’espressione dei
recettori delle lipoproteine a bassa densità (LDL) determinando un’aumentata
funzione recettoriale. Questa terapia non è però efficace nei casi di ipercolesterolemia
familiare con alto rischio cardio-vascolare. Un proteasi (Proprotein
convertase subtilisin/kexin type 9 serine)(PCSK9) si lega al recettore LDL e riduce
l’effetto delle statine; questo ha indotto a associare alle statine la
somministrazione di anticorpi monoclonali di PCSK9. E’ stata condotta una
sperimentazione clinica fase 2 in 77 eterozigoti per ipercolesterolemia
familiare con alto rischio vascolare associando le due terapie (statine e
anticorpi monoclonali); dopo 2 settimane è stata osservata una significativa
riduzione, dose dipendente, del colesterolo LDL. La terapia anticorpale è stata
ben tollerata. E’ una buona speranza per questi soggetti a alto rischio
cardio-vascolare che sinora sono trattati con alte dosi di statine associati a
molti altri farmaci.
Oligodendroglia metabolically support axons and contribute to neurodegeneration.
Nature 2012;487:443. Non è stato ancora ben definito il ruolo e i meccanismi
svolti dalla oligodendroglia nella funzione assonale e nella sopravvivenza neuronale.
In questo lavoro vengono definiti i principali meccanismi di supporto degli
assoni e dei neuroni da parte della oligodendroglia e suggerito un meccanismo
patogenetico della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Si ritiene che la
degenerazione assonale, caratteristica di alcune patologie, sia dovuta a
deficit di metaboliti energetici come glucosio e lattato, che è veicolato da
trasportatori monocarbossilati, il principale di questi è MCT1 (SLC16A1)
particolarmente abbondante nella oligodendroglia. Si dimostra che la
sottoregolazione di MCT1 nel modello murino in vitro e in vivo causa la morte
del motoneurone e che i livelli di espressione delle proteine MCT sono ridotti
del 50% nella corteccia motoria di pazienti con SLA e nel midollo spinale di
topi transgenici (mutazione SOD1, gene mutato nel 3-6% dei pazienti con SLA
sporadica) sintomatici e in fase terminale. Programma di ricerca: verificare se
la sottoregolazione di MCT1 è SLA specifica e se la sopraregolazione di MCT1 o
il trapianto di oligodendroglia nel modello murino possono prolungarne la
sopravvivenza.
Dominant missense mutations in ABCC9 cause Cantu syndrome. Nature
Genetics 2012;44:793.
La sindrome Cantù è caratterizzata da ipertricosi congenita,
osteocondrodisplasia (coste larghe, vertebre piatte, metafisi delle ossa lunghe
slargate, ipoplasia pelvica, brachidattilia), anomalie cardiache (miocardiopatia)
e tratti facciali grossolani. Il sequenziamento esonico ha identificato in una
famiglia una mutazione de novo nel gene ABCC9, in cui sono state poi trovate
mutazioni missenso, diverse in ogni pz, in altri 13/15 pz con questa diagnosi.
La proteina codificata dal gene è parte del canale del potassio ATP dipendente.
Il difetto di una delle 4 subunità del complesso KATP altera la
funzione del canale e spiega l’effetto fenotipico in eterozigosi della s.
Cantù. Studi di elettrofisiologia mostrano che mutazioni del gene determinano
l’apertura del canale tramite riduzione dell’inibizione ATP mediata.
Interessante l’osservazione che vi è una sovrapposizione fenotipica tra s.
Cantù e la sindrome da esposizione fetale a Minoxidil, farmaco
vasodilatatore periferico usato come antiipertensivo (ora usato per via topica
per la cura della calvizie), che è un antagonista del canale KATP
tramite legame diretto con la subunità ABCC9. La disponibilità di antagonisti KATP
(glibenclamide, tolbutamide) rende teoricamente possibile l’ipotesi di una
specifica terapia, ad esempio per rallentare l’evoluzione della miocardioptia.
Mutations in the phospholipid remodeling gene SERAC1 impair mitochondrial function and intracellular
cholesterol trafficking and cause dystonia and deafness.Nature Genetics
201244;797. Mediante sequenziamento esonico sono state identificate
mutazioni del gene SERAC1 in due pz con sindrome MEGDEL, rara malattia AR (MIM
#614739) con aciduria 3-metilglutaconica, sordità, encefalopatia, atrofia
cerebrale e cerebellare e lesioni dei gangli basali con aspetti simil-Leigh. Le
analisi di laboratorio sono caratterizzate da aumento della lattacidemia e
alaninemia, anomalie mitocondriali, alterato profilo nei fibroblasti di
fosfatidiglicerolo e cardiolipina e anomalo accumulo di colesterolo non
esterificato nelle cellule talora con bassa colesterolemia.
L’analisi genetica, estesa poi a altri soggetti (totale
15 pz di 13 famiglie), ha trovato mutazioni (frameshift, missenso, non senso,
di splicing), in omozigosi o come eterozigote composto, del gene SERAC1. Gli AA
concludono rilevando che questo gene svolge un ruolo primario nel metabolismo
del fosfatidilglicerolo, essenziale per la funzione mitocondriale e il traffico
intracellulare del colesterolo.
Autism spectrum disorder susceptibility gene TAOK2 affects basal
dendrite formation in the neocortex. Nature Neuroscience
2012;15:1022. I
neuroni piramidali sono cellule con corpo piramidale numerose nelle regioni
coinvolte nelle funzioni cognitive complesse, come la corteccia, l’ippocampo e
l’amigdala. Hanno dendriti apicali, diretti verso la superficie, e basali dove
vi sono le sinapsi. Mancano informazioni sui pathway che controllano la
formazione dei dendriti basali, i cui difetti di arborizzazione si ritiene
siano coinvolti nella patogenesi di alcune malattie neurocomportamentali,
incluse le malattie psichiatriche dell’adulto e l’autismo. Viene descritto in
questo lavoro un nuovo pathway che partecipa alla formazione dei dendriti
basali e delle proiezioni assonali dei neuroni piramidali. Con esperimenti in
vivo (topo) viene identificato un pathway di segnale che coinvolge diversi
geni: Sema3 (Semaforina 3A), Nrp1 (Neuropilina 1), TAOK2 (TAO chinasi 2) e JNK1
(stress-activated protein kinase JNK1)(MAPK pathway).
Deletion of periostin reduces muscular dystrophy and fibrosis in mice by
modulating the transforming growth factor-β pathway. PNAS 2012;109:10978. Nelle distrofie muscolari (DM) il
meccanismo patogenetico è costituito da perdita di tessuto muscolare con
distruzione delle miofibre da necrosi cellulare, sviluppo di processi
infiammatori, alterazioni della matrice extracellulare e sostituzione con
cellule adipose nonostante la rigenerazione di miofibre. La risposta
degenerativa/rigenerativa è modulata da una citochina proinfiammatoria, TGF-β
(Transforming growth factor) che notoriamente favorisce la fibrosi muscolare
nei pz con DM e nei modelli animali e influenza la composizione della matrice
extracellulare favorendo la produzione di proteine profibrotiche come la
periostina. Nel lavoro la sovraespressione e l’aumentata secrezione di
periostina è patologica nel modello di topo con DM da difetto di δ-sarcoglicano
(Sgcd−/−). Se in questi topi Sgcd−/− (con difetto di
sarcoglicano) si annulla la formazione della periostina, per delezione del gene
Postn, si osserva oltre a un’aumentata attività TGF-β con una netta riduzione
della fibrosi muscolare e un significativo aumento della rigenerazione delle
miofibre. L’uso di antagonisti TGF-β (anticorpi monoclonali neutralizzanti) riduce
l’effetto rigenerativo della delezione Postn facendo ipotizzare che la
periostina costituisca il meccanismo patogenetico delle DM promuovendo o
favorendo gli effetti patologici di TGF-β e che potrebbe costituire il
bersaglio terapeutico.
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